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3 ottobre, festeggiamo San Francesco tra Assisi e il Subasio

Ottocento anni fa ci lasciava il Santo poverello. Il Monte Subasio, che domina Assisi, è legato alla memoria del Santo e accoglie lo splendido Eremo delle Carceri. Il sentiero che sale ai 1290 metri della cima può essere seguito interamente o in parte

Di San Francesco sappiamo tutto, o quasi. Nacque ad Assisi nel 1181 o nel 1182, morì il 3 ottobre1226 nella chiesetta della Porziuncola, nudo sulla nuda terra, dopo aver impartito un’ultima benedizione ai suoi frati. Probabilmente il suo vero nome era Giovanni, ma passò alla storia con il soprannome usato dal padre (nel senso di “francese”, o “di Francia”), che traversava spesso le Alpi per commercio. 

Sappiamo che da giovane Francesco combatté contro le milizie di Perugia, che fece la sua scelta di vita a 23 o 24 anni. Sappiamo che dopo aver vestito il saio, spinto da un’indomabile energia, percorse in lungo e in largo l’Italia, arrivò in Francia e in Spagna, s’imbarcò per due volte in direzione della lontana Terra Santa.

Negli otto secoli che ci separano da lui, il “Poverello” di Assisi è diventato molte cose. Oggi è il Santo ecologico, il patrono d’Italia (dal 1926), il simbolo della bontà e della disponibilità verso gli altri. 

Venerato in tutto il mondo cristiano, Francesco attira milioni di pellegrini e turisti verso Assisi, le decine di eremi e conventi dove ha soggiornato in vita, le centinaia di santuari francescani costruiti dopo la sua morte in ogni angolo della Terra. 

Nessun altro Santo della Cristianità, oltre a servire da fonte di ispirazione ai credenti, riesce come lui ad affascinare anche i laici. “Non piacere a nessuno è una bella sfortuna, ma piacere a tutti è per un personaggio storico (specie se questi è anche un santo) una sfortuna maggiore” ha scritto Franco Cardini. 

“Proclamava il Vangelo unico e sufficiente viatico per lui e per i suoi frati, eppure gli uomini rivestiti del suo saio bruno divennero i protagonisti del rinnovamento della cultura filosofica e scientifica del Medioevo. Sembra proprio che nessuno più di lui sia stato al tempo stesso più onorato e più tradito” continua lo storico fiorentino.

Oggi l’“Italia di Francesco”, percorsa dal Santo nei suoi andirivieni, occupa il cuore dello Stivale: l’Umbria, la Toscana orientale, gran parte delle Marche, il Reatino e un po’ d’Abruzzo. Oltre agli eremi e ai conventi francescani, ospita aspre montagne e fitte foreste di lecci, e affianca ai paesaggi trasformati dal progresso borghi tranquilli e valli solitarie, dove regnano ancora “sor Aqua”, “frate Vento” e i “coloriti fiori et erba” del Cantico delle Creature.
Da vent’anni, attira escursionisti di tutto il mondo in questi luoghi la Via di Francesco, un cammino diviso in 22 tappe che unisce il Santuario della Verna (nelle Foreste Casentinesi) con Roma passando per Città di Castello, Gubbio, Assisi, Spoleto, Terni e Rieti.

Alla scoperta del Monte Subasio

Cuore dell’Italia di Francesco, fin dal Medioevo, sono Assisi con la sua meravigliosa Basilica affrescata da Giotto, e l’Eremo delle Carceri che la sorveglia dai pendii del Monte Subasio, una cima arrotondata e solenne che raggiunge i 1290 metri di quota.
Il massiccio, ripido e rivestito da fitti boschi in basso, si distende intorno alla cima in un vasto altopiano di pascoli, traversato da una strada sterrata e dal quale appaiono i Sibillini, il Monte Amiata e il Gran Sasso. A sud della cima, in direzione di Spello, si aprono le doline calcaree del Mortaro Grande e del Mortaiolo.  

Il Parco regionale del Subasio, che tutela il massiccio dal 1995, è stato istituito su proposta di Bert Schwarzchild, un ornitologo di San Francisco, città che grazie al nome è gemellata da molti anni con Assisi. La scomparsa dei cacciatori, che in passato spadroneggiavano anche grazie alla strada, ha riportato sulla montagna molte specie di mammiferi e uccelli. 

La Via di Francesco, dai 440 metri di quota di Assisi, segue il frequentato viottolo che sale all’Eremo delle Carceri, 792 metri, dove il Santo e i suoi seguaci si ritiravano (“carceravano”) periodicamente per purificarsi dai peccati, e che è stato riedificato nel Quattrocento per iniziativa di San Bernardino da Siena.
Da qui, lasciata la Via che continua in direzione di Spello, si può proseguire sul sentiero segnato che sale al rifugio di Vallonica e poi all’altopiano sommitale e alla cima. Chi non vuole affrontare l’intera salita da Assisi alla vetta può scegliere tra la prima (fino all’Eremo) e la seconda parte del percorso. A causa della quota, in estate la salita iniziale è molto calda. In alto, d’inverno, la neve resta sul terreno di rado.  

Da Assisi all’Eremo delle Carceri

(370 m di dislivello, 2.30 ore a/r, E)

Dalla Basilica di San Francesco (440 m) si attraversa in salita il centro storico di Assisi verso la Piazza del Comune e la Porta Cappuccini. Dopo averla traversata, si piega a sinistra e si sale verso la Rocca Minore, per poi proseguire lungo una carrareccia nel bosco, indicata dai segnavia CAI 350 e 351, e da quelli giallo-blu della Via di Francesco.
La salita termina sulla strada asfaltata, lungo la quale si scende a destra all’Eremo delle Carceri (792 m, 1.15 ore) circondato da una magnifica lecceta. Il monumento, e le grotte-romitorio che lo circondano, meritano una visita attenta. La discesa ad Assisi richiede un’ora.

Dall’Eremo delle Carceri al Monte Subasio

(500 m di dislivello, 3.45 ore a/r, E)

A sinistra dell’ingresso dell’Eremo, che si può raggiungere anche in auto da Assisi, si segue a piedi la strada asfaltata che lo aggira, e poi si piega a sinistra sul sentiero (segnavia CAI 350) che risale il Fosso delle Carceri e poi il Bosco di Vallonica fino all’omonimo rifugio (1059 m, 1 ora), in cattive condizioni. Si continua verso destra su una carrareccia a mezza costa fino alla panoramica Croce di Sasso Piano (1124 m, 0.30 ore), affacciata sulla Valle Umbra. Si riprende a salire sui pascoli, e poi si raggiunge e si segue verso sinistra la strada sterrata che attraversa l’altopiano sommitale.
Alla fine, oltre una recinzione, i segnavia bianco-rossi conducono alla vetta del Monte Subasio (1290 m, 0.45 ore), dove sono un cippo di pietra e dei pannelli che indicano vette e città dell’Umbria, ma non il Gran Sasso, che è ben visibile nelle giornate serene. La discesa per lo stesso itinerario richiede 1.30 ore fino all’Eremo. 

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