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Manaslu, iniziati gli arrivi sugli 8163 metri della vetta

Sabato hanno toccato cima i primi Sherpa, i team composti di guide e clienti hanno iniziato ad arrivare lunedì mattina. In tutto, secondo i dati ufficiali, gli stranieri che aspirano alla cima sono 371. Tra loro lo spagnolo Carlos Soria, 86 anni

Prima gli Sherpa, poi il mondo. Si può sintetizzare con queste parole quello che accade in questi giorni sul Manaslu, la decima montagna della Terra. Nella tarda serata di sabato 20 settembre, come ha comunicato la Expedition Operators Association nepalese, il team di Sherpa incaricato di attrezzare la via normale della montagna ha completato il suo lavoro.

Negli anni scorsi, una gara d’appalto aveva assegnato a una delle agenzie presenti sulla montagna il compito di piazzare le corde fisse. Quest’anno, la EOA ha organizzato direttamente il lavoro, arruolando sei degli Sherpa più esperti. Sabato Chhiring Bhote, Pasang Sherpa, Hira Bhote, Tashi Sherpa, Karma Sharki Sherpa e Lhakpa Sherpa hanno completato il lavoro, aprendo la via a tutti gli altri.

Secondo gli ultimi dati del Ministero del Turismo di Kathmandu, ben 371 alpinisti stranieri hanno ottenuto il permesso per tentare la cima nella stagione post-monsonica del 2025.
Insieme a loro, sta salendo un numero più o meno analogo di Sherpa. Da qualche anno, dopo che le aperture intermittenti del confine cinese hanno complicato le spedizioni al Cho Oyu, il Manaslu è diventato il più frequentato tra gli “ottomila”. In queste settimane molti Sherpa tentano di salirlo rapidamente, per poi dedicarsi tra ottobre e novembre ai trekking o ai “trekking peak”, le cime facili di 5000 o 6000 metri di altezza.

In 34 già in vetta. E il meteo è ancora favorevole

Dopo i sei Sherpa che hanno attrezzato la via, il primo team a raggiungere gli 8163 metri del Manaslu è stato quello della Seven Summit Treks, una delle agenzie più conosciute e importanti. Facevano parte del gruppo 17 guide di etnia Sherpa, Tamang e Bhotia (cioè proveniente dal Tibet). Una di loro, Pasang Tenje Sherpa, ha compiuto l’ascensione senza respiratore e bombole.
I clienti, 17 anche loro, provenivano da 12 Paesi diversi. Cinque alpinisti della Repubblica Popolare Cinese, due arrivati dalla Russia, uno ciascuno di Singapore, Australia, Regno Unito, Kazakhstan, Ucraina, Norvegia, Germania, Svizzera, Finlandia e Taiwan. Sarebbe interessante sapere com’è stata la convivenza tra ucraini e russi, e quella tra il taiwanese Yin-Kuei Hsu, unico a salire senza ossigeno e i cinque della Cina di Pechino.

Nelle prossime ore, dovrebbero arrivare sul Manaslu anche i team della 8k Expeditions e delle altre agenzie (una quindicina) nepalesi e straniere, inclusi gli altri clienti di Sever Summit Treks, che ha annunciato di averne con sé ben 62. Fanno parte di questo elenco gli spagnoli Carlos Soria, 86 anni, e Luis Miguel Soriano, e il boliviano Hugo Ayaviri, guida alpina di La Paz, che punta a salire senza respiratore e bombole.

Secondo le previsioni il meteo sul Manaslu dovrebbe restare ottimo per vari giorni, con mattinate di sole, venti moderati e leggere nevicate solo nel pomeriggio-sera. Alla fine delle spedizioni, sarebbe interessante sapere quanti delle guide e dei clienti hanno raggiunto il punto più alto della montagna, e quanti si sono fermati 30-35 metri più in basso, evitando un ripidissimo pendio o un’aerea crestina di neve.

La questione, com’è noto, era stata sollevata nell’estate del 2022 dal tedesco Eberhard Jurgalski e dal sito www.8000ers.com. Un anno prima, l’avevano fatta notare le immagini riprese dal drone dell’australiano Jackson Groves, in cui si vedevano decine di alpinisti festeggiare su una sella nevosa più in basso della cima, mentre solo una cordata stava salendo più a destra in direzione del vero punto più alto.

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