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Ancora vandali d’alta quota: abbattute le croci e la Madonnina sul Basodino

La montagna a cavallo tra Val d’Ossola e Canton Ticino è stata presa di mira dai vandali che avevano già colpito in Valsesia e nel Biellese. Anche i libri di vetta o dei bivacchi sono mirino

L’ultimo raid è stato scoperto nei giorni scorsi e reso pubblica dalle pagine del Corriere del Ticino. I vandali d’alta quota sono entrati in azione sulla vetta del Monte Basodino (3277 m) a cavallo tra la Val d’Ossola e il Canton Ticino: «hanno rotto la Madonnina, buttato giù la croce, strappato il libro di vetta. È successo molto probabilmente la mattina presto», ha confermato Roberto Iori, responsabile della Capanna Basodino (di proprietà del CAS Locarno).
In realtà le croci abbattute erano due e con loro sono scomparse anche le bandierine a loro legate: «È tutto talmente diverso da sembrare un’altra vetta» ha affermato sconsolata Letizia Cislini sulla pagina del gruppo Facebook «Escursioni e capanne del Canton Ticino» da Letizia Cislini.

Inspiegabili, ancora una volta, i motivi del gesto compiuto da persone esperte e in grado di superare i circa 1200 metri di dislivello che portano alla vetta.
Per le montagne della Val d’Ossola, della Valsesia e del Biellese questa è davvero un’estate senza pace. I vandali hanno infatti colpito ripetutamente, come denunciato dal raggruppamento sezioni Est Monterosa del CAI. A inizio luglio il libro del Bivacco delle guide Beniamino Farello, situato nella zona delle Caldaie, all’Alpe Veglia, era stato bruciato. Un episodio analogo si è verificato anche sulla vetta del Pizzo Pioltone (2.612 m), in alta Valle Bognanco, dove il libro di vetta è stato completamente tagliuzzato ed è stata distrutta a colpi di pietra anche la cassetta in acciaio che lo conteneva. In precedenza, anche la croce di vetta del Pizzo Tignaga (2.653 m), tra la Valle Anzasca e la Valsesia era stata presa di mira. In questo caso erano stati rimossi alcuni bulloni, compromettendo la stabilità della struttura. Sul Monte Tagliaferro (2.964 m), tra la Valsesia e la Val Sermenza, la Madonnina è stata divelta, la lapide commemorativa è stata danneggiata e la custodia del libro di vetta resa inutilizzabile. Un atto vandalico aveva colpito anche la Madonnina del Monte Bo (2.071 m), la cima del Biellese sullo spartiacque tra la Valle Sessera e la Valle Cervo.

Un elenco lungo quanto triste. Ma soprattutto sono incomprensibili le ragioni alla base di questi gesti, a meno di non valore fare ricorso all’imbecillità di pochi. Con la speranza che non si scateni una corsa all’emulazione.

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