Creste e pareti della Dent Blanche raccontate da Alessandro Gogna
Il profilo della splendida montagna del Vallese, in Svizzera, è disegnato da quattro creste che cingono altrettante pareti. L’ampio reportage pubblicato sul numero 135 di Meridiani Montagne racconta le più importanti salite sulla “mostruosa civetta”, come la definì Guy de Maupassant
Una piramide quasi perfetta di gneiss d’Arolla, che si erge fino a 4357 metri di quota, dai tre bacini ghiacciati del Glacier de la Dent Blanche, dello Schönbielgletscher e del Glacier du Grand Cornier. Guy de Maupassant la descrisse come una “mostruosa civetta”. La Dent Blanche, a cui è dedicato il numero 135 di Meridiani Montagne attualmente in edicola, non è soltanto la montagna più bella della Val d’Hérens ma è una delle vette più estetiche del Canton Vallese e solo la vicinanza con il Cervino ne oscura parzialmente la meritata fama. Quattro creste ne raggiungono la sommità cingendo altrettante pareti e propongono agli alpinisti un ampio e stimolante terreno di gioco, reso più agevole da rifugi strategicamente collocati sui diversi versanti.
Alla storia della conquista di creste e pareti della Dent Blanche è dedicato l’ampio reportage pubblicato su Meridiani Montagne scritto da Alessandro Gogna, ricco di curiosità oltre che da rigorosi riferimenti storici.
Ecco qualche breve passaggio dell’articolo di Alessandro Gogna dal titolo “4357”

Cresta sud, facile ma non troppo
…La definizione di “normale”, per un itinerario, è spesso sinonimo di facile e talvolta poco interessante: non è così per la Dent Blanche. La via è bella e in realtà non è poi così facile, perché richiede attenzione continua, visto che non è addomesticata con corde fisse come le creste del Cervino (Hörnli e Leone). La prima ascensione riuscì agli inglesi William Wigram e Thomas Stuart Kennedy, accompagnati dalle guide Jean-Baptiste Croz e Johann Kronig, il 18 luglio 1862. Con un dislivello di 850 metri, è classificata AD: il punto chiave è il superamento del Grand Gendarme, che presenta un passaggio di III+ …
Quattro asini sotto le cornici ghiacciate
…L’Arête des Quatre Ânes sembra penetrare come una freccia nei seracchi del Glacier du Grand Cornier…
…Piccoli gendarmi e placche possono costituire problemi talvolta delicati. A inizio stagione, ghiaccio o neve ricoprono la roccia e l’ascensione diventa molto difficile. Più in alto, a una spalla ripida, la cresta diventa nevosa con grandi cornici. Queste, di solito, strapiombano sul versante di Schönbiel e la progressione può richiedere molto tempo, nonostante l’apparente facilità del terreno. In occasione della prima ascensione della cresta, l’11 agosto 1882, la guida Ulrich Almer dovette faticare molto per aprirsi una via sino alla vetta. Le cornici e le cattive condizioni della neve gli fecero temere il peggio. Giunto in cima, passati i timori, rivolto ai compagni esclamò: “Comunque siamo quattro asini [ânes] per essere saliti di qui”. I suoi compagni erano gli inglesi John Stafford Anderson e Georges Percival Baker, con una seconda guida, Aloys Pollinger…
Nord-nordovest, la cresta più difficile
…La cresta nord-nordovest è nettamente più aspra, più ripida e pone difficoltà ben più serie di tutte le altre della Dent Blanche….
…Il 20 luglio 1928, Ivor Armstrong Richards e signora (miss Dorothy E. Pilley), con le guide Joseph e Antoine Georges, ne fecero invece la prima salita. Dal colle seguirono la cresta sino a un primo sbarramento di placche, che aggirarono a sinistra. Un grande salto li costrinse a una lunga traversata di oltre duecento metri verso destra fino a un’altra diramazione della cresta. Questa traversata, poco agevole, avviene su placche sovente ricoperte di neve o ghiaccio. L’assicurazione è complicata e a volte puramente simbolica. Nel 1961, Georges Perrenoud e Hugo Weber aprirono una variante molto difficile, ma più sicura, che non inizia dal colle. bensì molto più a destra, e sale direttamente lungo la già citata diramazione…