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Ancora troppi incidenti sulle ferrate. Come ridurre i rischi

Il caso dei due escursionisti coreani soccorsi sulla ferrata Costantini senza alcun tipo di attrezzatura è stato solo il più eclatante del fine settimana appena concluso. Ma gli operatori del CNSAS hanno davvero fatto gli straordinari a causa di distrazioni o atteggiamenti incoscienti

Quello appena concluso è stato un fine settimana di superlavoro per il Soccorso alpino, i cui operatori sono stati impegnati in decine di interventi. Molti di questi – dal Piemonte al Veneto, dal Trentino alla Toscana -hanno riguardato escursionisti che percorrevano vie ferrate. Ha avuto ampia risonanza, anche sui media non specializzati, il soccorso portato ai due sudcoreani bloccati lungo la ferrata Costantini sulla Moiazza, nelle Dolomiti Agordine: forse per un errore di percorso i due hanno imboccato il percorso attrezzato senza disporre di alcun tipo di attrezzatura specifica e appesantiti da zaini voluminosi che rendevano ulteriormente pericoloso il procedere. Ciononostante hanno proseguito fino a trovarsi in seria difficoltà nel tratto più impegnativo della ferrata. La dea bendata e, soprattutto, l’intervento del Soccorso Alpino di Agordo hanno evitato la tragedia.
Non si è tratto, purtroppo di un caso eccezionale. Sono sempre troppo numerosi coloro che affrontano senza attrezzatura e capacità tecniche le ferrate, forse convinti che la presenza di cavi, scalette e scalini possa evitare difficoltà.

Superficialità, incoscienza, inadeguatezza sono alla base degli incidenti più gravi. Per chi percorre una ferrata adeguatamente attrezzato i rischi di riportare danni gravissimi sono ridotti. In casi di scivolata, infatti, si rimane comunque attaccati alle protezioni limitando così la caduta a pochi metri. Meglio evitare, però.

Oltre alla dotazione minima indispensabile – kit da ferrata, casco, calzature con una suola dal miglior grip – occorre prestare attenzione ai bollettini meteo, perché a causa dei materiali metallici dei quali il percorso attrezzato è costituito, è pericolosissimo essere sorpresi da un temporale. In questo caso bisogna, se possibile, allontanarsi dal tragitto oppure identificare il luogo più idoneo per una sosta sicura. E incrociare le dita.

Al momento di è pianificare la gita è anche importante conoscere la lunghezza e il livello di difficoltà dell’itinerario consultando relazioni ormai facilmente reperibili, senza dimenticare che anche per questo tipo di itinerari esiste una classificazione ufficiale.
Non solo le difficoltà tecniche , però. Per valutare se una ferrata è adatta ai propri mezzi occorre sapere molto altro, a partire dai fattori ambientali: quota, esposizione, periodo in cui si vuole percorrere.  Anche l’avvicinamento all’attacco fa la differenza: cambia tutto se l’attacco della via si trova dopo 1000 metri di salita o a poca distanza dall’arrivo di un impianto di risalita. Da non sottovalutare, infine, condizioni e difficoltà del percorso di discesa.

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