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Il cavo, la sbarra, i posteggi: buone notizie da Campo Imperatore

Nella grande bellezza del Gran Sasso, da anni, spiccano i problemi dell’area intorno all’Albergo. La sbarra che chiude la strada quando il posteggio è pieno e l’apertura estiva della seggiovia consentono al massiccio di accogliere meglio i visitatori

La piana di Campo Imperatore, il “piccolo Tibet” d’Abruzzo, resta un luogo magico, e viene scoperta ogni anno da migliaia di appassionati di montagna. Alla sua estremità occidentale, però, intorno all’Albergo, alla funivia che lo raggiunge da Fonte Cerreto e al vicino posteggio a 2130 metri di quota utilizzato in estate dagli escursionisti e dagli alpinisti diretti al Corno Grande, alle altre vette e ai rifugi, si concentrano da anni dei seri problemi.  

Il cantiere per il restauro dell’Albergo di Campo Imperatore, che qualche anno fa era finalmente partito, è fermo da tempo. La funivia, che d’inverno è l’unico mezzo meccanico per raggiungere la zona, ha traversato due anni di crisi per un problema legato alle funi. Da tempo, per gran parte dell’estate, l’afflusso incontrollato di auto, moto, bus e camper sul piazzale crea ingorghi, disagi e situazioni di pericolo. 

Finalmente, però, da Campo Imperatore arrivano delle buone notizie. Il Comune dell’Aquila, proprietario dell’impianto attraverso il Centro Turistico del Gran Sasso, comunica che la sostituzione delle funi va avanti di buon passo, e che l’ultimo dei quattro nuovi cavi (ognuno è lungo più di tre chilometri) è arrivato sul cantiere. Nel prossimo inverno la funivia dovrebbe lavorare a pieno ritmo, senza le limitazioni di capienza degli anni scorsi. 

Negli affollati weekend di giugno, però, è riesploso il problema del posteggio selvaggio e degli ingorghi, acuito dal fatto che il cantiere per la sostituzione delle funi ha occupato buona parte del parcheggio accanto all’albergo. Ma dal primo weekend di luglio questo problema è stato affrontato e risolto. 

Per decisione di Gianluca Museo, l’avvocato aquilano che dal 2024 è amministratore del Centro Turistico del Gran Sasso, al bivio delle Fontari, tre chilometri a valle dell’Albergo, è stata installata una sbarra che viene abbassata quando il parcheggio a 2130 metri di quota è pieno. Quando auto, bus e altri mezzi se ne vanno, il traffico viene nuovamente consentito. 

Quando la sbarra è chiusa, gli autoveicoli vengono deviati verso la conca delle Fontari, 1900 metri di quota, dove funziona un rifugio-ristorante. Da qui una seggiovia, solitamente utilizzata solo nella stagione sciistica, consente di salire in pochi minuti all’Albergo, all’Ostello e all’inizio dei sentieri. Il posteggio delle Fontari è gratuito, il biglietto a/r della seggiovia costa 8 euro per gli adulti. 

Sulle Alpi (non dovunque, però), una soluzione dettata dal buonsenso come questa non sarebbe nemmeno una notizia. Al Gran Sasso e nel resto dell’Appennino lo è, ed è utile che venga diffusa e conosciuta. 

Attendiamo notizie sul restauro dell’Albergo, sui lavori di sistemazione dell’Ostello che include la stazione di arrivo della funivia del 1934, e naturalmente sulla conclusione del lavoro sulle funi. Il massiccio più alto dell’Appennino merita una “porta” in condizioni migliori. La sbarra e l’apertura della seggiovia sono un passo di grande importanza. 

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