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Si inaugura domani il Bivacco Vaccari nel Gruppo del Cridola, in Veneto

La nuova struttura sostituisce quella del 1977 ormai vetusta. Essenzialità e rispetto per l’ambiente i principi ispiratori dei progettisti

Verrà inaugurato ufficialmente domenica 20 luglio il nuovo Bivacco Vaccari posto tra le Dolomiti d’Oltre Piave e le Dolomiti Friulane nella conca de La Cuna, a 2050 metri di altitudine. La nuova struttura, installata già nell’autunno 2024 in due settimane di lavoro, è andata a sostituire il precedente bivacco datato 1977 “modello Berti”, che presentava ormai i segni del tempo (ruggine diffusa, vernice scolorita, scarsa igiene interna, vecchi materassi logori e un generale stato di abbandono).

Rosso come il precedente e con forme e volta a botte come il Bivacco Lomasti nelle Alpi Carniche Orientali in comune di Moggio Udinese, da cui i progettisti hanno dichiaratamente preso ispirazione, il nuovo bivacco è stato realizzato dall’azienda friulana Legnolandia in legno di larice. Il legno è stato prelevato nelle vicinanze del sito di produzione, valorizzando la filiera locale: “L’intera struttura è stata suddivisa in pochi carichi ottimizzati – riferiscono i produttori – basamento, pavimento, scocca delle pareti e copertura e trasportato in quota mediante elicottero, riducendo al minimo l’impatto ambientale e il disturbo della fauna”.
La spesa affrontata dalle sezioni Cai di Lorenzago di Cadore e Montebelluna (quest’ultima comproprietaria della struttura) e di circa 45.000 euro, con fondi propri, di soci e di alcuni sponsor istituzionali (il valore effettivo dell’opera è di circa 60.000 euro). Il bivacco è appoggiato su sei plinti di cemento, ed è dotato di impianto fotovoltaico; internamente è privo di materassi ed una porta scorrevole suddivide la zona notte dallo spazio di stoccaggio per attrezzatura, ripiani per zaini, tavolino pieghevole, attaccapanni e prese USB. Quindici centimetri di lana di roccia lo isolano dal freddo.

Abbiamo puntato sull’essenzialità – dice Emilio Fabbro, dal 2000 presidente della sezione Lorenzago del Cai – e anche, di proposito, su un comfort limitato per evitare che il bivacco venga frequentato in maniera scorretta”. Anche per questo motivo fino ad oggi non è stata fatta grande pubblicità del rinnovo del manufatto: “Temevamo un grosso impatto sui social”, aggiunge.

Collocato al confine tra Carnia e Cadore, tra i comuni di Forni di Sopra e Lorenzago, il bivacco, situato un centinaio di metri sotto la Forca del Cridola, è considerato un ottimo punto di appoggio da chi percorre l’Alta via numero 6, detta “dei Silenzi”, anche se è un po’ defilato dal percorso: sono centottanta le firme sul libro del bivacco nel 2024, già ottanta nel 2025.

Furono duecento i partecipanti all’inaugurazione della vecchia struttura nel l’agosto 1978 ed è plausibile che saranno almeno altrettanti coloro che parteciperanno all’evento di domenica 20 luglio. Infatti il significato di questo lavoro “è anche quello di ricercare legami andati perduti nel tempo fra Lorenzago e Montebelluna, fra le sezioni confinanti del Cai di Forni di Sopra e Lorenzago ed anche con le tante persone che non frequentano spesso la zona del Cridola”, dice ancora Fabbro.

Il bivacco è intitolato fin dall’origine ad Aldo Vaccari, ingegnere chimico e figlio dei fondatori della Nordica scomparso nel 1972 che “fu, assieme ai cugini – così riporta il figlio Ado -, l’innovatore dello scarpone in plastica con una tecnologia simile a quella adottata da Bob Lange negli U.S.A.”. Nel 2001 il bivacco fu cointitolato alla cugina di Aldo, Miranda, scomparsa in Nepal.

Appuntamento alle 11 per la messa, officiata dal vescovo della diocesi di Belluno Feltre Renato Marangoni e per gli escursionisti alle 6.30 dalla località Borbe o da Passo Mauria.

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