L’ultimo dei custodi notturni: a tu per tu con Josef Lugger
Ad Obertilliach, nelle Alpi austriache, si perpetua un mestiere antichissimo e quasi dimenticato
Ne avevamo sentito parlare durante lo scorso Tour of the Alps, gara di ciclismo su strada che si corre ogni anno fra le strade dell’Euregio (in Trentino Alto Adige per la parte italiana e in Tirolo per quella austriaca): Obertilliach e i suoi 1.450 metri sul livello del mare sono stati teatro quest’anno del quarto arrivo di tappa, fra l’alternarsi di pascoli tipicamente alpini ed aspre rocce calcaree. Nonostante la quota, Obertilliach sta all’Austria come Riva del Garda sta al Trentino: grazie alle influenze meteorologiche provenienti da sud, infatti, il villaggio vanta un clima decisamente mediterraneo, in special modo nei mesi estivi. Ma la vera particolarità di questo borgo non è legata tanto alle sue temperature miti quanto piuttosto al permanere di una figura professionale altrimenti difficile da rintracciare, sostituita spesso da efficientissimi sistemi di allarme o dall’indifferenza che caratterizza i rapporti di vicinato anche nei paesi di montagna meno popolosi, dove le relazioni interumane dovrebbero farla da padrone. Stiamo parlando del custode notturno, un guardiano che perlomeno in passato svolgeva importanti funzioni di sicurezza pubblica, specie nei borghi montani più isolati. Ad Obertilliach – 688 abitanti nel distretto di Lienz – il guardiano notturno non è mai venuto meno, anzi: recentemente Josef Lugger, che ricopre questo ruolo dal 2021, è stato ammesso a far parte della Confraternita Europea dei Custodi Notturni e dei Torrieri, confermandosi come l’ultimo guardiano notturno rimasto nelle Alpi austriache. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo, facendoci raccontare la sua storia e quella della sua professione.
Lei è custode notturno dal 2021, che cosa la lega a Obertilliach e a questa antichissima tradizione? Come ha cominciato?
«Il mio predecessore, Helmut Egartner, ha ricoperto per molti anni il ruolo di custode notturno con grande impegno e dedizione. Purtroppo, a causa di problemi di salute, non gli è stato più possibile continuare a farlo, dunque su invito dell’amministrazione comunale – soprattutto nelle persone di Gerhard Scherer e Hansjörg Schneider, che non volevano perdere quest’importante e tradizionale figura – ho deciso, con entusiasmo di accettare l’incarico».
Dunque prima faceva tutt’altro.
«Direi di sì. Sono comunque originario di Obertilliach, così come i miei genitori. Sono nato in questo paese e cresciuto con i miei fratelli nella trattoria di famiglia a Rals, che in seguito ho anche rilevato e gestito, per molti anni. Ho lavorato a Obertilliach dapprima come addetto agli impianti di risalita, poi come agricoltore ed infine anche come boscaiolo. Pure mia moglie, che è stata per molto tempo mia vicina di casa, è originaria di Obertilliach. Sono profondamente legato alla mia terra e la considero con grande affetto e riconoscenza, due elementi che mi hanno spinto ad accettare questo incarico, spesso considerato ormai vetusto o inutile».
A tal proposito, la sua figura ha uno scopo soltanto come presidio turistico e culturale oppure “custodisce” realmente la città? Effettua ronde notturne ogni giorno?
«Un tempo, il guardiano notturno svolgeva un’importante funzione di protezione per il paese: era considerato il custode della comunità e si assicurava, mentre tutti dormivano, che le cose fossero in ordine e al proprio posto. In un villaggio compatto come Obertilliach, dove le case sono costruite molto vicine tra loro, un incendio non individuato in tempo avrebbe potuto avere conseguenze devastanti. Oggi, il ruolo del guardiano notturno è principalmente di natura culturale e turistica. Non si tratta più di garantire la sicurezza, bensì di mantenere vive la storia e le tradizioni del nostro paese, offrendo ai visitatori uno sguardo suggestivo sul passato in modo coinvolgente e al tempo stesso informativo. Comunque sia, tre volte alla settimana effettuo le mie ronde come custode notturno nel paese sia accompagnato da turisti curiosi, sia da solo. Come un tempo».
Qual è la parte che più le piace del suo lavoro?
«Il contatto diretto con le persone e la possibilità di trasmettere loro qualcosa. Sono particolarmente orgoglioso di essere stato accolto, di recente, nella Confraternita Europea dei Custodi Notturni e dei Torrieri, associazione che raccoglie un centinaio fra campanari e guardiani ancora in attività in piccoli borghi del continente. È un riconoscimento che mi conferisce l’onore e la responsabilità di essere l’unico guardiano notturno ufficialmente riconosciuto e attivo in Austria. Amo partecipare agli incontri con i miei colleghi, momenti preziosi di confronto e condivisione di esperienze, che arricchiscono il mio lavoro e mi offrono nuovi stimoli. Questa comunità rafforza non solo la mia motivazione personale, ma anche la consapevolezza dell’importanza di questa antica tradizione».
Dopo di lei questo mestiere andrà a morire o c’è qualcuno che è pronto a prendere il suo testimone?
«Spero vivamente che la carica del custode notturno non venga dimenticata e che si riesca a trovare presto qualcuno che possa portare avanti questa tradizione. Per me è molto importante che il sapere e le usanze legate a questo ruolo rimangano a disposizione di tutti, anche delle future generazioni. Fortunatamente abbiamo ancora un po’ di tempo per cercare un degno successore (ride, ndr), l’importante è che possa assumersi questo incarico con la stessa passione e dedizione. Fino ad allora continuerò a svolgere il mio compito con orgoglio e impegno, finché la salute e le circostanze me lo permetteranno».