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Alla “Biblioteca del lupo”, per consultare libri sui selvatici e scoprire una montagna vera

La preziosa open air library si trova a 1300 metri di quota lungo un sentiero della Valchiusella (TO). L’importanza delle fototrappole per incrementare la conoscenza

Nei boschi sopra Traversella, in Valchiusella (TO), si cela una biblioteca speciale. Un luogo dove consultare libri dedicati alla natura, alla tutela, in un contesto naturale essenziale.

È la “Biblioteca del lupo”, nata 6 anni fa sul sentiero che porta verso il rifugio Chiaromonte, in una baita di fine Ottocento, non ristrutturata. Una biblioteca che è un prezioso archivio dedicato non solo al lupo, da cui prende il nome, ma a animali e piante, alla visione selvatica dell’esistere, un’open library con migliaia di libri spesso introvabili, preziosissimi, da consultare sul grande tavolone in legno, in mezzo alla natura. Una sorta di santuario alpestre, semplice e naturale.

Creatrice del progetto “Biblioteca del lupo” è Greta Silva, che ha scelto di lasciare Milano, e un lavoro come stilista nel suo atelier, per scoprire e vivere la vera montagna. “Sono arrivata in Valchiusella 11 anni fa, in modo abbastanza casuale: cercavo una buona esposizione, per utilizzare i pannelli solari per l’energia elettrica, una sorgente, per l’acqua, e l’accesso solo da sentiero. Qui ho trovato tutto questo e  solo dopo ho scoperto tutto quello che c’era intorno. Ero arrivata con la voglia di fare esperienza. E la sto continuando a fare”, spiega. “Mi sono approcciata alla montagna con l’idea che me la sarei dovuta cavare, che non dovevo aver paura, che ce l’avrei fatta. Con il passare del tempo, accumulando giorni di vita in montagna, mi sono resa conto, invece, che la paura è una compagna di vita preziosa. Siamo esposti ai nubifragi, alle trombe d’aria, alla violenza del vento, alla neve. Mi è successo di uscire, in pieno inverno, con le ciaspole, per andare verso valle, facendo un’enorme fatica per nulla. Ora ho imparato, le energie vanno gestite, quando le condizioni in montagna sono difficili si sta in casa. Ho fatto tesoro dell’esperienza”, spiega Greta.

Ogni sua parola è soppesata, attenta. Si percepisce che ha avuto tempo per riflettere, per valutare. “Ho scoperto molta fragilità qui in montagna, ho visto morire tantissimi animali e da questa condizione è emerso un senso di cura per ciò che mi circonda”, spiega.  Da qui l’idea della biblioteca “Perché solo se conosci puoi amare e tutelare”, aggiunge.  “Arrivata qui ho sentivo la necessità di informarmi, di saperne di più. Ho iniziato a cercare libri, anche rari, quasi introvabili. Quando hanno incominciato ad essere tanti, a richiedere grandi spazi, ho pensato alla biblioteca. C’era la stalla libera, vicino a casa, ed era il posto giusto: inserire i libri nelle mangiatorie è un messaggio forte, che racconta un modo diverso di vivere la montagna. Ora i libri sono soprattutto sul loggiato della vecchia malga, all’esterno, ma coperti dal tetto: accessibili. Perché vorrei che possano essere occasione di incontro, di confronto, di ascolto, di osservazione. La “Biblioteca del lupo” può essere la meta di un’escursione, l’occasione per un picnic, lo spunto per vagare per i boschi, con gli occhi aperti e la voglia di stupirsi”, aggiunge Greta Silva. “Qualcosa di diverso dalla montagna legata al consumo”.

Parte fondamentale del progetto “Biblioteca del lupo” è il fototrappolaggio. “È nato per modificare la narrazione della presenza dei lupi nella valle che facevano cacciatori e pastori. Volevamo dare informazioni reali sulla presenza dei lupi, creare una sorta di diario condiviso fatto di tante voci aperto alle collaborazioni: ognuno, come e quanto può, partecipa, per dare informazioni chiare e precise”, spiega Greta. Lei e Mattia, un amico appassionato di natura, gestiscono una quindicina di fototrappole. “Ci muoviamo parecchio, apriamo nuove vie, ci avventuriamo in zone lontane con l’obiettivo di documentare la presenza del lupo e non solo la sua. Nel 2019 ero entrata in contato con una famiglia di lupi, poi durante la pandemia era stato possibile riprenderli, rilassati, insieme. Poi il loro numero era calato, per tre anni non c’erano state riproduzioni”, aggiunge Greta. Il ritorno degli uomini con i fucili, nei boschi, era stato fatale. Proprio per combattere il bracconaggio e qualsiasi pratica che viola le leggi, la “Biblioteca del lupo” vuole avere chiara la mappa della presenza dei lupi in Valchiusella ma anche nelle zone vicine, tra la Val Sacra e il Vallone del Savenca: chi presidia la valle, chi è in dispersione e, se c’è una famiglia, come e quando si sposta. “L’unico lupo che ho trovato morto, in questi anni, era tumulato, sotto delle pietre. Ho brancolato nel buio, a lungo, ma senza mai mollare”, aggiunge Greta Silva.  “Ma quando per anni ti impegni in un lavoro di ricerca, minuzioso, alcuni lo capiscono e ti danno qualche dritta. Così stiamo costruendo una relazione con le persone, c’è sempre timore, prudenza, ma iniziano ad arrivare le segnalazioni, c’è chi ci dice se ha visto o sentito qualcosa relativo alla caccia di frodo”, aggiunge.

Il valore scientifico del presidio e della ricerca portato avanti da Greta è stato valutato positivamente anche dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha coinvolto ufficialmente la “Biblioteca del lupo” nel primo monitoraggio sulla popolazione del lupo in Italia, durato quasi cinque anni. “Il fototrappolaggio ci ha aperto tantissime vie: ognuno a suo modo può partecipare, possiamo condividere, ottimizzare i dati e, soprattutto, ci permette di fare qualcosa per la montagna, sgretolando quella visione un po’ superficiale che spesso avvolge le alte quote, viste semplicemente come luogo di svago e di divertimento”, commenta con un sorriso Greta Silva. Che conclude la nostra chiacchierata esprimendo un desiderio. “Siamo sempre trafelati, rallentiamo, guardiamoci intorno, osserviamo e creiamo vera passione. Vorrei che le persone vivessero in una dimensione più umana, senza ansia di prestazione. Vorrei che si tornasse in montagna in momenti diversi, per conoscere bene un territorio, creando una relazione sincera”.

La Biblioteca del Lupo si trova a 1300 metri di quota, in una zona dove la vegetazione inizia ad alleggerirsi e dove la fanno da padroni sorbi, ginestre, betulle e ciliegi selvatici e, poco sopra, i rododendri. Una zona preziosa, anche perché ospita incisioni rupestri, antichissime. Qui, questa biblioteca indipendente e autogestita, si finanzia con la vendita di piccole autoproduzioni creative. Si tratta di micro finanziamenti fondamentali per ripristinare il parco delle fototrappole, spesso danneggiato, per mantenere la biblioteca e le due asine che erano state abbandonate in quota e ora vivono accanto alla malga. “Apriamo tutti i week end di bel tempo, dalle 10 alle 17 e oltre a me ci sono una decina di volontari che collaborano per mantenere viva la biblioteca e tutte le sue attività”, conclude Greta.

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