
Lontano dai riflettori che illuminano le cime più alte, in Karakorum c’è ancora tantissimo spazio per l’alpinismo di esplorazione. Un tema caro al giapponese Takayasu Semba che ha recentemente guidato una spedizione composta anche dai nepalesi Mingma Nurbu Sherpa, Pemba Geljen Sherpa e Ngima Nurbu Sherpa, su una cima vergine di 5860 metri nella zona di Kanday.
Lo stesso gruppo, insieme a Shinji Tamura, aveva già tentato questo obiettivo nel 2023, ma quest’ultimo era precipitato per 70 metri mentre si trovava alla quota di 5380 metri insieme allo stesso Semba. Nonostante il tentativo del compagno di cercare aiuto chiamando i soccorsi, per Tamura non c’era stato niente da fare.
Quest’anno Semba ha deciso di riprovarci. Il 20 giugno i quattro hanno montato il loro campo base sul ghiacciaio alla base della montagna, e hanno lavorato per un paio di settimane alla ricerca della migliore via di salita e al piazzamento delle corde fisse. Lungo la linea di ascesa sono infatti presenti tratti tecnici, come quello che ha causato la caduta di Tamura nel 2023. Approfittando di una finestra meteo favorevole il team è riuscito a partire per la vetta perfino in anticipo rispetto ai programmi. La salita stavolta è filata del tutto liscia, e i quattro hanno raggiunto la cima registrando con i dispositivi satellitari una quota di 5860 metri, invece dei 5940 che erano indicati sulle carte geografiche. Rimane da decidere il nome da dare alla montagna.