
Il sentiero che aggira il Monte Bianco è antico. Lo percorrevano i Celti, i Romani, i pellegrini del Medioevo. A metà dell’Ottocento John Ball, presidente dell’Alpine Club britannico, è il primo autore moderno a descrivere “il cosiddetto Tour du Mont Blanc”, cioè di un viaggio a piedi da Chamonix a Courmayeur attraverso i colli della Croix du Bonhomme e della Seigne.
“Un camminatore allenato, “an active pedestrian” in inglese, può passare per questa via da Chamonix a Courmayeur in due giorni” scrive l’alpinista di Dublino. “Il panorama rende questa parte della via estremamente interessante per i veri amanti della natura”. Ball spiega al lettore che “il percorso è accessibile ai muli, e a tratti addirittura ai carri, e spesso viene seguito anche dalle signore”.
Storia e origini del Tour del Monte Bianco
Il Tour du Mont Blanc moderno nasce un secolo dopo John Ball. Nell’Europa dei primi decenni del dopoguerra non vanno ancora di moda gli itinerari dei pellegrini medievali come la Francigena e il Camino de Santiago, che nel nuovo millennio conosceranno una popolarità clamorosa. In compenso, sulle Alpi, nascono le Alte Vie delle Dolomiti e decine di altri itinerari di più giorni.
Il Paese all’avanguardia è la Francia, dove il Comité National des Sentiers de Grande Randonnée crea una fitta rete di percorsi da fare a piedi, indicati sul terreno da cartelli e segnavia, e descritti in guide dettagliate. L’itinerario più lungo, il Sentier des Douaniers, segue la costa della Bretagna. Il più difficile, il GR20, traversa le selvagge montagne della Corsica. Poi tocca al Monte Bianco.
Nel 1955, a Parigi, il CNSGR pubblica la prima edizione della guida Tour du Mont-Blanc, che diventa subito il best-seller della serie. A individuare il percorso, e a descriverlo passo dopo passo, sono Marc de Seyssel e altri autori. Come la geografia impone, il sentiero traversa i versanti francese, italiano e svizzero del massiccio. La stazione di Les Houches, all’imbocco della valle di Chamonix, è il punto di partenza ufficiale.
Oltre alla passione, però, gli autori del CNSGR ci mettono un po’ di sciovinismo gallico. Nella versione iniziale, infatti, il Tour trascura il versante italiano, dove si consiglia di seguire a piedi o in bus le strade asfaltate della Val Vény e della Va Ferret. Solo negli anni Ottanta, quando il sentiero è ormai famoso, migliaia di trekker scoprono i sentieri-balcone delle valli italiane, altrettanto spettacolari di quelli svizzeri e francesi.
Il merito di questo allargamento va ai gestori dei nuovi rifugi italiani, come la guida Renzino Cosson che nei primi anni Ottanta inaugura il rifugio Bertone al Pré, di fronte al ghiacciaio della Brenva. Hanno un ruolo anche gli autori delle guide (in italiano, poi anche in francese, inglese e tedesco) del Tour, che consigliano di non trascurare lo Chécrouit, il Mont de la Saxe e gli altri belvedere valdostani.
Tour del Monte Bianco: difficoltà, lunghezza e periodo migliore
Il Tour du Mont Blanc oggi è uno dei trekking più frequentati delle Alpi. Ha una lunghezza di 160 chilometri.
Oggi il sentiero che compie il periplo del massiccio è uno dei più frequentati delle Alpi. Ha una lunghezza di 160 chilometri e un dislivello in salita e discesa di circa 10.000 metri, la quota varia tra i 1000 metri di Les Houches e i 2665 metri del Col des Fours. La maggioranza dei camminatori lo divide in 12 tappe. Per gli italiani, il punto di partenza più logico è Courmayeur.
La segnaletica è bianco-rossa con indicata la sigla TMB, che in Valle d’Aosta e in Svizzera si affianca ai segnavia locali di colore giallo. Si pernotta in rifugi e in qualche albergo o ostello (dortoir in francese) di fondovalle.
Si tratta di un classico trek di montagna, senza dislivelli eccessivi e su terreno privo di difficoltà, accessibile anche ai ragazzi allenati. I nevai che restano sul terreno anche all’inizio dell’estate consigliano di affrontarlo da luglio inoltrato a settembre. Il TMB è proposto da agenzie e tour-operator di tutto il mondo. Chi lo vuole seguire in autonomia deve prenotare con ampio anticipo i rifugi.
Tour du Monte Blanc: tappe in sintesi
Il giro del Monte Bianco è diviso in 12 tappe, di lunghezza e dislivello variabile ma senza particolari difficoltà tecniche. E’ sempre consigliabile prenotare con anticipo il rifugio in cui si intende pernottare. Indispensabile consultare sempre le previsioni meteo e mettersi in cammino con sufficienti scorte d’acqua
1.Da Courmayeur al rifugio Bertone
(760 m di dislivello in salita, 2.30 ore). Una breve salita dopo il viaggio verso la Valle d’Aosta
2. Dal rifugio Bertone al rifugio Bonatti
(790 m di dislivello in salita, 760 in discesa, 5 ore). Sui panoramici crinali del Mont de la Saxe e dintorni.
3. Dal rifugio Bonatti a La Fouly
(840 m di dislivello in salita, 940 in discesa, 5.30 ore). Dall’Italia alla Svizzera scavalcando i 2537 metri del Col Ferret.
4. Da La Fouly a Champex
(410 m di dislivello in salita, 550 m in discesa, 4 ore). Una tranquilla giornata tra boschi e vecchie costruzioni di legno, con arrivo sul lago.
5. Da Champex a Trient
(1200 m di dislivello in salita, 1340 m in discesa, 6 ore). La faticosa traversata della Fenêtre d’Arpette, 2665 metri, in vista del Glacier du Trient.
6. Da Trient a Montroc-le-Planet
(830 m di dislivello in salita, 860 m in discesa, 4.30 ore). Dalla Svizzera alla Francia, scoprendo il massiccio dal Col de Balme. Attenzione ai nevai all’inizio dell’estate!
7. Da Montroc-le-Planet alla Flégère
(1000 m di dislivello in salita, 400 m in discesa, 5 ore). Un meraviglioso sentiero-balcone, una variante tocca il Lac Blanc. I passaggi attrezzati dell’Aiguillette sono elementari.
8. Dalla Flégère a Les Houches
(710 m di dislivello in salita, 1550 m in discesa, 6 ore). Un’altra giornata meravigliosa, toccando i 2525 metri del Brévent. La discesa è lunga.
9. Da Les Houches a Les Contamines-Montjoie
(1410 m di dislivello in salita, 1210 m in discesa, 7 ore). Alpeggi e panorami ai piedi dell’Aiguille de Bionnassay. All’inizio si può “barare” con la funivia.
10. Da Les Contamines-Montjoie a Les Mottets
(1660 m di dislivello in salita, 600 m in discesa, 8 ore). La tappa più lunga del TMB, che scavalca il Col des Fours, 2665 metri, e può essere divisa in due pernottando in uno dei rifugi del Bonhomme.
11. Da Les Mottets al rifugio Elisabetta
(590 m di dislivello in salita, 350 m in discesa, 4 ore). Si torna in Italia, scavalcando i 2516 metri del Col de la Seigne e ammirando il versante più selvaggio del Monte Bianco.
12. Dal rifugio Elisabetta a Courmayeur
(440 m di dislivello in salita, 1600 m in discesa, 6.30 ore). Magnifici panorami all’inizio, poi la zona sciistica dello Chécrouit. La discesa finale può essere fatta in funivia.
Da vedere: la chiesetta di Nôtre Dame de la Gorge
A Les Contamines, la chiesetta di Nôtre Dame de la Gorge (1210 m), è un luogo importante della storia delle valli del Monte Bianco. Oggi al termine della strada asfaltata, sorveglia un tratto ben conservato di via romana scavata nella roccia. Nata nel Medioevo, ristrutturata nel 1699 da Jean de la Vougniaz (il valsesiano Giovanni da Vogna) che aveva appena rifatto la parrocchiale di St.-Gervais-les-Bains, è sempre stata un luogo di pellegrinaggio e devozione. Una scritta del 1940 ringrazia la Madonna per non aver fatto passare da qui le truppe italiane, protagoniste dell’invasione della Francia voluta da Mussolini.