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Invernale in Presolana

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Domenica 18 febbraio 2008, ore 6. Giacomo, Mattia, Sergio ed io siamo pronti a partire da Almè (Bergamo) con destinazione Pizzo della Presolana che, con i suoi 2521 metri, è considerata la “Regina delle Orobie”. La partenza della via di salita normale è posta al Passo della Presolana, da cui si prende il sentiero che conduce al rifugio Cassinelli.

Da qui si prosegue in direzione della cappella Savina e del bivacco Città di Clusone fino a raggiungere la grotta dei Pagani. Qui inizia il tratto più impegnativo che si sviluppa in circa 500 metri di dislivello. Durante la stagione estiva si incontrano ripidi canalini in cui arrampicarsi, piccole pareti da superare (massimo II grado) e tratti di roccette un poco esposti. Insomma, anche in estate, la salita in vetta non è una passeggiata alla portata di tutti; mentre in inverno lo è ancora meno.

Consapevoli delle difficoltà che incontreremo e non certi di arrivare a toccare la croce, ci incamminiamo lungo il primo tratto di sentiero accompagnati da nebbia sempre più fitta e da qualche piccolo fiocco di neve, ma riponiamo tutta la nostra fiducia nelle previsioni meteo che prevedono Sole e cielo limpido sopra i 1800 metri.

Abbiamo ormai superato da un pezzo il rifugio Cassinelli e dovremmo essere a breve alla Cappella Savina a quota 1900 e, infatti, ecco che sopra di noi si aprono spiragli di azzurro sempre più grandi, fino a quando il cielo si spalanca e ci rendiamo conto che il meteo ci ha azzeccato! Che meraviglia!

La parete sud della Presolana si innalza maestosa nel cielo limpido e sotto di noi rimane il mare di nubi dalle quali siamo appena usciti. Di colpo le paure e le perplessità di non arrivare nemmeno alla grotta dei Pagani a causa del meteo svaniscono e nel gruppo esplode l’ottimismo e l’allegria. Solo io resto scettico sulle mie possibilità di arrivare in vetta "è stata dura e complicata quest’estate figuriamoci adesso con neve e ghiaccio".

Arrivati alla grotta scarichiamo le cose che non ci serviranno durante la salita come le ciaspole, indossiamo i ramponi, prepariamo le piccozze e facciamo uno spuntino. Siamo pronti per affrontare il tratto più impegnativo.

Mattia parte davanti a tutti, mentre io Giacomo e Sergio lo seguiamo a ruota. Il primo canale da affrontare è abbastanza ripido e la neve dura, ma piano piano lo superiamo. A questo punto sorge il primo problema: la via classica di salita attrezzata con catena non è fattibile e bisogna risalire un canalino laterale dove c’è poca neve e ci si deve arrampicare sulla roccia che offre appigli non molto buoni. Con i ramponi ai piedi è ancora più complicato.

Superato con un po’ di difficoltà questo tratto proseguiamo sulle roccette dove non c’è nemmeno l’ombra di neve e ghiaccio e la salita con ramponi e piccozza non è delle più facili. Dopo un traverso molto stretto proprio a ridosso delle imponenti pareti arriviamo al tratto più difficile.

Qui d’estate bisogna superare una piccola parete in arrampicata, ma fortunatamente con la neve si può percorrere un canalino laterale che ci porta nell’ultimo ripido e lungo canale. Risalito con difficoltà tale canale sbuchiamo ai piedi della croce. È fatta! Siamo in vetta! Il panorama ci lascia senza parole, è semplicemente uno spettacolo unico!

Scattiamo le foto di rito e iniziamo la discesa che si presenta ancora più difficile della salita. Dobbiamo scendere "in retro" sfruttando i gradini scavati durante la salita e picchiando bene la piccozza. L’ideale era avere due piche come Mattia…però con la dovuta attenzione in poco più di un’ora siamo di nuovo alla grotta.

Adesso possiamo goderci il meritatissimo pranzo e possiamo godere a pieno delle emozioni che questa salita ci ha regalato e dello splendido Sole che illumina e scalda l’ambiente. Prima di tornare a casa però decidiamo di salire anche sul vicino e facile Pizzo di Corzene…giusto per concludere alla grande una splendida giornata!

 

  Marco Caccia

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