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Riaprono, dopo sette anni, i Serrai di Sottoguda, gioiello delle Dolomiti Bellunesi

Rimesso in sicurezza dopo la devastazione della tempesta Vaia, il meraviglioso canyon ai piedi della Marmolada dal 14 giugno sarà di nuovo accessibile dopo le aperture sperimentali del 2024. Ingresso a numero chiuso per preservare l’ambiente

C’è una gola profonda, un canyon scavato nelle viscere della terra, laddove i ghiacciai e il torrente Pettorina hanno trovato un varco, approfittando di un’enorme spaccatura della roccia. Un’opera di erosione impressionante che ha determinato uno dei fenomeni naturali più suggestivi delle Dolomiti.

Stiamo parlando dei Serrai di Sottoguda, una forra sul cui fondo nei tempi andati sono transitati uomini e carri e fino agli anni Sessanta anche il traffico motorizzato, visto che quella era l’unica via che collegava il villaggio di Sottoguda (frazione del comune di Rocca Pietore, nel Bellunese) con Malga Ciapela per poi proseguire verso Passo Fedaia ai piedi del ghiacciaio della Marmolada.

Un’angusta e buia strettoia tra le montagne (serrai in ladino) che bisognava percorrere obbligatoriamente fino a quando venne costruita la nuova strada per raggiungere in modo più comodo e sicuro le strutture turistiche, funivie e alberghi, di Malga Ciapela.

Ebbene, i Serrai di Sottoguda, chiusi da sette anni, cioè da quando nell’ottobre 2018 soprattutto in quell’area delle Dolomiti imperversò la tempesta Vaia, quest’estate saranno riaperti al pubblico. Con una novità: l’accesso sarà limitato a 200 persone.
Prende piede quindi l’idea che l’afflusso turistico vada limitato laddove rischia di danneggiare l’ambiente e di non fare apprezzare pienamente la bellezza dei luoghi. Un ulteriore tassello dopo i limiti imposti al Lago di Braies e alle Tre Cime di Lavaredo.

Il ripristino e la riapertura

Ora il complesso intervento di ripristino (curato dalla Regione del Veneto e realizzato da Veneto Acque nell’ambito della gestione commissariale post Vaia, con uno stanziamento di oltre 11 milioni di euro) è finito.
Dopo quella parziale e sperimentale dello scorso anno, si procede dunque alla riapertura definitiva dei Serrai prevista per il 14 giugno. Un numero massimo di 200 visitatori a piedi contemporaneamente (dopo quota 200, si potrà entrare a mano a mano che una persona esce; info Serrai park https://www.serraipark.it/ ) affidando la gestione alla cooperativa Sviluppo&Lavoro. “Puntiamo ad un accesso sostenibile e programmato, per consentire al visitatore di potersi immergere nella bellezza del posto con tutta la disponibilità d’animo”, sottolinea il giovane sindaco di Rocca Pietore, Valerio Davare. Il canyon sarà accessibile tra le 9 e le 17 con pagamento di un biglietto d’ingresso: 5 euro adulti, 2 euro a chi ha tra 2 e 14 anni, gratis per quelli di età inferiore e per persone con disabilità. Sono previsti sconti per i gruppi, mentre i residenti non pagheranno. I ragazzi della Cooperativa gestiranno la biglietteria, assisteranno i visitatori dall’ingresso alla conclusione del percorso, si occuperanno delle pulizie e di ogni altro servizio. Sono previste anche visite guidate.

Un mondo affascinante 

I Serrai di Sottoguda hanno un aspetto affascinante. Si procede sul fondo della forra lunga poco più di 2 chilometri e larga da 5 a 20 metri. È chiusa da pareti strapiombanti alte più di 100 metri che in alcuni punti si restringono fino quasi a toccarsi. Alzando lo sguardo si intravede una sottile striscia di cielo. La strada attraversa per 13 volte il torrente Pettorina, con tanti ponticelli che si incontrano lungo il tragitto.
Un grosso masso erratico, incuneato in fondo alla gola in corrispondenza di una sezione particolarmente stretta, chiamato “Sass Taiè” costituiva il punto chiave, attrezzato con travi di supporto e impalcature di legno, per il superamento della gola nella vecchia viabilità.

All’ingresso dei Serrai furono realizzate nel corso della Prima guerra mondiale due gallerie per essere adibite a deposito di munizioni ed esplosivo, poi usate come primitive cappelle a ricordo dei caduti, e, durante la Seconda guerra mondiale come rifugi antiaerei dagli abitanti di Sottoguda. Sempre dopo la Grande Guerra il parroco di Rocca Pietore volle collocare la statua della Madonna dei Serrai in una grotta, due volte sostituita perché danneggiata da ghiaccio e sassi.

E c’è anche una chiesetta, originariamente dedicata a S. Antonio abate, protettore degli animali domestici, e attualmente dedicata a S.Antonio da Padova.

D’inverno le spettacolari cascate di ghiaccio che si formano nei Serrai sono ambite dagli ice climber. E contemplate dal basso lasciano a bocca aperta.

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