Messa alla prova per reati penali: ci si può prendere cura dei sentieri del Parco di Portofino
A seguito della convenzione siglata tra l’Ente Parco, la Procura e il Tribunale di Genova le persone coinvolte in procedimenti penali per reati minori potranno svolgere lavori socialmente utili lungo la rete escursionistica dell’area protetta ligure
Nel Parco naturale di Portofino prende il via un’iniziativa che unisce tutela ambientale e reinserimento sociale. Grazie a una convenzione siglata tra l’Ente Parco, la Procura e il Tribunale di Genova, le persone ammesse al programma di “messa alla prova” potranno svolgere lavori socialmente utili lungo la rete escursionistica del promontorio. Un progetto che rappresenta un esempio concreto di giustizia riparativa applicata alla salvaguardia del territorio.
Giustizia e ambiente: una sinergia virtuosa
Il protocollo d’intesa è stato firmato dal presidente del Tribunale Enrico Ravera e dal presidente dell’Ente Parco – nonché sindaco di Portofino – Matteo Viacava. L’accordo prevede che individui coinvolti in procedimenti penali per reati minori, ammessi a percorsi alternativi alla pena detentiva, possano svolgere attività non retribuite a beneficio della collettività. Tra queste rientrano operazioni di pubblica utilità come la manutenzione, la pulizia e la messa in sicurezza dei sentieri all’interno del Parco.
Si tratta di un’opportunità che consente di restituire valore alla comunità, riducendo al tempo stesso il rischio di recidiva e offrendo una via di reinserimento fondata sulla responsabilità. Un’occasione di riscatto che si intreccia con la necessità di prendersi cura di ambienti naturali frequentati da un numero crescente di escursionisti, trail runner e appassionati della natura.
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Pulizia, manutenzione e segnaletica: così si prendono cura dei sentieri
I partecipanti al progetto opereranno sotto la supervisione del personale dell’Ente Parco e con il supporto di alcune associazioni locali. Le attività previste comprendono la rimozione di ostacoli naturali come rami e pietre, il contenimento della vegetazione invasiva, il ripristino della segnaletica e la pulizia di tratti particolarmente esposti o deteriorati. Si tratta di operazioni fondamentali, svolte sempre in affiancamento e nel rispetto delle normative di sicurezza.
In un’area protetta che, per la sua notorietà, è soggetta a un’alta pressione turistica, ogni intervento di manutenzione rappresenta un contributo essenziale per garantire la fruibilità e la sicurezza dei percorsi.
Una risorsa in più per la rete escursionistica
Il Parco di Portofino si estende in provincia di Genova su oltre 18 km² tra i comuni di Camogli, Santa Margherita Ligure e Portofino, offrendo una rete di oltre 80 chilometri di sentieri tracciati. I percorsi sono accessibili da tutto il comprensorio del Tigullio e attirano ogni anno migliaia di visitatori.
Tra gli itinerari più noti figurano:
- San Rocco – San Fruttuoso, uno dei tratti più panoramici e impegnativi, che collega l’antico borgo di Camogli all’abbazia benedettina sul mare;
- Sentiero delle Batterie, che attraversa le fortificazioni della Seconda Guerra Mondiale regalando scorci spettacolari sulla costa;
- Anello Semaforo Nuovo – Paradiso – Pietre Strette, ideale per escursioni di media difficoltà tra falesie, boschi mediterranei e vedute sul golfo.
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Un modello da seguire per i parchi italiani
Il valore di questa iniziativa supera i confini del Parco naturale di Portofino. In un contesto in cui il sovraffollamento dei sentieri e l’impatto del turismo pongono sfide crescenti alla conservazione ambientale, progetti come questo offrono un modello replicabile in altri territori di montagna e nelle aree protette italiane.
Non si tratta solo di un’opportunità per impiegare risorse in attività utili alla collettività, ma anche di un modo per costruire percorsi di consapevolezza, responsabilità e inclusione. La natura e la montagna diventano così spazi di rinascita personale e impegno civile, dove chi ha sbagliato può contribuire attivamente alla protezione di ecosistemi preziosi.