Cambiare vita: la storia di Massimo e Matteo, che hanno aperto due rifugi al Gran Sasso
I rifugi dell’Appennino sono pochi. Quando se ne inaugura uno nuovo si brinda, se ce ne sono due (o uno e mezzo) è festa grande. Tra il rifugio di Lago Racollo e il Sasso Vivo, nei prossimi mesi nascerà anche un nuovo cammino
Alcune zone del Gran Sasso, in estate, sono molto affollate. Ma gli ingorghi di Campo Imperatore, del piazzale dei Prati e lungo le vie normali del Corno Grande non toccano l’altopiano erboso del Voltigno, la conca circondata da faggete che forma il cuore del versante pescarese del gruppo. La vetta del Monte Camicia, che si mostra oltre i boschi, ricorda che il cuore del Gran Sasso è vicino.
Le strade che salgono verso il Voltigno iniziano da borghi poco noti come Carpineto della Nora, Montebello di Bertona e Villa Celiera. Chi vive a Pescara e dintorni ci arriva percorrendo delle strade panoramiche, per chi arriva dall’Aquila o da Roma il viaggio è più lungo. Oltre che in auto, però, si può arrivare a piedi, partendo da Castel del Monte e dintorni.
“Questa è una zona straordinaria per chi cammina, ma che è stata trascurata molto a lungo. Abbiamo scelto di investire tempo ed energie sul Voltigno perché viviamo nella zona, perché qui c’è molto da fare, e perché l’accoglienza degli enti locali, a iniziare dal Comune di Carpineto della Nora, è stata fantastica”.
Sono parole di Massimo Melizzi, pescarese, che in passato ha lavorato come assistente di volo, lavora nel settore immobiliare e da qualche anno è diventato accompagnatore di media montagna. Accanto a lui c’è Matteo Pacchione, architetto di Collecorvino, tra le pendici del Gran Sasso e l’Adriatico, che gestisce insieme alla moglie una elegante country-house tra gli ulivi. “Ora però ho voglia di montagna!” esclama.
Qualche anno fa, Massimo e Matteo si incontrano sulle creste della Maiella, tra i monti Focalone e Acquaviva. Si stanno simpatici, iniziano ad andare in montagna insieme, poi decidono di investire nel settore orientale del Gran Sasso, dove l’ospitalità ad alta quota non esiste.
Il vecchio rifugio Voltigno, aperto con servizio di ristoro in estate, ha chiuso nel 2023. Il piccolo rifugio le Pagliare, una capanna sociale del CAI di Penne, da tempo è in pessime condizioni. I due amici ne trovano un terzo, a dieci minuti a piedi dalla strada. E’ pieno di vegetazione infestante, il tetto dev’essere rifatto. Ma i due non temono la fatica, e il Comune di Carpineto della Nora li appoggia. Il rifugio Sasso Vivo, 1429 metri di quota, viene inaugurato alla fine dell’estate del 2024. E’ una struttura minuscola, a un solo piano, che in versione giorno può accogliere una ventina di persone. La sera, smontati i tavoli, c’è spazio per sette-otto escursionisti. Le finestre, l’ottima coibentazione, il camino consentono però di utilizzarlo anche d’inverno, arrivando con le ciaspole o gli sci.
I gestori, e in particolare Massimo, organizzano spesso tour che toccano il rifugio Sasso Vivo. Piccoli gruppi possono farsi aprire su prenotazione, chiamando i numeri 393.4354209 (Massimo) e 329.0612121 (Matteo), o scrivendo una mail a rifugio.sassovivo@gmail.com. In attesa che venga attivato il sito, si trovano informazioni sulla pagina Facebook del rifugio.
Rifugio Lago Racollo, la new entry
Per chi vuole vivere lavorando in montagna, però, una piccola struttura come il Sasso Vivo non può bastare. Per questo motivo, da qualche mese, Massimo Melizzi e Matteo Pacchione hanno rilevato il rifugio Lago Racollo, nel cuore di Campo Imperatore, a pochi passi dalla strada che attraversa l’altopiano e da quella che sale da Santo Stefano di Sessanio. Anche questa struttura ha bisogno di interventi importanti, ma le sue dimensioni (una ventina di letti, una cinquantina di coperti), oltre alla posizione, la rendono un investimento interessante. Da qualche settimana il rifugio ha riaperto, e una delle prime sere ha ospitato un incontro delle guide alpine e dei nuovi accompagnatori di media montagna dell’Abruzzo.
Tra i problemi da risolvere c’è l’apertura invernale della strada di accesso, che dà accesso a splendidi itinerari con le ciaspole o gli sci e a percorsi alpinistici come il Canalone di Fonte Rionne. In passato il Comune di Santo Stefano di Sessanio, però, invece di spazzare la strada, l’ha chiusa con una sbarra bloccando il passo agli appassionati di montagna.
Al Racollo dà una mano a Pacchione e a Melizzi l’amico Alfredo Rapino, abruzzese anche lui, che ha gestito un pub a Francavilla al Mare, e da qualche anno vive per lunghi periodi a Livigno. Per informazioni valgono gli stessi numeri telefonici (eventualmente via Whatsapp, a Campo Imperatore i cellulari non hanno campo) e la pagina Facebook del rifugio.
“I rifugi Lago Racollo e Sasso Vivo, insieme ad altri che verranno, soprattutto in territorio di Villa Santa Lucia degli Abruzzi, permettono di pensare a un progetto” spiega Massimo Melizzi. “Insieme al Comune di Carpineto della Nora, e alla sindaca Donatella Rosini, stiamo per lanciare il Cammino dell’Imperatore, dedicato a Federico II di Svevia, appassionato di natura e fondatore della città dell’Aquila. Sarà un itinerario di cinque giorni o sei giorni, con partenza da Sasso Vivo e dal Voltigno, e tappe al Lago Racollo, all’Ostello di Campo Imperatore o al rifugio Duca degli Abruzzi, e al ritorno nelle strutture ricettive di Santo Stefano di Sessanio”, continua Massimo.
“Chi vorrà, potrà aggiungere al trekking un’ascensione guidata al Corno Grande, camminando sul sentiero della via normale o arrampicando sulle facili rocce della Direttissima. Non vogliamo fare concorrenza al Cammino del Gran Sasso, ideato e gestito da amici e che seguiamo per quasi due tappe. Allargare l’offerta può far bene a tutti noi e al territorio”.