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Eiger: una nuova tragedia. Morti due scialpinisti

Sabato 17 maggio una valanga ha travolto un gruppo di skialper sulla parete Ovest della montagna svizzera. Il comunicato della Polizia Cantonale Bernese, fa chiarezza sull’accaduto dopo ore di notizie contrastanti

Due persone hanno perso la vita e altre cinque sono rimaste ferite a seguito di una valanga che si è staccata nel primo pomeriggio di sabato 17 maggio 2025 sulla parete ovest dell’Eiger, nell’Oberland bernese (Svizzera). L’allarme è scattato alle 13:45 quando la Polizia cantonale di Berna ha ricevuto la segnalazione di un distacco di neve nella zona.

Secondo quanto riportato dalle autorità, al momento della valanga si trovavano nell’area otto scialpinisti suddivisi in due gruppi, entrambi impegnati in una gita sul versante ovest di questa vetta di 3.967 metri, celebre per la sua imponente parete nord, tra le più temute e leggendarie del mondo alpinistico. Sette di loro sono stati travolti dalla massa nevosa. Uno dei due uomini è morto sul colpo, mentre il secondo, rianimato sul posto, è deceduto poco dopo in ospedale. Le altre cinque persone – quattro uomini e una donna – sono state soccorse e trasportate in elicottero in vari ospedali del cantone. Un’ottava persona, rimasta illesa ma isolata a causa del peggioramento del meteo, è stata evacuata solo in serata.

Le operazioni di soccorso sono state imponenti: sono intervenuti otto elicotteri (tre della Rega, quattro della Air-Glaciers e uno di Swiss Helicopters), membri del Soccorso Alpino Svizzero, specialisti di montagna, due cani da valanga, e il Care Team del cantone di Berna. Sul posto è intervenuta anche la Procura regionale dell’Oberland bernese, che ha avviato un’indagine per accertare la dinamica dell’incidente.

La parete ovest dell’Eiger

La parete ovest dell’Eiger non è nuova a episodi di questo tipo. Basta affacciarsi alla stazione di Eigergletscher (2.320 metri) per notare la presenza del ghiacciaio sospeso che incombe sul versante, noto per la sua instabilità. In passato, i distacchi di ghiaccio hanno già provocato valanghe secondarie, minacciando sia l’area sciistica della Jungfrau sia la linea ferroviaria che conduce al Jungfraujoch, tra le mete turistiche più visitate delle Alpi: nel 2015, una frattura osservata sul fronte del ghiacciaio aveva fatto temere il distacco di un volume di ghiaccio stimato fino a 80.000 m³, tanto da indurre gli esperti a sviluppare scenari di rischio e piani di evacuazione. Mentre resta impressa nella storia dell’alpinismo la tragica vicenda dei giovani tedeschi Günter Nothdurft e Franz Mayer, che nel 1957 vennero travolti da una valanga proprio su questo versante, dopo aver raggiunto la vetta dell’Eiger affrontando la parete Nord.

Un’altra valanga sull’Alphubel: si temono vittime italiane

A rendere ancora più drammatico il bilancio del weekend sulle Alpi svizzere è stato un secondo distacco valanghivo, avvenuto quasi in contemporanea con quello dell’Eiger. Nella regione di Täsch, nel Canton Vallese, una valanga si è staccata dal massiccio dell’Alphubel (4206 m), travolgendo un gruppo di scialpinisti. Anche in questo caso le operazioni di soccorso sono state tempestive ma complesse, e secondo quanto riferito dalla polizia svizzera, si teme che tra i coinvolti possano esserci due cittadini italiani.

Come sottolineato dai soccorritori, questi eventi confermano la delicatezza del contesto alpino e l’importanza di un’attenta valutazione del rischio prima di intraprendere qualunque uscita. Anche con condizioni meteo favorevoli, infatti, il rischio valanghe – soprattutto in primavera e in presenza di innevamento instabile – non può mai essere sottovalutato.

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