
La serie di romanzi dedicata a un investigatore straordinario si conclude ai piedi dell’Oberland Bernese. “Non aspettai le spiegazioni del proprietario dell’albergo. In un formicolìo di paura stavo già correndo per la via del villaggio, e verso il sentiero da cui ero appena tornato” fa dire Arthur Conan Doyle al dottor Watson, la voce narrante delle sue storie. Quando arriva davanti alla cascata del Reichenbach, il medico non trova nessuno.
“C’era l’alpenstock di Holmes, ancora appoggiato alla roccia, vicino alla quale lo avevo lasciato. Ma non c’era nessun segno di lui, e urlai invano. La sola risposta fu la mia voce, un’eco che rimbalzava dalle pareti intorno a me”. “Ogni tentativo di recuperare i corpi era senza speranza e laggiù, in quel terribile calderone di acque agitate e schiuma ribollente, resteranno per sempre il peggior criminale e il miglior campione della legge della loro generazione”.
Rocce verticali, gorghi spumeggianti, sentieri a picco sull’abisso sono degli ingredienti perfetti per un romanzo giallo. Lo stesso vale per gli altopiani ventosi, i boschi oscuri, le malghe in abbandono e i ghiacciai.
Sappiamo che dopo aver dato alle stampe The Final Problem, il libro da cui è tratta la citazione, Conan Doyle si è pentito, e ha fatto ricomparire Sherlock Holmes. La sua morte in quella cascata presso Meiringen, però, ha legato per sempre l’investigatore con la pipa all’Oberland, e ha messo in moto un flusso di turisti e di fan che non si è ancora fermato.
“Perché l’ambientazione alpina è così amata dai giallisti?” Questa domanda di Leonardo Bizzaro, giornalista e bibliofilo incallito, ha dato il via a “La montagna uccide”, uno dei dibattiti più interessanti dell’edizione 2025 del Festival di Trento. Di fronte a lui quattro importanti autori di fiction, che hanno all’attivo anche (ma non solo) dei libri gialli di successo.
Katia Tenti, bolzanina, dedica spesso i suoi libri all’Alto Adige, e quest’anno si è aggiudicata il Premio ITAS con E ti chiameranno strega, edito da Neri Pozza. Linda Tugnoli, romana molto legata alla Valle Cervo, ha dedicato a questa zona poco nota del Piemonte La forma del ghiaccio (Edizioni Nord) e altri due libri. Enrico Camanni, giornalista ed ex-direttore di Alp, ha all’attivo vari saggi storici e sei romanzi gialli. Tre di questi, con protagonista la guida alpina (e investigatore) Nanni Settembrini, sono appena stati ripubblicato negli Oscar Mondadori con il titolo Trilogia alpina. Franco Faggiani, diventato famoso con romanzi dai titoli suggestivi come La manutenzione dei sensi e L’inventario delle nuvole, entrambi pubblicati con Fazi editore, ha esordito con tre gialli che avevano per protagonista un forestale.
La montagna: grande fonte di ispirazione
Camanni, alla domanda di Bizzaro su cosa spinga un autore ad ambientare i suoi romanzi in montagna, ha risposto citando Assassinio sull’Eiger, un celebre film poliziesco del 1975, protagonista Clint Eastwood, girato su una delle pareti più dure sulle Alpi con la consulenza di alpinisti famosi. “La montagna ha tempi lenti” ha proseguito, “e questo è un problema perché il giallo ha bisogno di velocità e cambiamenti”. Camanni ha trovato la soluzione nel “mondo del Soccorso Alpino, dove le persone spariscono, e ci si deve muovere in fretta per salvarle”. Come con altre ambientazioni, “servono un protagonista empatico, e il mio Settembrini lo è, e una certa serialità. Il giallo, comunque, è un pretesto per raccontare delle storie di persone” ha concluso.
Katia Tenti, altoatesina legata al suo territorio e alle sue montagne (pratica l’alpinismo, l’escursionismo e lo sci), ha spiegato che a ispirarla sono i due volti contrastanti del Sudtirolo. “Quando lo vedi da lontano è bello, quando ti avvicini inizi a scoprire i luoghi oscuri”. Il suo ultimo libro, E ti chiameranno strega, racconta uno dei momenti più bui della storia dell’Alto Adige, la caccia alle streghe dei decenni successivi al Concilio di Trento, che è stata particolarmente feroce nei paesi dell’altopiano dello Sciliar. “Sono stati dei femminicidi di qualche secolo fa” spiega con durezza l’autrice. “Per raccontarli meglio ho introdotto un personaggio da fiction, l’antropologa Arianna Miele”.
Linda Tugnoli, romana, è l’unica tra i quattro autori presenti a Trento a non praticare in maniera sportiva e continuata la montagna. Il suo rapporto con la Valle Cervo, “dimenticata da Dio, dagli uomini e dal turismo” è nato durante le sue vacanze da bambina. “E’ una valle povera e remota, ed è il mio luogo del cuore” spiega l’autrice. Le storie che Tugnoli racconta nei suoi libri sono storie di fondovalle, e il personaggio che va alla ricerca della verità è Guido, un giardiniere. Solo una volta entra in scena un alpinista, ma si tratta di un corpo ritrovato in un ghiacciaio. “Per me la montagna è perfetta per ambientare le storie, e riesce a impregnare i miei personaggi. Da questo punto di vista, sostiene, le sue storie sono all’opposto di quelle di Antonio Manzini e del suo personaggio più noto, il vicequestore Rocco Schiavone arrivato su RAI2 con il volto di Marco Giallini. “Io mi fido dei montanari, Schiavone pensa sempre che non gliela raccontano giusta” sorride Linda Tugnoli.
Franco Faggiani, autore di una decina di romanzi, ha parlato soprattutto dei primi tre (Tracce sotto la neve, Le bolle di sapone e La trasformazione delle nuvole), pubblicati una dozzina di anni fa con Idea Montagna, una casa editrice nota soprattutto per le sue guide.
“Non avevo mai scritto un libro, ma ho riversato in questo progetto il lavoro di scrittura che avevo già fatto per una fiction che non è stata mai girata” ha raccontato. “Volevo un protagonista in divisa, ma poliziotti e carabinieri erano già stati utilizzati. Per questo il mio comandante Colleoni è un forestale. Ho scritto dei gialli eco-ambientali”. A garantire la serialità, oltre alla facilità di scrittura di Faggiani, i cambiamenti di sfondo, dato che il primo libro è ambientato in Trentino, il secondo a Courmayeur e il terzo sull’Etna. Poi, sempre in montagna, sono arrivate delle storie diverse. “La montagna è il mio mondo, è un ambiente intrigante e pieno di sorprese. Il cittadino ci va per trovare la vita, ma a volte trova il contrario”. E questo, con Franco Faggiani o un altro autore, è un ottimo motivo per sceglierla come ambientazione di un giallo.