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Il Giro d’Italia domani arriva a Tagliacozzo. Una giornata di montagne anche da camminare

Dopo aver toccato Roccaraso e Ovindoli, e costeggiato rocce e sentieri del Velino e del Sirente, la “corsa rosa” raggiunge una piccola città ricca di storia, e le faggete dei Monti Carseolani e Simbruini

Al Giro d’Italia, come ogni anno, pedalano decine di corridori spagnoli. Ben pochi di loro, però, hanno sentito parlare di Josè Borjés, un generale catalano fedele ai Borboni di Napoli che nel 1861 arrivò nello Stato Pontificio. Doveva aiutare la ribellione contro il Regno d’Italia, che da qualche mese includeva l’Abruzzo.

La sua avventura durò poco. Nel dicembre di quell’anno, Borjés fu catturato a poche centinaia di metri dal confine, nei pressi delle Grotte di Luppa, da una colonna di bersaglieri e di guardie nazionali fedeli a re Vittorio Emanuele II. Gli ordini erano di non avere pietà, e i prigionieri furono trattati come dei volgari briganti. Poche ore dopo la cattura, vennero tutti fucilati a Tagliacozzo. 

Oggi l’ufficiale catalano è ricordato da un busto nel luogo della sua esecuzione. Nel Palazzo Colella di Sante Marie, a pochi chilometri da lì, il Museo del Brigantaggio racconta la storia dei difficili anni tra il 1861 e il 1870 con manifesti, fotografie in bianco e nero, armi d’epoca e altri cimeli. Ricorda quel periodo il Cammino dei Briganti, un trek di 91 chilometri e sei tappe, molto frequentato da qualche anno, che traversa più volte la frontiera che oggi separa l’Abruzzo dal Lazio.

La settima tappa del Giro d’Italia 2025, 168 chilometri da Castel di Sangro a Tagliacozzo, tocca alcune delle località più famose dell’Abruzzo. La salita iniziale si conclude a Roccaraso, poi i corridori traverseranno il Piano delle Cinque Miglia per scendere verso Sulmona. Oltre la città di Ovidio, la corsa seguirà un itinerario poco noto, salendo verso la Valle Subequana e Secinaro. 

Prima di scavalcare il Vado della Forcella, 1395 metri, il gruppo percorrerà una delle strade più belle dell’Appennino, che corre ai piedi della gigantesca parete rocciosa del Sirente, 2348 metri. Ci auguriamo, ma non è detto, che le immagini riprese dall’elicottero, prima o durante la tappa, consentano di apprezzare le sue dimensioni e la sua bellezza. 

Dal Vado, lasciata a destra Rocca di Mezzo, i corridori proseguiranno sull’Altopiano delle Rocche fino a Ovindoli, per poi tuffarsi in direzione del Fucino. Tra i borghi ai piedi del massiccio del Velino – Santo Iona, Forme, Massa d’Albe, Magliano dei Marsi – la carovana toccherà la distilleria dell’Amaro Taccone. 

A inaugurarla, nel 1966, fu Vito Taccone, il “Camoscio d’Abruzzo”, un ciclista originario di Avezzano che ha vinto un Giro di Lombardia e otto tappe al Giro d’Italia (il piazzamento migliore in classifica generale fu un quarto posto, nell’edizione 1962 vinta da Franco Balmamion), e che era noto anche per il suo carattere fumantino e i suoi litigi. 

Oltre Magliano dei Marsi, il Giro traverserà i Piani Palentini, dove nel 1268 il giovane imperatore Corradino di Svevia fu sconfitto dai francesi di re Carlo d’Angiò. Il ragazzo con la corona fuggì attraverso il Lazio fino a Torre Astura, sulla costa tra Anzio e le Paludi Pontine. Tradito dai Frangipane venne consegnato agli Angioini, e poi decapitato a Napoli. 

Non ho mai visto nulla di più maestoso dell’ingresso a Tagliacozzo. E’ un burrone a precipizio, che in apparenza sembrerebbe fatto dalla mano dell’uomo”. Con queste parole, centottanta anni fa, il pittore e scrittore inglese Edward Lear descriveva l’ingresso nella storica cittadina appena al di là del confine.  

Lear però arrivava da Roma. I “girini”, e la carovana che li accompagna, raggiungeranno Tagliacozzo dal lato del Fucino, e non avranno il tempo per visitare il santuario della Madonna d’Oriente, il convento di San Francesco e le eleganti piazze del centro storico. Dai 740 metri dell’abitato, inizia la salita sulla via Tiburtina Valeria verso i boschi dei monti Carseolani e Simbruini. 

L’arrivo, quota 1425 metri, sarà al bivio per Marsia, una delle tante stazioni sciistiche dismesse dell’Appennino abruzzese. Un luogo circondato da meravigliose faggete, ma dove gli impianti arrugginiti e i condominii in abbandono non darebbero uno sfondo suggestivo allo spettacolo. Ci auguriamo che il passaggio del Giro dia lo spunto per un recupero e una riqualificazione della zona.

 

Monte Sirente, foto Stefano Ardito

Tanti sentieri lungo il percorso per trascorrere una giornata speciale

Per chi ama camminare, la settima tappa del Giro 2025 passa in rassegna alcuni dei sentieri più classici dell’Abruzzo. Dal Piano delle Cinque Miglia, e più avanti, dai pressi di Rocca Pia, iniziano itinerari verso il Lago Pantaniello, il Monte Genzana e altre cime. Dallo Chalet Sirente, prima degli omonimi Prati, iniziano il sentiero che sale al Monte Sirente per la Valle Lupara, e il classico percorso scialpinistico del Canalone Maiori. 

La discesa da Ovindoli si svolge ai piedi della Serra di Celano, piccola (1923 metri) ed elegante montagna molto amata dagli escursionisti abruzzesi e di Roma. Più avanti, tra Forme e Massa d’Albe, iniziano i faticosi sentieri che salgono al Monte Velino, 2487 metri, e verso il Pizzo e il Monte Cafornia che gli si affiancano da est. 

A Sante Marie, come abbiamo già detto, inizia e si conclude il Cammino dei Briganti. Un sentiero più breve, dal paese, traversa la Riserva naturale di Luppa fino all’omonima Grotta. Nella zona sta nascendo i Cammino Mariano dei Marsi. 

I boschi e le vette di Tagliacozzo e di Marsi, popolarissimi in passato tra gli escursionisti di Roma, sono stati trascurati dopo la nascita delle autostrade per l’Abruzzo, che portano più comodamente verso il Gran Sasso e il Velino. 

Ma gli itinerari suggestivi ci sono. Un sentiero in ambiente solitario conduce dal borgo di Verrecchie ai 1627 metri del Monte Padiglione. Per salire da Marsia ai 1737 metri del Monte Midia, la massima elevazione della zona, si può seguire il comodo percorso che inizia dal campeggio, o cimentarsi in un anello più lungo che segue all’inizio una seggiovia abbandonata. 

Da qualche anno un’associazione locale, insieme ai soci di Tagliacozzo della Sezione CAI di Avezzano, ha segnato il Sentiero degli Amici, che sale dal centro storico alla vetta superando quasi 1000 metri di dislivello. Un bel progetto, che contribuisce a riavvicinare la cittadina sul confine ai suoi monti.  

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