Lo Zucco dell’Angelone
La zona Valsassinese di Barzio (LC) è sicuramente una delle più appetibili per l’arrampicata invernale. Strutture ben esposte al sole per tutta la giornata, avvicinamenti brevi, itinerari di difficoltà varia che soddisfano tutti, dal principiante al top climber. Dal monotiro alle vie lunghe, dalle vie “super-protette” alle vie con chiodatura rarefatta, che richiedono un bell’ingaggio psicologico. Lo zucco dell’Angelone , la falesia del Masone e la Corna di Bobbio presentano pareti di calcare in condizioni ottimali, situate a pochissima distanza fra loro
Ecco dei consigli su dove poter arrampicare d’inverno senza affondare nella neve in avvicinamenti complessi, per magari trovarsi poi alla base della parete con il sole che ci saluta e tramonta nel primo pomeriggio, quando la temperatura è diventata appena accettabile.
COME RAGGIUNGERE LA ZONA
Barzio (Lc) si raggiunge da Lecco per la strada della Valsassina in circa 30 minuti (18 Km). Giunti al paese, si seguono le numerose indicazioni per il parcheggio della funivia per i “Piani di Bobbio”. L’avvicinamento implica da 10 a 30 minuti di camminata.
CENNI GENERALI
Storica Falesia Lecchese, è stata una delle prime ad essere esplorata. Molti personaggi sono passati di qui per lasciare il segno del loro tempo. Dalle avvenieristiche e ancora oggi attuali prime esplorazioni di Don Agostino e dei suoi Condor, ai primi movimenti del Sassismo di Guerini e Savonitto, a Gogna con i suoi “Nuovi Mattini” per passare ai primi timidi spit degli esperimenti rivoluzionari di Ballerini.
Queste placche sembrano proprio aver vissuto tutta la storia dell’arrampicata degli ultimi trent’anni. Oggi tutti gli itinerari storici sono stati richiodati a resinati in modo eccellente dal gruppo ”Casa delle Guide della Valsassina”.
Le strutture più strapiombanti, invece, dimenticate o quasi dalle “generazioni” precedenti, offrono itinerari chiodati a fix, generalmente di difficoltà medio-alta (es. Nicchia degli Oranghi ad opera di M. Ballerini , Muro del Pianto e Shakespeare ad opera di P. Buzzoni e D.Valsecchi).
Imperdibili all’Angelone sono le vie di più tiri, dove ambiente, roccia e chiodatura eccezionale giustificano più di una uscita: “Anabasi”, ”Condorpass”,”Il pilastro del Vampiro” sono tra le più famose e assediate.
VIE CONSIGLIATE
La difficoltà massima della via è 5c, obbligatoria 5b (in aderenza nella seconda lunghezza).
Attrezzatura indispensabile: 10 rinvii, moschettoni e fettucce per collegare i punti di sosta.
Per quanto riguarda i monotiri, consiglio la ”Bastionata” (nella foto sotto), di accesso un po’ faticoso ma ambiente molto panoramico, per la qualità delle vie e la varietà di stili. Presenta monotiri fino al 6c ma con prevalenza di 5c -6a. Se il vostro livello si ferma al 5c, ”La placca del pistolino“ è il posto giusto, con placche in aderenza e roccia molto lavorata. Se, al contrario, il vostro livello supera il 7a, vi conviene dirigervi verso “La nicchia degli Oranghi” e il ”Muro del pianto“.
Via Lumaca di Vetro (I.Guerini A.Savonitto M.Manuelli 1979): max 5c, obb 5b 120mt, 5 tiri
Bastionata: max 6c, monotiri
La placca del pistolino: max 5c monotiri
La nicchia degli Oranghi: oltre il 7a, monotiri
Muro del Pianto: oltre il 7a, monotiri