Sul Monte Cervati per scoprire le meraviglie dell’appennino in Campania
E’ una delle vette più interessanti della provincia di Salerno per i suoi grandiosi panorami e le formazioni geologiche che ne caratterizzano le pendici
Con i suoi 1899 metri di quota, il monte Cervati è da sempre una delle mete predilette per i campani che amano la montagna e vogliono esplorarne il lato più selvaggio, addentrandosi tra i boschi e le cime dell’Appennino salernitano. Culmine dell’intera provincia di Salerno, la cima svetta nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Dalle sue pendici nascono diversi fiumi tra cui il Calore salernitano, uno tra i maggiori ecosistemi fluviali della Campania nonché importante affluente di sinistra del fiume Sele, al quale si congiunge non lontano dall’area archeologica di Paestum.
Oltre che per la bellezza delle foreste, faggete in particolare, il massiccio del Cervati è noto per la varietà delle sue formazioni geologiche; infatti la natura carbonatica delle rocce determina un ampio sviluppo di fenomeni carsici che si incontrano lungo i sentieri.
L’itinerario
Partenza: Loc. Vallicelli, Monte San Giacomo (SA)
Dislivello: +644 m
Durata: 5 ore (a/r)
Difficoltà: E
Dal punto in cui si è lasciata l’auto ci si incammina lungo l’itinerario dell’Acqua che Suona seguendo la segnaletica per il Rifugio Cervati (info@rifugiocervati.it) Il primo tratto si inerpica ripido nella splendida faggeta dai caldi colori autunnali fino a raggiungere la Fontana degli Zingari. Da qui in pochi minuti si arriva a un bivio che, a sinistra prosegue per il rifugio, mentre a destra intraprende un giro ad anello che porta alla spettacolare formazione geologica dell’Arco Naturale, che vale la pena visitare. Rientrati sui propri passi si prosegue nella faggeta verso il Rifugio Cervati che si raggiunge in altri 40 minuti di salita. Da qui l’escursione prosegue per la vetta lungo un impervio sentiero sassoso che ben presto abbandona il fitto bosco di faggi per aprirsi a vasti panorami sulle vette dell’Appennino, tra cui il monte Motola (1.704 metri), e sul Vallo di Diano. Dalla vetta del Cervati nelle giornate limpide si può scorgere la costa tirrenica del Golfo di Salerno fino a quella lucana di Maratea nel Golfo di Policastro.
L’alternativa da Piaggine
Dalla strada che collega Piaggine a Valle dell’Angelo imboccare la Strada Provinciale asfaltata in direzione Rofrano. Dopo circa 5 km, sulla sinistra, si legge l’indicazione per il Rifugio Cervati. Percorrere la strada sterrata fin dove possibile. Si procede quindi a piedi seguendo le indicazioni per il Rifugio Cervati dalla fontana dei Caciocavalli lungo una escursione che dura circa 2 ore.
Da vedere: l’Affunnaturo di Vallivona
Il cosiddetto Affunnaturo di Vallivona, altra caratteristica formazione geologica, si raggiunge dal paese di Sanza, percorrendo la strada che sale verso la vetta del Cervati fino al colle del Pero; da qui si scende a piedi (per circa tre quarti d’ora) seguendo le indicazioni per Vallivona, ma per l’ingresso alla formazione carsica si consiglia di munirsi di torcia e stivali per poter percorrere una buia galleria artificiale lunga duecento metri, spesso allagata dalle acque di drenaggio provenienti dall’inghiottitoio. Al termine del tunnel ci si affaccia nell’ampio inghiottitoio a 1100 metri di quota, la cui caratteristica vegetazione igrofila è rappresentata soprattutto dalle foglie giganti del Farfaraccio maggiore (Petasites hybridus).
Come arrivare
L’itinerario descritto parte dalle case di Monte San Giacomo (SA). Giunti in paese, si deve imboccare in auto la salita sulla destra che fa angolo con la scuola elementare De Amicis e procedere seguendo le indicazioni per il Monte Cervati lungo la SP 72/b completamente asfaltata. Dopo circa 13 km si raggiunge il cartello del sentiero in località Vallicelli; qui si trova una piazzola sulla sinistra dove poter lasciare l’auto.
