News

Quelle vecchie case abbandonate che salvano le storie

Li incontriamo durante le escursioni, cadenti e avvolti dalla vegetazione. Ma quei ruderi d’alta quota raccontano di un mondo antico. Che va rispettato

Nessun portale turistico invita ad ascoltare case, frazioni o alpeggi abbandonati.
Eppure la Valtellina è piena di vecchi nuclei lasciati senza cure, distribuiti e nascosti tra i boschi del fondovalle e mimetizzati tra le rupi dei pascoli alti. Il soffitto in pietra annerito dal fumo, l’armadio a muro colmo di bottiglie vuote e un vecchio cappello sgualcito appoggiato sulla panca, sanno raccontare molto più di tanti libri. 

Il focolare secolare posto al centro della stanza parla degli abitanti e del loro sedersi attorno a cercare il tepore del fuoco. Muri e suppellettili sono ancora lì, solo gli uomini sono scappati via. 

Così le voci delle case abbandonate salvano le storie.

Non solo i muri cadenti avvolti dai rovi o i portali imponenti sono interessanti, ma il potenziale di energia che sa raccontare, fuori dalla contemporaneità, intenzioni di vita diversa, lontana da ricostruzioni folcloristiche o rievocazioni sciape dei bei tempi andati.

Gli spazi in rovina invitano a pensare, possono aiutare a dar vita a nuove interazioni sensate con la montagna, riagganciate a qualcosa di antico e in perfetto equilibrio.

Esplorate questi luoghi in silenzio, senza toccare o spostare nulla.

Gli oggetti raccontano le storie solo qui. Se li rubate, trasportati nelle vostre taverne o per l’addobbo di baite o locali, all’istante diventano paccottiglia e finzione.

Osserviamo e lasciamo in pace i luoghi abbandonati, difesi da recinti d’ortiche, presto torneranno ad essere roccia e terra.

Meglio l’abbandono, che almeno preserva.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close