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Ritrovato sull’Everest uno scarpone di Andy “Sandy” Irvine

La scoperta da parte di un team del National Geographic. Il rinvenimento potrebbe far delimitare il campo di ricerca del corpo dell’alpinista britannico. E di quella Kodak dalla quale si attende la risposta più attesa: arrivarono in vetta?

Ascolta ora l’intera storia nel podcast di Montagna.tv “Il mistero dell’Everest”!

Il ritrovamento risale allo scorso mese di settembre, ma la notizia è stata diffusa solo nelle scorse ore. Una squadra di documentaristi del National Geographic – il fotografo e regista Jimmy Chin, i registi e scalatori Erich Roepke e Mark Fisher – ha rinvenuto sul ghiacciaio di Rongbuk ai piedi della parete nord dell’Everest, resti che con ogni probabilità appartengono ad Andy “Sandy” Irvine. Si tratta di uno scarpone con ancora all’interno un piede avvolto da una calza. Su quest’ultima spiccava l’etichetta con la scritta A.C Irvine.

Se la paternità dei resti venisse confermata, ma a questo punto i dubbi sono davvero pochissimi, la notizia andrebbe a riempire un ulteriore spazio dell’infinito puzzle riguardante la scomparsa di Mallory e Irvine in quell’ormai lontanissimo 8 giugno 1924.
Mentre il corpo di Mallory fu ritrovato già nel 1999, di Irvine la montagna non aveva restituito ancora nulla. “È la prima vera prova del punto in cui è finito Sandy”, ha detto Chin, che ha aggiunto:   “Avere qualche informazione definitiva su dove Sandy possa essere finito è certamente utile e anche un grande indizio per la comunità alpinistica per comprendere quanto è accaduto”.

Il ritrovamento, per quanto importantissimo, non aiuta però a rispondere alla domanda regina, quella che da 100 anni esatti rimbalza nel mondo dell’alpinismo: Mallory e Irvine riuscirono a raggiungere la vetta dell’Everest?
Era Irvine a trasportare la Kodak Vest Pocket Camera. L’ipotesi è che la pellicola non sviluppata  possa contenere la prova del loro eventuale successo (o meno). Il ritrovamento di questo scarpone potrebbe aiutare a delimitare il campo della ricerca del corpo dell’alpinista, anche se in un secolo il ghiacciaio potrebbe averlo spostato di molto. Le ricerche continuano.

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