Sono tutti morti i cinque scalatori russi che erano dispersi sul Dhaulagiri
L’ultimo contatto radio domenica sera, mentre scendevano verso il campo IV senza aver toccato la vetta. I corpi avvistati questa mattina dall’elicottero

Sono stati avvistati i corpi senza vita dei cinque alpinisti russi che da domenica sera erano dispersi sul Dhaulagiri (8167 m), in Nepal. Alexander Dusheyko, Oleg Kruglov, Vladimir Chistikov, Mikhail Nosenko e Dmitrii Shpilevoi avevano lasciato il Campo IV (a 7.400 m) alle sei del mattino di domenica 6 ottobre per quello che doveva essere l’assalto alla vetta.
Pemba Jangbu Sherpa, amministratore delegato di I AM Trekking & Expedition che ha organizzato la spedizione, ha dichiarato che il gruppo “ha contattato per l’ultima volta gli altri scalatori al campo base intorno alle 11 di quella sera”. Poi più nulla. Inutile ogni ulteriore tentativo di avvistamento o contatto radio. Si sapeva soltanto che stavano scendendo e che non avevano raggiunto la vetta. Nient’altro. I cinque sembravano svaniti nel nulla.
Fino a poche ore fa, quando nel corso di una ricognizione aerea sono stati avvistati i corpi. Senza vita.
“I corpi erano situati a un’altitudine di 7.100 metri”, ha riferito al quotidiano The Himalayan Times Mingma Sherpa, direttore di Heli Everest, che ha condotto l’operazione di ricerca. “Riteniamo che gli scalatori siano caduti da una quota di 7.600 metri”, ha aggiunto.
Del gruppo faceva parte anche Valerii Shamalo, che però poco dopo aver lasciato il campo IV si era sentito male ed era tornato indietro. Shamalo, che era sceso autonomamente a quota 6100 metri è stato evacuato in elicottero e portato in ospedale questa mattina.
In precedenza, il 5 ottobre, Denis Aleksenko e il bielorusso Artsiom Tsentsevitski avevano raggiunto la vetta senza l’ausilio di ossigeno supplementare e senza l’aiuto di Sherpa, percorrendo nel tratto finale dell’ascesa una linea ritenuta più sicura di quella percorsa normalmente. Tornato al campo base, Aleksenko ha dapprima coordinato le ricerche, poi è toccato proprio a lui individuare dall’elicottero i corpi dei compagni.
La spedizione russa, composta in tutto da 15 elementi, era l’unica squadra presente sulla montagna.