Hassan, lei conosce molto bene queste zone. E’ la prima volta in Pakistan che si verifica un evento simile? E’ la prima volta di un terremoto così devastante. In passato c’erano stati altri eventi ma di minore intensità. Questa volta ci sono perfino morti nelle aree più remote delle Northern Areas. La Karakorum Highway è bloccata in più punti, altre 400 persone sono rimaste uccise in Kohistan dove tutta la regione è distrutta. Si parla di 40 mila vittime in tutto il Pakistan. Ma il numero potrebbe incrementare ulteriormente. L’are più colpita è quella, a circa 10 Km a Sud-Ovest dell’epicentro, di Azad Jammuu e Kashmir Muzaffarabad. In tutto il Kashmir ci sono tanti lavoratori e soldati nelle province di Baigh e Rawalkot. Dunque tante persone impreparate a un evento così devastante.
Dovremmo aspettarci altri terremoti in questi giorni? Sì, certamente. Ma si dovrebbe trattare solo di scosse di assestamento di minore intensità.
I media italiani parlano di uno spostamento della placca indiana di 2 metri verso nord. E’ verosimile? Due metri? Non so, forse. I terremoti e le faglie attive nel Nord del Pakistan e nelle adiacenti parti dell’India e dell’Afghanistan sono effettivamente il diretto risultato del movimento del subcontinente indiano verso nord, ad una velocità approssimativa di 40 mm l’anno e in collisione con il continente eurasiatico. Nel suo movimento verso nord la placca indiana si infila così sotto la placca eurasiatica. La collisione causa uno spostamento sulla verticale che ha prodotto le più alte catene montuose del mondo: Himalaya, Karakorum, Pamir e Hindu Kush. Parte di questo movimento di compressione tra queste due placche in collisione prosegue, con spinte ed aggiustamenti lungo le maggiori linee di spinta. Queste linee corrono alla base delle montagne del Nord dell’India e del Pakistan. Così l’andamento e il luogo di questo terremoto non sono certo una sorpresa.