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Renato Chabod, alpinista, pittore e politico della Valle d’Aosta

Autore di notevoli aperture sul Monte Bianco anche con Gervasutti e Boccalatte, l’alpinista valdostano fu per 10 anni senatore della Repubblica. Ci lasciava il 22 febbraio 1990

… è certo che uno ”degli incentivi concreti della mia voglia di vivere” è precisamente rappresentato dalla voglia di dipingere le grandi montagne come le vedo e le sento io, montanaro alpinista.

Renato Chabod

Ad Aosta, il 28 luglio 1909, arriva nella famiglia Chabod il terzo figlio maschio: Renato. A 9 anni la perdita del padre lascia una profonda ferita, in parte ricucita dalla scoperta della montagna pochi anni più tardi. Renato e l’amico Amilcare Crétier, entrambi tredicenni, iniziano a praticare l’alpinismo prima arrampicandosi sulle mura romane di Aosta e, poi, spingendosi sul Gran Paradiso, il Forquin e il Clocher di Djouan. 

Concilia la sua passione all’impegno nello studio, concludendo il Liceo Classico D’Azeglio a Torino e prendendo la Laurea in Giurisprudenza

Ghiaccio e misto sulle Alpi

Nel 1927 perde un alluce a seguito di un congelamento durante una traversata sugli sci, ma ciò non gli impedisce di compiere grandi salite tra il 1930 e il 1935, soprattutto nel Massiccio del Monte Bianco. 

Con Crétier e Lion Binel traccia una nuova linea sulla sud del Mount Maudit nel 1929.

Sul Mont Blanc du Tacul sale per la prima volta il Couloir du Diable, nel 1930, e il Couloir Gervasutti, nel 1934. Proprio con quest’ultimo compie numerose prime salite, giocando il ruolo di asso nella manica nei tratti di ghiaccio e misto, terreno sul quale è un vero specialista. Con Gervasutti apre i 300 m classificati AD del Couloir della Tour Ronde e, accompagnato anche da Ninì Pietrasanta e Gabriele Boccalatte, sale per la prima volta sul Pic Adolphe lungo lo spigolo ovest, il 16 luglio 1935.

Oltre alla seconda ripetizione della parete Nord delle Grandes Jorasses, nel 1930 Chabod sale per primo un’altra parete nord: quella del Gran Paradiso; un muro bianco di 600m fino a 55° che tuttora mette alla prova le gambe di tanti appassionati. 

Nello stesso anno diviene Accademico del CAI, a soli 21 anni.

Lui, Piero Zanetti, Gabriele Boccalatte e Guido De Rege di Donato sono i primi a mettere piede sulla vetta della Tour des Jorasses, percorrendone la cresta sud, il 5 agosto 1931.

Legato a Aimé Grivel apre una via di ghiaccio lunga oltre 400m sull’impressionante Aiguille Blanche de Peuterey nel 1933.

La spedizione nelle Ande del 1934

Tra febbraio e marzo del 1934 partecipa alla spedizione del CAAI nelle Ande meridionali, composta da grandi nomi: Bonacossa, Boccalatte, Gervasutti, Binaghi, Brunner, Paolo e Stefano Ceresa, Ghiglione e Zanetti. Il gruppo porta a casa la settima salita dell’Aconcagua, 6961m, e la prima del Cerro Cuerno, 5462m, da alcuni definito come “il Cervino Americano”.

Il politico

Tornato dal Sud America copre il ruolo di presidente delle Guide di Courmayeur dal 1934 al 1942. Questo è il primo dei numerosi incarichi che lo vedranno impegnato nei vertici del panorama alpinistico italiano:

Negli anni ‘40 viene coinvolto nella resistenza partigiana in valle dal fratello Federico e dal cugino Remo.

La sua sensibilità, cultura e intelligenza giocano un ruolo chiave anche in politica:

Scrittore e pittore

Così come il fratello Federico, grande storico e politico, anche Renato è appassionato di storia, in particolare quella alpinistica. Oltre a scriverne lui stesso delle pagine aprendo grandi vie, si impegna come illustratore nel celebre manuale “Alpinismo”, realizzato con Gervasutti nel 1935.

Chabod ama dipingere con uno stile tutto suo, caratterizzato dallo studio minuzioso delle linee, vere regine delle sue tele, che rende le sue opere decisamente scultoree. Nel 2020 circa 60 dei suoi dipinti sono stati esposti al Forte di Bard nella mostra “La montagna titanica di Renato Chabod”.

Per lui esiste un legame umano e intellettuale tra opere, alpinismo, vita pubblica e privata, e impegno civile; si potrebbe dunque definirlo un “montanaro prestato alla città”.

Per l’indiscusso valore viene insignito del titolo di Socio Onorario del CAI nel 1979, insieme a Riccardo Cassin.

Renato Chabod, grande alpinista, artista e politico, ci lascia ad Ivrea il 22 febbraio 1990, con ben 80 anni di avventure sulle spalle.

Salite principali

Libri

Film

C’è qualcosa di sacro nel sentimento che guida Chabod a dipingere le sue montagne che le fa diventare un mito

Luigi Carluccio, Gazzetta del Popolo, 1974

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