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La ragazza del lago: l’indagine di Toni Servillo

Ambientato sui laghi di Fusine, nel Tarvisiano, il film diretto da Andrea Molaioli, è considerato una perla del noir italiano. Nel cast anche Valeria Golino e Fabrizio Gifuni

Toni Servillo è il commissario Sanzio in La ragazza del lago (2007), film di Andrea Molaioli tratto dal romanzo della scrittrice norvegese Karin Fossum “Lo sguardo di uno sconosciuto” (Se Deg ikke Tilbake!/Dont look back, 1996). Il personaggio interpretato da Servillo svolge la sua indagine sul Lago Superiore di Fusine, a Tarvisio (Ud), a pochi chilometri dal confine con la Slovenia. È in questo lago, dentro lo specchio d’acqua che riflette cupamente le verdi conifere sulla riva e le ombrose montagne in lontananza, che viene trovato il cadavere della giovane Anna, una ragazza del paese. Il cadavere è stato portato lungo la riva, disteso su un fianco. È morta da qualche ora, probabilmente strangolata, ma non mostra segni di avere lottato per la sua vita. Perché?

È da questo interrogativo che il commissario Sanzio indaga sulla vita di Anna, i suoi amori, le sue passioni, i suoi segreti. Ed è tra il paesino di Moggio Udinese, le sue stradine circondate dal verde, dal silenzio e dalla timida luce del sole, e Palazzo Lupieri a Preone (dove Sanzio ha la sua base operativa) che La ragazza del lago intreccia i fili di un giallo appassionante, malinconico, uggioso e affascinante. A girare intorno a Sanzio e alle sue indagini vi sono un vecchio scorbutico e un figlio poco amato, una coppia che ha perso un figlio (interpretati da Fabrizio Gifuni e Valeria Golino), il ragazzo di Anna, il padre di lei. Ognuno ha un possibile movente per avere ucciso la ragazza, ma tutti sembrano insieme plausibili e irrazionali.

Vincitore di ben 10 David di Donatello (tra cui miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista a Toni Servillo), La ragazza del lago è una perla del noir italiano. Lo è per il  modo in cui il film ci sorprende a pensare sempre cose diverse rispetto ai personaggi, come ci fa credere e ricredere, dubitare, ma anche per il modo in cui la regia di Molaioli racconta, attraverso movimenti di macchina rivelatori e singole inquadrature, tutto il mondo interiore dei suoi personaggi.

L’omicidio di Anna diventa motivo per Sanzio per rivalutare la relazione con la figlia, la sua vita privata. Per gli altri personaggi, gli abitanti del paese, Anna è associata a un qualche ricordo, o a qualche “non detto” che complica ancora di più le valutazioni di Sanzio sui possibili movimenti dell’omicida. La ragazza del lago riflette così su vari temi quali la caducità della vita, la genitorialità, l’idea di verità, facendo dire molto di più alle immagini che ai personaggi.

I Laghi di Fusine

L’ambientazione in La ragazza del lago gioca un ruolo determinante. Ed è intorno al lago, come dice il titolo, che il film riflette sulla caducità della vita. Si tratta del Lago Superiore di Fusine, poco distante da Tarvisio, che insieme a Lago inferiore costituisce un complesso di due piccoli laghi alpini.

I Laghi di Fusine, con le loro acque cristalline alla base di imponenti montagne (come la dorsale delle Ponze e il Mangart) sono due bacini glaciali collegati da un sistema sotterraneo, che d’inverno si congelano creando paesaggi incantati. Nel film vediamo il Lago Superiore in autunno. È cupo, malinconico, ma allo stesso tempo affascinante: come la leggende del serpente del lago – narrata nel film – che si dice uccida all’istante chi lo fissa negli occhi. Se il serpente è immaginario, tuttavia in La ragazza del lago si fa metafora di una condanna che Anna ha provato a fuggire, facendola propria.

La ragazza del lago è disponibile per lo streaming su Netflix

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