10 agosto 2005 – Nei prossimi anni le Alpi saranno solo nude pietraie? Distese nere e pietrose al posto dei ghiacci eterni? Sconcertante il rapporto del Comitato Glaciologico Italiano presentato dal suo presidente Claudio Smiraglia. Che traccia un quadro poco rassicurante.
A parte le domande e i dubbi più o meno leciti è questo lo scenario fornito da Claudio Smiraglia, presidente del Comitato glaciologico italiano e responsabile sezione ghiacci della spedizione italiana "K2-50 anni dopo". Smiraglia suggerisce una cura del freddo per almeno dieci anni.
Intervistato durante la Conferenza Mondiale sul clima a Buenos Aires, Smiraglia ha dichiarato che sarebbe necessaria "una riduzione della temperatura media estiva di qualche decimo di grado accompagnato da un aumento delle nevicate del 10%".
"In una sola estate, quella tra il 2003 e il 2004", ha continuato Smiraglia "il volume di ghiaccio perso e’ stato pari a due grossi bacini idrografici. Fra qualche decennio, se i cambiamenti climatici proseguiranno con questo trend, sulle Alpi avremo un paesaggio caratterizzato da ghiacciai completamente coperti di detriti".
"La temperatura piu’ alta di 1-2 gradi ai confini esterni dell’Antartide e’ un dato preoccupante" ha concluso Smiraglia, "per i distacchi sempre piu’ frequenti di piattaforme di ghiaccio grandi come intere regioni. Di rilievo il fatto che è bastato un aumento relativamente piccolo della temperatura, circa un grado dal ‘900 ad oggi per creare una riduzione, finora, di tutti i ghiacciai montani della Terra del 40-50 per cento".