Ferrate

Ferrate: quello che le classificazioni ufficiali non dicono. Ma che bisogna sapere

Non solo le difficoltà tecniche. Per valutare se una ferrata è adatta ai propri mezzi occorre sapere molto altro. I consigli della guida alpina Francesco Tremolada per un’escursione in sicurezza

La classificazione di una ferrata è da sempre argomento di discussione: per qualcuno è gradata troppo facile, per altri ci sono dei passaggi impegnativi più di quanto ci si potrebbe aspettare e via dicendo. Il tutto senza considerare una serie di elementi che sono comunque decisivi ma che sfuggono ai classificatori, di solito concentrati sulla mera tecnicità del tratto attrezzato. Per cercare di capire in tutti i suoi aspetti questo mondo verticale posto fra escursionismo e alpinismo abbiamo interpellato Francesco Tremolada, Guida alpina di Corvara (BZ). 

Iniziamo a dissipare qualche dubbio: che differenza c’è fra ferrata e sentiero attrezzato?

Semplificando, il sentiero attrezzato è il più alto livello di escursionismo. Vi si incontrano tratti con corde o cavi ma non necessitano di specifica attrezzatura per percorrerlo. Naturalmente vale la regola generale che richiede giuste condizioni meteo e abbigliamento adeguato al momento.
Per ferrata si intende già qualcosa più vicino all’alpinismo: si inizia a scalare ed è richiesto del materiale per poterla percorrere in sicurezza. Le valutazioni delle ferrate solitamente sono segnalate da lettere o da numeri che in ordine crescente ne segnano le difficoltà tecniche: per esempio A, B, ecc oppure dall’1 al cinque grado massimo di difficoltà. A tutto questo ritengo importante evidenziare come bisognerebbe anche aggiungere i fattori ambientali: se è in quota, con che esposizione, il periodo in cui si vuole percorrere. Per esempio in Dolomiti attualmente c’è ancora moltissima neve e una ferrata relativamente facile quando terminata porta a fare la discesa su terreni nevosi molto insidiosi che purtroppo hanno richiesto l’aiuto del soccorso alpino. Anche l’avvicinamento all’attacco fa la differenza: cambia tutto se l’attacco della via si trova dopo 1000 metri di salita o a poca distanza dall’arrivo di un impianto di risalita. Sono tutti fattori da sapere e valutare prima di mettersi in viaggio.

Le ferrate sono per tutti?

Direi che non c’è un limite di età, sta solo nel singolo individuo sapersi valutare per il tipo di attività: ci sono bambini agili e fortissimi in grado di muoversi meglio di molti adulti. Se è la prima volta che si affronta una ferrata si deve puntare su quelle più facili per poi andare ad aumentare i gradi di difficoltà in modo da sapere in cosa ci si cimenta. Bisogna essere realmente consapevoli delle proprie capacità e informarsi in modo globale sulla tecnicità della ferrata, l’ambiente dove si trova, la lunghezza e il percorso di discesa. 

Qual è l’attrezzatura necessaria?

Esistono i kit creati appositamente per le ferrate con i quali potersi assicurare a cavi e catene lungo il percorso. Consiglio di investire in un kit di nuova generazione che sicuramente ha degli accorgimenti per muoversi più agilmente e godersi la salita. A questo va aggiunto il casco protettivo, in montagna qualche sasso si può sempre muovere e ovviamente una imbracatura. Per l’abbigliamento bisogna puntare più sulle scarpe o scarponcini della giusta robustezza che devono essere quelli classificati per muoversi anche su terreni rocciosi. Le scarpe da trail running non sono proprio indicate in quanto il piede tende a ruotare al suo interno e far perdere l’appoggio in certe condizioni. Da non dimenticare dei pantaloni lunghi quando si è in quota, lo zaino con borraccia, kit da soccorso e barrette energetiche che non fanno mai male.

Sulle ferrate esiste un senso di marcia da rispettare?

Solitamente le ferrate sono percorse in salita per poi essere discese con un tragitto più facile. Superare è sempre possibile magari è meglio in quei punti comodi che non prevedono l’assicurazione. Per fare un esempio esiste su una bastionata rocciosa a picco sulla Val d’Astico, la ferrata degli Anelli delle Anguane dove si trovano più tracciati di diverse difficoltà che si intrecciano e permettono varie modifiche e vie di fuga, il tutto ben evidenziato da differenti colori su una cartellonistica alla partenza dei vari percorsi. Bisogna far attenzione a non sbagliare colore e il divertimento è assicurato.

I maggiori pericoli?

Sono quelli ambientali, le cadute sono davvero rare se non si sottostima ovviamente il percorso. In ogni caso i pericoli non dipendono dalla montagna o dal grado tecnico della via, ma da come la si affronta. Le ferrate sono sempre aperte a tutti durante tutto l’anno, se non durante dei lavori di manutenzione, questo porta a volerle praticare anche quando le condizioni sono proibitive, e ciò spiega già molte cose. Negli ultimi anni sono state create ferrate, di ogni livello e lunghezza in cui si punta soprattutto alla tecnicità del percorso. Piace molto la fisicità della via più che lo sviluppo nel suo insieme. Un tempo le vecchie vie, di cui ricordiamo le più antiche risalenti al 1908, quella della Marmolada e del Sella, nate per aiutare l’ascensione in vetta, non erano particolarmente tecniche. Oggi si preferisce attrezzare ferrate vicine agli impianti di risalita e che portino ad un rifugio. Sono diventate più simili a parchi avventura dove ponti sospesi, scale rotanti sono fonte di adrenalina in ambienti spettacolari. Molte vecchie ferrate, comunque, sono state in parte modificate per renderle più sicure e meglio attrezzate.

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