Cambiare vita. La storia di Paola Casati, da Como a Padula, villaggio con solo tre residenti nei Monti della Laga
E’ nata in Lombardia, ha lavorato in Svizzera, poi si è stabilita in Abruzzo. Oggi vive e lavora in un borgo quasi completamente spopolato. La civiltà è lontana, ma la natura è splendida. E gli esseri umani sono solidali tra loro. “Mi annoiavo di più a Roseto”, dice
Anche l’Appennino teramano ha il suo Tibet. A nord del capoluogo di provincia, in vista delle vette del Gran Sasso che chiudono l’orizzonte verso sud, il versante orientale dei Monti della Laga schiera le sue valli e le sue lunghe dorsali boscose.
Per arrivare in auto da Teramo ci vuole oltre un’ora, e se si parte da Ascoli Piceno o dall’Aquila si impiega molto di più. Vari piccoli centri della zona sono stati abbandonati da anni, altri sopravvivono grazie a pochi e coraggiosi residenti, soprattutto boscaioli e pastori.
Solo in estate, grazie agli emigrati che tornano per qualche settimana dalla costa adriatica e da Roma, dall’Italia settentrionale o dall’estero, Cesacastina e Pietralta, Macchiatornella e Pagliaroli, Macchia da Sole e tanti altri borghi ridiventano vivi e popolati. Poi, alla fine di agosto, il silenzio ridiventa sovrano.
Una donna coraggiosa, da due anni e mezzo, ha deciso di andare controcorrente. Si chiama Paola Casati, è nata a Como, ha lavorato per qualche anno a Zurigo prima di stabilirsi a Roseto, sul litorale abruzzese. In passato ha amministrato condomini e si è occupata di sicurezza. Ora vive e lavora per gran parte dell’anno a Padula, quasi 1000 metri di quota, uno dei borghi più suggestivi e remoti della Laga.
Per prima cosa, Paola ha acquistato e trasformato in bed & breakfast una villa all’ingresso del paese. Poi, da qualche settimana, ha preso in gestione l’Ostello dei Briganti, di proprietà del Comune di Cortino, di cui Padula è una delle tante frazioni. Le due strutture in totale hanno circa 25 posti letto. Oggi gli escursionisti possono pernottare in paese prima e dopo le camminate verso le cascate della Cavata e della Fiumata, ai piedi del Monte Gorzano, che con i suoi 2458 metri è la cima più alta della Laga.
“Mi è sempre piaciuto il “laghismo”, un escursionismo di esplorazione e senza folla, lungo sentieri spesso quasi abbandonati, dove tra la primavera e l’estate scrosciano torrenti e cascate. Quando ho deciso di cambiare vita è stato logico venire a vivere e a lavorare da queste parti”, spiega Paola Casati con un sorriso.
“Appena ho saputo che a Padula era in vendita la villa di Giulio Di Bernardo, un medico che era diventato famoso a Roma ma amava tornare qui in vacanza, l’ho acquistata e l’ho trasformata nel bed & breakfast Pappappero”, prosegue l’imprenditrice nata in Lombardia.
D’inverno i residenti di Padula sono soltanto tre
Negli ultimi inverni, grazie a lei, i due residenti degli anni precedenti (una signora in pensione e l’unico pastore della zona) sono diventati tre. Sembra poco, ma è un aumento del 50%.
La popolazione di Padula, spiega Paola, aumenta e diminuisce in maniera regolare ogni anno. “In primavera molte famiglie originarie del paese, che vivono a Teramo o più lontano, salgono a passare qui i weekend. Quando il caldo in pianura inizia a farsi sentire, una quindicina di pensionati si trasferisce in pianta stabile. Tra luglio e agosto arrivano gli emigrati, e a Ferragosto il paese scoppia di vita. Poi, rapidamente, si svuota di nuovo”.
L’elenco dei problemi è lungo, ma Paola Casati ama pensare positivo. “A Padula e nella vicina Macchiatornella c’è la fibra, quindi è possibile vivere qui e lavorare da remoto. Ogni giorno c’è un bus della TUA, la compagnia pubblica abruzzese, che fa avanti e indietro da Teramo. In estate passano i furgoni che vendono formaggio, affettati e verdura. Se voglio posso fare la spesa a distanza, e farmela consegnare al bed & breakfast”.
“Certo, la storica trattoria Monte Gorzano oggi apre soltanto ad agosto, un negozio e un bar servirebbero a tutti, e creerebbero un po’ di socialità. Però a Padula ci si conosce tutti, si parla, se c’è un problema ci si aiuta, d’estate si organizzano cene in piazza. Nei centri più grandi questo non succede, e non parlo di Roma o Milano ma anche di Roseto, che d’inverno ha 26.000 abitanti” continua Paola.
Parte attiva nella manutenzione dei sentieri e promoter del territorio
Molti escursionisti dell’Abruzzo e delle regioni vicine conoscono Padula, e frequentano i suoi sentieri. I gruppi del CAI arrivano già all’inizio di maggio, quando il Tordino e il Fosso Malvese sono in piena, e le cascate sono gonfie e spettacolari. Poi l’acqua diminuisce, ma i sentieri restano affascinanti. Volontari della zona, spesso con l’aiuto di Paola Casati, puliscono dalla vegetazione tracciati storici come quello da Macchiatornella all’Abetina di Cortino, o quello che costeggia il Tordino verso case isolate e frazioni.
Da tempo, sempre più spesso, Padula e il lavoro di Paola ricevono congratulazioni e applausi. A fine maggio è passato da qui il gruppo del Cammino dei Parchi, organizzato da Paolo Piacentini, ex-presidente di Federtrek. E’ stata l’occasione per inaugurare l’Ostello insieme a Marco Tiberii, il sindaco di Cortino.
Coinvolgono regolarmente Padula il Festival Culturale dei Borghi della Laga e il suo presidente Roberto Gualandri. Sul fronte del CAI, il b&b Pappappero è un posto-tappa ufficiale del Sentiero Italia, e la collaborazione con le Sezioni di Teramo e di Castelli è ottima.
Da qualche tempo Paola ha il patentino da guida ambientale escursionistica, e quando il lavoro di albergatrice glielo consente accompagna i suoi clienti sui sentieri. “Se l’allenamento dei visitatori è sufficiente facciamo l’anello della Cavata e della Padula, un migliaio di metri di dislivello e 6 o 7 ore di cammino in cui si toccano ben sette cascate. Altre volte si visitano le piccole cascate intorno al paese, e la gente che non è abituata a camminare è felice”.
Per concludere la chiacchierata mi piacerebbe parlare degli enti pubblici e del Parco, per capire cosa potrebbero fare per aiutare Paola e gli altri coraggiosi che scelgono di rivitalizzare Padula e gli altri borghi. La nuova residente dei Monti della Laga, però, continua a pensare e a parlare in positivo.
“Vivere qui non è una scelta eroica o estrema, è semplicemente una scelta di vita come altre” conclude. “Quando escursionisti e clienti mi chiedono se vivendo quassù mi annoio, mi piace rispondere che mi annoiavo molto di più a Roseto”.