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Dal “Paradiso delle signore” al Gran Sasso. Massimo Poggio nei panni di Francesco De Marchi

Dieci anni fa l’attore di Alessandria è stato Achille Compagnoni per una fiction RAI. Per lui il Gran Sasso, e il film di Luca Cococcetta “Monte Corno - Pareva che io fussi in aria” sono stati una bella esperienza e una scoperta

Qualche volta (non sempre!) gli attori si appassionano alle storie a cui danno il volto e la voce, e ai luoghi dove queste si svolgono. Nei mesi scorsi Massimo Poggio, piemontese di Alessandria, noto al pubblico grazie a decine di film e di fiction, si è trasformato in Francesco De Marchi, l’ingegnere militare bolognese che nel 1573 ha compiuto la prima ascensione del Gran Sasso. 

Luca Cococcetta, il giovane regista aquilano che ha diretto “Monte Corno – Pareva che io fussi in aria” non è celebre come Ferzan Özpetek, con cui Poggio ha girato “La finestra di fronte” e “Cuore sacro”. Anche se il film sul Gran Sasso, all’ultimo Film Festival di Trento ha vinto il Premio del pubblico, è difficile pensare che l’ultimo ruolo svolto possa rendere l’attore piemontese famoso come “Il paradiso delle signore”, seguitissima soap-opera di RAI Uno. 

Ma Poggio, tra il borgo medievale di Assergi, i pascoli di Campo Imperatore e le rocce del “Corno Monte” si è appassionato al Gran Sasso e a De Marchi. “Il film di Luca Cococcetta è il racconto di un mondo per me insospettato, bellissimo. In passato, per mia passione, avevo esplorato la storia del ciclismo. Il racconto della prima salita del Corno Grande mi è sembrata la prosecuzione di quella ricerca”.  

Massimo Poggio conosceva già il Gran Sasso e L’Aquila. “Ci sono restato per un mese nel 2006, tre anni prima del terremoto, per girare una fiction per RAI Uno. L’amico Alessandro Palmerini, tecnico del suono e appassionato alpinista (ha lavorato anche per “Le otto montagne”, ndr) mi ha portato a scoprire il Gran Sasso. Quando ci sono tornato con Luca Cococcetta e la sua troupe era settembre inoltrato, e oltre a ritrovare la bellezza del massiccio ho trovato una tranquillità straordinaria”, racconta. 

In “Monte Corno – Pareva che io fussi in aria” (il sottotitolo è una celebre frase di De Marchi), Cococcetta ha unito lo stile e il ritmo di una fiction, con i suoi attori in costume, con quelli di un documentario con molti ospiti intervistati. Quando è inquadrato Massimo Poggio parla poco, ma la sua voce accompagna a lungo lo spettatore mentre legge il racconto di Francesco De Marchi, un testo di 450 anni fa che emoziona e coinvolge chi lo ascolta. 

Le riprese del film danno un’immagine grandiosa del Gran Sasso. Il lavoro a cui ho partecipato mi piace molto, ma penso che la storia di De Marchi meriterebbe una grande fiction, con un budget molto più alto”, prosegue Poggio. “Anche il pubblico smaliziato del Film Festival di Trento lo ha capito, e ha apprezzato il nostro lavoro”. 

Molti italiani che vivono al Nord, dal Piemonte e dalla Lombardia fino al Triveneto, pensano che nel nostro Paese ci siano solamente le Alpi. “Sono nato ad Alessandria, nelle giornate serene dalla mia città si vedono il Monviso e il Monte Rosa, ho sciato tante volte in Valle d’Aosta e nel Cuneese. La bellezza e la forza del Gran Sasso mi hanno sorpreso”, confessa Massimo Poggio. 

Nelle riprese di Luca Cococcetta e della sua troupe (il direttore della fotografia di “Monte Corno” è il climber e scialpinista aquilano Roberto Parisse), De Marchi e i suoi accompagnatori salgono fino ai 2912 metri del Corno Grande, per un sentiero alpinistico che costringe a usare per lunghi tratti le mani. 

Gli attori salgono avvolti in dei pesanti mantelli, disegnati e realizzati da un’azienda abruzzese, che danno loro un’immagine da penitenti medievali, ben diversa dai colorati alpinisti di oggi. Sulla cima, come spesso accade sul Gran Sasso, Poggio, Cococcetta e gli altri hanno trovato un vento violento. “Non ho avuto paura, non abbiamo corso il rischio di essere spostati da una raffica e cadere. Ma è stato impressionante, e ha reso le riprese ancora più suggestive”, ricorda con un sorriso l’attore. 

Tra due mesi il nostro Paese, il Pakistan e il resto del mondo ricorderanno i 70 anni trascorsi dalla prima ascensione della seconda vetta della Terra. Impossibile non chiedere a Poggio un paragone tra “Monte Corno” e “K2, la montagna degli italiani”, la fiction RAI uscita nel 2014 dove ha interpretato un personaggio-chiave come Achille Compagnoni. 

Che posso dire? E’ stata una produzione completamente diversa, con ben altro budget, ma il risultato non mi ha soddisfatto. Credo che tra i motivi ci sia il fatto che il regista non fosse appassionato di montagna. Anzi, che non avesse proprio voglia di stare e girare sulla neve”. Con Luca Cococcetta, camminatore, alpinista e innamorato del Corno Grande e del Gran Sasso, non c’è stato nessun problema di questo tipo. Il film arriverà nelle sale di tutta Italia in autunno.   

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