News

A Massimo

Leonardo Pagani, Walter Nones, Adam Holzknecht, Hubert Moroder, Karl Unterkircher e Patrizia Broggi, compagni di Massimo Farina nella spedizione K2 2004, ci inviano alcuni pensieri in ricordo di Massimo. Li pubblichiamo.


A Massimo Farina

Max… ci sei? …. rimarrai sempre nei nostri ricordi.

Anche da noi per un attimo il mondo si è fermato,
ancora increduli che tu ci abbia lasciato.
Al K2 ci siamo conosciuti,
persino a 8000metri insieme gli abbiam vissuti.
Il signore ti ha voluto con sé,
proprio te…,non sapremo mai il perché.
Tu lo sai che abbiamo la tua stessa passione,
che nella vita ci da tanta soddisfazione…;
ed è quí che abbiam trovato
il perché della vita che il signore ci ha dato.
Caro Massimo…ci siamo visti poco finora
ma in un domani ci incontreremo ancora.


Leonardo Pagani, Walter Nones, Adam Holzknecht, Hubert Moroder, Karl Unterkircher
"E’ una stupenda mattina di sole e la neve caduta ieri notte regala un tocco
di civettuola bellezza al parco che vedo dalla finestra. Oggi saluteremo
Max. Il filo sottile che lo legava alla vita è stato spezzato. Ieri
camminando nel silenzio dei miei boschi ho pensato molto ai giorni che noi
tutti abbiamo vissuto insieme sotto l’imponente presenza del K2. Ho
conosciuto ognuno di voi in una vita quotidiana fuori dall’ordinario, fatta
di giorni dal tempo lento e da giorni dal tempo frenetico. Ho parlato, riso,
discusso, pianto con voi. Ho diviso pensieri e sensazioni. Con alcuni in
modo più intenso. Con altri solo in momenti casuali. Ma con ognuno di voi ho
vissuto un pezzo della mia vita. Ricordo perfettamente la prima volta che ho
incontrato Max. Noi del secondo gruppo siamo giunti al campo base sul finire
ormai del giorno. Io ero in fondo con Leonardo, Agostino e qualcun altro.
Max era seduto fuori dalla tenda blu che divideva con Alex. Ricordo bene
quel momento perchè Max era tra le persone che non avevo ancora conosciuto.
Mi sono avvicinata, ho allungato una mano e gli ho detto ciao. Lui ha
risposto con un sorriso appena accennato ed io ho pensato che era uno che
stava sulle sue. Sì, era così, ma ho imparato nei giorni, nelle settimane
seguenti a conoscere bene i suoi silenzi, i suoi scatti improvvisi, a
vederlo seduto con lo sguardo fisso sulle cime circostanti, perso in chissà
quali sogni e pensieri. Ma ho imparato anche che quel sorriso appena
accennato sulle sue labbra arrivava fino agli occhi, e un sorriso che
illumina gli occhi è sempre un sorriso vero. Così vedo Max nella mia mente.
E pensandolo così lo saluterò oggi insieme a voi.
Vi abbraccio".

Patrizia


Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close