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La Regione Abruzzo stanzia 4 milioni di euro per ristrutturare 13 rifugi e bivacchi

I bivacchi Fusco, Pelino e Bafile sono celebri e frequentati, altri sono conosciuti da pochi. L’intervento regionale, concordato con il CAI e con i Parchi, apre nuovi spazi per gli escursionisti

Una buona notizia per le montagne d’Abruzzo, e per i tanti escursionisti che le frequentano. La Regione presieduta da Marco Marsilio ha stanziato 4 milioni di euro per interventi a favore di 13 strutture di accoglienza in montagna sui massicci del Gran Sasso, della Maiella e del Velino. L’iniziativa è stata presentata qualche giorno fa all’Aquila.

Gli interventi saranno finanziati con le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) per il periodo 2021-2027, del valore complessivo di 1 miliardo e 257 milioni. Il relativo accordo tra Governo nazionale e Regione è stato firmato all’Aquila lo scorso 7 febbraio dal presidente Marsilio e dalla premier Giorgia Meloni.

Nell’accordo sono 318 milioni destinati ai trasporti (ferrovie, strade, miglioramento dell’aeroporto di Pescara) e 412 milioni destinati al territorio, con interventi sul dissesto idrogeologico, la depurazione delle acque e sulla biodiversità.

Abbiamo deciso di investire per ridare vita alle montagne abruzzesi, affinché possano brillare ancora e diventare sempre più accoglienti” spiega il presidente Marco Marsilio. “Abbiamo collaborato con il CAI, con l’Associazione dei Gestori dei Rifugi e con Parchi e Riserve naturali. Crediamo che questo sia un gesto di grande attenzione verso la montagna, rafforzando il legame tra comunità e ambiente naturale”.

L’elenco delle tredici strutture include punti di appoggio celebri come il bivacco Andrea Bafile, della Sezione dell’Aquila del CAI, che sorge a 2666 metri sulle rocce della Vetta Centrale del Corno Grande e si raggiunge per una facile e spettacolare via ferrata.

Sono altrettanto conosciuti, e ancora più frequentati, il bivacco Mario Pelino (CAI Sulmona), 2795 metri, sulla vetta del Monte Amaro della Maiella, e il bivacco Carlo Fusco (CAI Chieti), 2450 metri, sul sentiero che la raggiunge da Passo Lanciano e dalla Maielletta. Gli escursionisti del Chietino apprezzano il rifugio di Fonte Tarì, 1450 metri, sul versante orientale della Maiella, saltuariamente gestito da un’associazione locale, che si raggiunge da Lama dei Peligni o dalla Grotta del Cavallone resa celebre da Gabriele d’Annunzio.

I camminatori e gli alpinisti con piccozza e ramponi che frequentano il Monte Velino conoscono bene il rifugio Casale da Monte, 1150 metri, che si raggiunge in auto da Forme e da cui iniziano molti spettacolari sentieri, e la Capanna di Sevice, 2100 metri, realizzata (e gestita nel mese di agosto) dal GEV, il Gruppo Escursionisti Velino. La si raggiunge con circa tre ore di salita dalla chiesa di Santa Maria in Valle, nei pressi di Magliano de’ Marsi e Rosciolo.

Ben conosciuto, e quasi inagibile da tempo, è il rifugio Ciro Manzini, 2520 metri, che sorge al margine della Valle Cannella, ai piedi del Monte Amaro della Maiella, e alla sommità del magnifico e faticoso vallone che sale dai 450 metri di Fara San Martino. Occorrono un paio d’ore, invece, per salire dal borgo di Rocca Caramanico ai 1755 metri del rifugio Capoposto, sul panoramico crinale del Monte Morrone.

Il rifugio Puzzillo, 1750 metri, sorge accanto al sentiero che sale da Campo Felice al rifugio Sebastiani, e negli anni scorsi era utilizzato da greggi e pastori. La sua trasformazione in un punto d’appoggio può essere molto utile agli escursionisti tranquilli e alle famiglie in marcia verso il Sebastiani.

Completano l’elenco i due rifugi di Filetto, 1400 metri, sui Piani di Fugno, al margine meridionale del Gran Sasso, il piccolo rifugio Valle d’Arano, 1350 metri, tra Ovindoli e le Gole di Celano, e il rifugio di Cerchiara (o del Paretone), 1680 metri, che si raggiunge da Isola del Gran Sasso oppure dai Prati di Tivo. Un’altra struttura che fino a qualche anno fa ha ospitato pastori e pecore, e che offre un fantastico panorama sulla più alta muraglia rocciosa dell’Abruzzo.

Le somme stanziate dalla Regione Abruzzo oscillano tra i 150.000 euro per il bivacco Bafile e il rifugio Casale da Monte, e i 300.000 euro previsti per i rifugi Fonte Tarì, del Puzzillo e Casa Capoposto, e per il bivacco Pelino. Fanno eccezione il rifugio Valle d’Arano (570.000 euro) e il rifugio del Paretone (1.080.000 euro) che dovranno essere completamente rifatti prima di poter accogliere gli escursionisti.

La notizia, lo ripetiamo, è importante. Sarebbe interessante, soprattutto per le strutture più grandi, sapere qualcosa di più sugli interventi previsti, e in particolare se diventeranno dei rifugi gestiti o resteranno dei bivacchi sempre aperti e affidati all’intelligenza e alla cura di chi vi pernotta. Come ricordano spesso gli amici dell’AGRA, l’Associazione dei Gestori, l’importanza dei rifugi sta anche nella loro capacità di creare reddito e lavoro in territori sempre più spopolati.

Per il rifugio Manzini, il più remoto dell’elenco (ci si arriva in quattro ore dalla Maielletta, da Fara ne occorrono almeno sei) sarà fondamentale la presenza di un gestore, almeno part-time. Ed è fondamentale conoscere il pensiero del Parco nazionale della Maiella sulla sistemazione, e quindi sulla maggiore frequentazione, di una struttura posta nel cuore selvaggio del massiccio. Avremo occasione di riparlarne, con la Regione Abruzzo e con i responsabili dei Parchi.

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Un commento

  1. Ottima notizia, i bivacchi, soprattutto quelli della Maiella dislocati in punti nevralgici della sentieristica, sono strutture di appoggio spesso fondamentali per poter programmare escursioni di più giorni, ed in più di qualche caso sono in stato di forte degrado qui sull’Appennino. Ad es. sul Gran Sasso c’è il Garibaldi che definirlo una porcilaia è fargli un complimento, così come sulla Maiella, se il Fusco recentemente ristrutturato potrebbe non necessitare di urgenti interventi, al contrario il Pelino in cima al monte Amaro necessita di un rifacimento della coibentazione interna cosi come una ristrutturazione delle brande e della pavimentazione. Al Manzini invece sarebbe utilissimo mettere a disposizione degli escursionisti un punto di approvigionamento idrico.

    Non sarebbe poi male se si stanziassero anche fondi per ripristinare punti di critici di percorsi come il Sentiero del Centenario. A tal proposito giusto oggi è stata diffusa la nota del CAI L’Aquila in cui si afferma che il percorso è allo stato attuale solo per gente con preparazione alpinistica e conscia della delicatezza di tratti non più messi in sicurezza.

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