Film

Il padre che smuove le montagne

Un uomo ricchissimo e arrogante fa di tutto per ritrovare il figlio disperso tra i monti dei Carpazi, in Romania. Una storia esemplare ambientata in luoghi magnifici

Scritto e diretto da Daniel Sandu, Il padre che smuove le montagne (2021) è la storia di una lotta ostinata e disperata contro la forza impassibile della montagna: è la lotta di Mircea (Adrian Titieni), un agente segreto in pensione che, avvisato dalla polizia della scomparsa del figlio Cosmin sui monti Bucegi (Romania centrale), farà di tutto per ritrovarlo. Anche andare contro la legge e i “metodi convenzionali”.

È inverno, la visibilità è limitata e il rischio valanghe è altissimo. Il percorso dove il figlio si era recato con la ragazza per un’escursione era chiuso per allerta meteo, ma i due sono partiti ugualmente. Senza tornare. Partono i soccorsi, con cui però Mircea avrà subito da dire. La sua disperazione rivela la sua arroganza, perché Mircea rimprovera i soccorritori di non impegnarsi abbastanza, nonostante facciano tutto il possibile. E così chiamerà un aiuto che metterà in crisi (e in imbarazzo) gli stessi soccorritori, superando limiti che solo i soldi gli permettono di oltrepassare. E se non li avesse avuti?

L’uomo megalomane e la montagna impassibile

Proprio l’arroganza di Mircea è quindi il punto centrale del film, tanto che Il padre che smuove le montagne è, come non a caso rivela il titolo, centrato tutto sullo studio del suo personaggio e come questa sfida riveli fino a che punto la disperazione di un uomo e il suo senso di onnipotenza possano trasformarsi in cieco egoismo. Annullando quasi ogni senso di responsabilità verso gli altri. Che si tratti della ex moglie e madre del figlio scomparso, o della nuova compagna incinta che prova a sostenerlo, Mircea sembra volersi redimere da qualche colpa (in primis l’assenza negli anni precedenti con il figlio)… ma la montagna è impassibile di fronte all’uomo.

Il padre che smuove le montagne parla proprio di questo, dello scontro uomo/natura, e di come l’arroganza (e talvolta l’ingenuità) umana debba fare i conti con una forza superiore. Quella di Mircea è una megalomania a tratti comprensibile, a tratti malsana: ma cosa è giusto fare in una situazione del genere? La risoluzione del film, in questo senso, darà una risposta per niente banale.

La location del film: gli spettacolari Monti Bucegi

Il padre che smuove le montagne è interamente ambientato sui Monti Bucegi (Parco Naturale Bucegi), nella Romania centrale. È lì che i due ragazzi si sono dispersi, bloccati tra il ghiaccio e la neve di un paesaggio tanto splendido quanto impervio, e che la regia di Sandu immortala in grandi campi lunghi e osservazioni tra l’ammirazione e il timore per quelle vette silenziose.

Oltre a ciò si vedono molto bene le dinamiche dei soccorsi d’alta quota, quindi la base a valle, l’hotel lì vicino dove alloggiano famiglie e altri aiuti, dove si appostano i giornalisti; ma anche la funivia e diverse salite ripide, i boschi e distese di neve in alta quota che i soccorritori, Mircea e altri cercano di conquistare, domare, razionalizzare.

La troupe del film ha girato per tre inverni consecutivi su quelle montagne, una sezione del gruppo dei Carpazi meridionali. Nelle stesse location sono stati girati anche altri film quali The Crown of Fire (1990) e il tv movie Manhunt: Escape to the Carpathians (2016).

Sede di numerose località sciistiche presso la valle del fiume Prahova quali Bușteni e Sinaia, i Monti Bucegi sono diventati Parco naturale nel 2000 e attirano ogni anno più di un milione di visitatori. Nel parco è possibile ammirare la famosa Sfinge dei Bucegi (una particolare formazione rocciosa che assomiglia a una sfinge) e la Zona di Babele, un monumento naturale che si trova sulla Piattaforma dei Bucegi (2.292m), caratterizzato da due rocce che assomigliano a due anziane con il gobbo che stanno chiacchierando. Un’altra meta molto apprezzata è la Cima Omu, piatta e tentacolare. Ospita una stazione meteorologica e un rifugio turistico che, con i suoi  2505 metri di quota, è il rifugio più alto di tutti i Carpazi.

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