Itinerari

Due gite con le ciaspole dove la Carnia dà spettacolo

Il nord del Friuli offre innumerevoli opportunità agli escursionisti desiderosi di scoprire percorsi panoramici in un ambiente integro. I suggerimenti di Omar Gubeila, tecnico del Soccorso alpino e “cacciatore” di itinerari

Echeggia malinconica una luce di stelle alle remote meravigliate cime della Carnia”, scriveva Pier Paolo Pasolini.

Nella parte settentrionale del Friuli Venezia Giulia, non distante dal confine con l’Austria, si trova la Carnia, un territorio di grande suggestione per quanto poco conosciuto fuori dai confini regionali. Dai dolci pendii di fondovalle fino alle vette più imponenti, gli amanti della neve e della montagna trovano qui un gratificante campo giochi.

Abbiamo approfittato dell’esperienza di Omar Gubeila, autore del volume “In Carnia per terre alte” e da oltre 10 anni Tecnico del Soccorso alpino, per scegliere due itinerari per escursioni con le racchette da neve senza difficoltà tecniche e molto panoramici. Una sorta di biglietto da visita di una microregione da scoprire passo dopo passo.

Da Casera Razzo a Casera Chiansaveit

L'anfiteatro di Cjansaveit con i monti Bivera e Clap Savon sullo sfondo @Omar Gubileia
L’anfiteatro di Cjansaveit con i monti Bivera e Clap Savon sullo sfondo @Omar Gubileia

Si parte da Casera Razzo (1.739 m), raggiungibile risalendo da Ovaro la Val Pesarina. Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio si notano subito le indicazioni del sentiero 210, che ricalca il tracciato di una strada poderale ora coperta dalla neve e battuta dalle motoslitte. Si cammina quindi senza difficoltà, con pendenze moderate, sul confine che separa la Carnia dal Cadore.

Appena partiti ci si trova davanti a un bivio dove si tiene la destra. Alla seconda biforcazione si prende ancora la destra ma è comunque agevole individuare la direzione grazie a un grande cartello di legno. E’ qui che fa il suo ingresso il grandioso panorama sulle Alpi Carniche: la vista inizia ad allargarsi e si possono via via ammirare il Monte Tinisa, il Tersadia, lo Zoncolan, lo Zermula, la Creta di Aip, il Monte Cavallo.
Si procede in discesa fino alla meta di giornata, la Casera Chiansaveit (1698 m) posta in un ampio anfiteatro ai piedi del monte Bivera, meta quest’ultima assai apprezzata dagli scialpinisti.
Il percorso richiede tra andata e ritorno (che si effettua a seguendo a ritroso la via di salita) circa tre ore con un dislivello di 250 metri.

Da Castel Valdajer al Monte Dimon

Vento sulla displuviale del Neddis, con la Creta Grauzaria e il Sernio sullo sfondo@Omar Gubileia
Vento sulla displuviale del Neddis, con la Creta Grauzaria e il Sernio sullo sfondo@Omar Gubileia

La salita al Monte Dimon è un grande classico degli escursionisti friulani. Si parte da Castel Valdajer (1.340 m), frazione di Ligosullo, dove è possibile parcheggiare l’auto e calzare le ciaspole. Risalendo le piste da sci di un comprensorio dismesso negli anni 90 del secolo scorso, ci si porta sulla displuviale delle Tre Cime compiendo una lunga cavalcata tra la Valle del But quella del torrente Cercevsa, in vista del confine con l’Austria. Si tratta di una dorsale senza grosse pendenze e tendenzialmente sicura dal punto di vista valanghivo.

Anche questo itinerario regala grandi panorami, affacciandosi inizialmente sui paesi di Treppo Carnico, Sutrio e Paluzza per poi aprirsi sempre più sulle montagne circostanti quando si raggiunge la dorsale del Monte Neddis fino alla vetta.  Da qui ci si abbassa alla sella tra il monte Neddis e il Dimon dove si ritrova anche il segnavia CAI 404. Non rimane ora che seguire la evidente costa che con andamento arcuato sale fino alla cresta sommitale. L’escursione dura complessivamente 5 ore (a/r) con un dislivello positivo di circa 800 m. Nella zona di partenza non c’è la possibilità di noleggiare le ciaspole.

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