Museum Gherdëina di Ortisei: l’estro di Luis Trenker e la storia dei ladini
Il Museo Ladino della località gardenese racconta cultura, tradizioni, artigianato di un popolo. E dedica uno spazio speciale all’eclettico artista e regista cinematografico nato ai piedi del Sassolungo.
Varcando la soglia della piccola e armoniosa struttura si entra, in punta di piedi, nel mondo dei ladini. Il Museo della Val Gardena, Museum Gherdëina in lingua ladina, è situato nel centro di Ortisei, in un piccolo edificio di architettura tradizionale. E’ un vero e proprio scrigno di cultura e folclore gardenese e una sorta di excursus storico, dall’orogenesi delle Dolomiti, agli albori del cinema di montagna, con una sezione dedicata al celeberrimo alpinista e cineasta Luis Trenker.
La visita offre la possibilità di immergersi nell’atmosfera unica delle montagne dolomitiche, ammirandone, non solo l’aspetto naturalistico, ma anche le testimonianze dei popoli che le hanno abitate. Sono molti i preziosi reperti geologici, tra cui i minerali di Enrico Moroder, e quelli paleontologici, tra i quali spicca il grande ittiosauro del Monte Seceda. Fossili di piante, pesci, rettili marini, coralli, ammoniti ed altri molluschi completano l’esposizione. Importanti anche i reperti archeologici, in particolare i manufatti di selce di Passo Gardena ed oggetti appartenenti all’età del ferro. Nella sezione naturalistica è anche possibile osservare una raccolta di esemplari di flora e fauna alpina, oltre che una collezione di farfalle.
Camminando nella sale tematiche, si viaggia attraverso ogni aspetto della cultura ladina, dalla lingua alla storia, alle tradizioni locali: dipinti, tra cui, la Tela Quaresimale di San Giacomo del 1620, giocattoli in legno e sculture, che venivano intagliate nei lunghi e freddi inverni; manoscritti e tessuti raccontano lo svolgersi della vita di questo popolo alpino.
Il cinema di Luis Trenker, gardenese Doc
Il Museo custodisce inoltre il lascito artistico dell’alpinista, considerato il pioniere del “film di montagna”, Luis Trenker (1892-1990), nato proprio ad Ortisei. Una sezione a lui dedicata permette di accedere ad una stanza anni ‘60, arredata con i suoi mobili: un viaggio fra i cimeli di una vita di un uomo che è stato scalatore, narratore, ma anche attore e regista. Trenker fu un uomo eclettico, un amante della montagna, con la classica estetica dello scalatore di quel periodo: sorride dalle foto d’epoca, vestito con loden e pantaloni alla zuava.
Inizia la sua vita lavorativa come guida alpina, ma apre anche uno studio di architettura, per poi approdare alla scrittura e al cinema diventando prima attore del cinema tedesco e poi star internazionale, passando poi dall’altra parte della cinepresa, girando e producendo numerosi film documentari dedicati alle sue Dolomiti (a lui si deve tra l’altro quel Montagne in fiamme che, pur intriso delle retorica degli anni 30, rappresenta un riferimento imprescindibile della cinematografia di montagna). Malgrado divenne un uomo di mondo, rimase sempre ancorato alle sue origini: “il Sassolungo è la montagna più bella delle Dolomiti, come un castello di un altro mondo”.