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La funivia del Gran Sasso riapre. Ma cosa è successo?

L’emergenza è finita, nei prossimi giorni l’impianto di Campo Imperatore riaprirà, per la gioia degli sciatori e degli operatori economici. Si attende chiarezza sui problemi riscontrati e sui controlli

L’Aquila e l’Abruzzo tirano un sospiro di sollievo, nei prossimi giorni la funivia di Campo Imperatore riprenderà a funzionare. Il 10 gennaio, un incontro al Ministero dei Trasporti ha dato il via alla riapertura della funivia che sale da Fonte Cerreto ai 2.130 metri dell’Albergo, e che dà accesso alle piste da sci dove finalmente ha iniziato ad arrivare la neve.

Alla riunione erano presenti da un lato i dirigenti dell’ANSFISA, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali, e dall’altra il Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e Dino Pignatelli, amministratore del Centro Turistico del Gran Sasso, la municipalizzata che gestisce la funivia e le seggiovie di Campo Imperatore. Hanno accelerato l’iter ministeriale le pressioni di Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, e di alcuni parlamentari aquilani.

I segnali giunti dal tavolo tecnico sono incoraggianti, ci auguriamo che la vicenda, per alcuni aspetti paradossale, possa concludersi in maniera positiva per la nostra montagna. La nostra amministrazione ha impiegato risorse significative per ottemperare alle richieste di approfondimento giunte dal Ministero” ha dichiarato il sindaco Biondi.

La data della riapertura non è ancora nota. “L’Agenzia emetterà un provvedimento di nulla osta per poter riaprire al pubblico la funivia, con delle prescrizioni che sono già state previste e adottate dal Centro Turistico” scrive ancora il comunicato stampa del Comune.

Ricapitoliamo in breve l’accaduto. L’attuale funivia, inaugurata nel 1988, ha preso il posto dello storico impianto costruito nel 1934. Può portare più di 100 passeggeri, è lunga tre chilometri, supera 1000 metri di dislivello in sette minuti. D’inverno, quando la strada è chiusa dalla neve, è l’unica via di accesso alle piste delle Fontari e del Monte Scindarella, e agli itinerari di scialpinismo e alpinismo verso il Duca degli Abruzzi, Campo Pericoli e la vetta del Corno Grande.

Nello scorso autunno, la funivia è stata chiusa per degli interventi di manutenzione programmata. La strada, che di solito viene chiusa già alle prime nevicate, è stata tenuta aperta fino a Natale per permettere l’accesso ad alpinisti e scialpinisti, e per consentire la prosecuzione dei lavori all’Albergo di Campo Imperatore, che sta venendo completamente rinnovato, e al vicino Ostello, danneggiato a ottobre da raffiche di vento di particolare violenza.

A metà dicembre, al termine dei lavori, il Prefetto e il Questore dell’Aquila hanno ricevuto un esposto, firmato da un privato cittadino, che segnalava pericolose criticità su una delle funi portanti della funivia. I controlli, disposti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attraverso l’ANSFISA, hanno portato al blocco cautelativo dell’impianto.

Ha probabilmente imposto cautela al Ministero il ricordo della tragedia della primavera 2021 sul Mottarone, quando la rottura di un cavo causò la caduta di una delle cabine della funivia e la morte di 14 delle 15 persone all’interno. L’eventuale sostituzione di una delle funi, lunghe 3.000 metri e dal peso di decine di tonnellate avrebbe un costo molto elevato, e bloccherebbe la funivia per mesi.

Dopo lo stop del Ministero il Centro Turistico ha avviato le sue verifiche, e ha fatto rapidamente arrivare i dati a Roma. Poi il Natale, il Capodanno e l’Epifania hanno allungato i tempi. “Il danno per il territorio è enorme, non c’è più tempo da perdere” ha protestato il sindaco Biondi il 7 gennaio. L’amministratore Pignatelli, dal canto suo, aveva parlato di “una situazione devastante, un dramma per tutta la città, con guai seri al turismo e all’occupazione anche perché i tempi per rimediare sono difficili da stimare, e comunque non sarebbero brevi”.

La funivia del Gran Sasso ha un ruolo importante nell’economia dell’Aquila e del suo territorio. Secondo i dati del Centro Turistico, nel 2022 ha trasportato 110.000 persone. Oltre ai posti di lavoro nell’impianto e nelle due seggiovie della stazione, sono a rischio quelli nell’Ostello e negli altri servizi (scuola di sci, noleggi, bar e ristoranti, alberghi di fondovalle…) della zona.

Prima della pausa natalizia i lavori dell’Albergo erano stati sospesi per riaprire a primavera, ma erano pronti per essere aperti al pubblico i servizi del seminterrato, dalla scuola di sci ai noleggi di materiale. L’Ostello invece, terminati i lavori per il ripristino il tetto danneggiato dal vento, era pronto per essere riaperto.

Nei giorni scorsi, con il Gran Sasso in condizioni quasi estive, le piste (prive di impianti di innevamento artificiale) non potevano aprire, e il danno era relativo. Ora, con la neve, ogni giorno di chiusura è un danno serio. Come i maestri di sci e gli imprenditori di Campo Imperatore attendiamo di conoscere la data della riapertura, e ci auguriamo che arrivi al più presto.

Qualcosa, però, in questa vicenda non quadra. Cosa è davvero successo (o si è temuto che fosse successo) ai cavi portanti della funivia del Gran Sasso? Perché il sindaco Pierluigi Biondi ha parlato di una “vicenda paradossale”? Perché il Centro Turistico del Gran Sasso e il Ministero dei Trasporti non fanno sapere quali controlli sono stati effettuati e quali sono stati i responsi? Quali sono le “precauzioni già adottate e previste”?

Sulla stampa locale si parla di un “obbligo di controlli giornalieri sulle funi da parte di tecnici terzi”, di “capienza e velocità ridotte”, dell’impegno “a cambiare tutte e quattro le funi appena sarà possibile”. Finora, però, non ci sono stati comunicati ufficiali. Un po’ di trasparenza, invece, farebbe piacere anche a chi sta per salire in funivia.

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