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“Le montagne non ricrescono”. A Carrara per salvare le Apuane

Nella due giorni del 16 e del 17 dicembre, promossa dal CAI, dall’ARCI e da altre associazioni, si metterà in discussione la monocultura delle cave che sfigurano le Alpi Apuane. A vantaggio di pochissimi

E’ possibile salvare le Alpi Apuane? Molti frequentatori delle strade, dei sentieri, delle pareti e delle grotte delle montagne che si alzano tra Versilia, Lunigiana e Garfagnana temono che ormai sia tardi. In molte zone, i tagli e gli sbancamenti delle cave hanno sfigurato intere cime, innumerevoli vecchi sentieri segnati s’interrompono sull’orlo dei nuovi scavi.

Il bivacco Aronte, inaugurato nel 1902 sul Passo della Focolaccia, tra la Tambura e le creste del Cavallo e del Contrario, è stato spostato per evitare la distruzione ma è circondato da sbancamenti impressionanti. Il Parco regionale della Toscana che tutela dal 1990 le Apuane ha una competenza limitata sulle cave, ed è stato disegnato escludendo le zone di estrazione più importanti.

Le manifestazioni ambientaliste, a iniziare da quelle degli speleologi in difesa dell’Antro del Corchia, sono finite a sberle e spesso con rappresaglie come la distruzione del bivacco Lusa-Lanzoni. Quando una denuncia del WWF Toscana ha portato alla temporanea chiusura di alcune cave, la tensione dei cavatori contro “i verdi”, categoria che comprendeva alpinisti, escursionisti e speleo, ha superato il limite di guardia.

Ambientalisti e frequentatori delle Apuane, però, credono che si possa fare ancora qualcosa. Il CAI (Commissione centrale Tutela Ambiente Montano e Gruppo regionale CAI Toscana), l’ARCI e Italia Nostra, insieme a realtà locali come Athamanta, il Coordinamento ambientalista Apuo-Versiliese e il Comitato Comunità Civica della Cappella di Seravezza, hanno organizzato per sabato 16 e domenica 17 dicembre a Carrara una due giorni per manifestare e riflettere. Il titolo, bellissimo, è “Le montagne non ricrescono”.

All’appello delle associazioni promotrici, riunite nell’“Assemblea per l’accesso alla montagna” hanno aderito un centinaio di realtà del mondo ambientalista e dell’escursionismo tra le quali FIE, LAGAP (una delle associazioni professionali delle guide ambientali escursionistiche) Mountain Wilderness, Amici della Terra e numerose Sezioni del CAI.

Carrara e la Versilia hanno una lunga tradizione di militanza a sinistra, e lo dimostra la presenza della Casa Rossa Occupata di Montignoso, dei Centri Sociali del Nord est, del Movimento No TAV e di numerose associazioni per la pace. Tutti, come spiega il documento introduttivo, pensano che “sia ancora possibile trovare un’alternativa all’“estrattivismo”, lo sviluppo basato solo sulle attività estrattive nelle valli delle Apuane”.

L’immagine del marmo, fin dai tempi di Michelangelo e Canova, è legata prima di tutto all’arte. La bianca pietra estratta sulle Apuane compare in decine di celebri chiese barocche, negli edifici monumentali di Roma e Parigi, nelle nuove moschee del mondo islamico a iniziare da Casablanca e Muscat.

Gli organizzatori di “Le montagne non ricrescono” ricordano però che meno dell’1% del marmo estratto ogni anno viene utilizzato nell’architettura o nell’arte, e il resto serve a scopi più prosaici come pavimenti e bagni. L’80% è utilizzato dall’industria del carbonato di calcio, che include la realizzazione di dentifrici e sbiancanti.

Dalle Alpi Apuane vengono estratte ogni anno 5 milioni di tonnellate di montagna, un’attività che genera ingenti guadagni per pochi e incalcolabili danni per gli ecosistemi e la popolazione. Negli ultimi trent’anni è stato estratto più marmo che nei precedenti 2000” proseguono i promotori.

Oggi nelle Alpi Apuane sono presenti oltre 160 cave attive e più di 500 inattive, mentre sono oltre 10 milioni i metri quadrati di territorio ridotto a discariche di scarti di estrazione. La “marmettola”, il fango carbonatico prodotto dall’attività di estrazione, compromette le acque di uno dei più importanti bacini idrici d’Italia, che viene incessantemente inquinato. L’occupazione industriale della montagna ostacola l’accesso e la frequentazione da parte degli escursionisti”.

Altri dati impressionanti riguardano l’acqua, gli incidenti sul lavoro e l’instabilità del territorio. La Provincia di Massa-Carrara, secondo i dati dell’INAIL, ha il primato regionale di incidenti sul lavoro, ben 1.826 nel settore estrattivo in 21 anni. La percentuale di lavoratori morti nelle cave è invariata dagli inizi del ‘900.

Nonostante questo prezzo terribile, Massa e Carrara hanno il tasso di disoccupazione più alto del Centro-nord, e nel triennio 2018-2021: a fronte di un più 30% di materiale escavato, sono stati tagliati 200 posti di lavoro. Il settore del marmo, però, frutta agli industriali oltre 1 miliardo in profitti.

La Toscana è la regione con l’acqua in bolletta più cara d’Italia: 770 euro a Massa, contro una media nazionale di 487 euro. I cittadini della Provincia pagano ogni anno in bolletta 350.000 euro per depurare l’acqua inquinata dalle cave. A causa della trasformazione dei pendii, Carrara è sempre più spesso colpita da alluvioni, come quelle rovinose del 2003, del 2012 e del 2014.

Sabato 16 dicembre, dalle 8.30, nella Sala Garibaldi di Via Verdi, è in programma un convegno che analizzerà l’“estrattivismo” apuano, e ci si chiederà come promuovere “un diverso ed equilibrato modello sociale ed economico”. Interverranno Maura Benegiamo (Università di Pisa), Matteo Procuranti (Blanca Teatro), Nadia Ricci (Federazione Speleologica Toscana), Ildo Fusani (Circolo ARCI Chico e Marielle), Rossanna Giannini (Comitato Civico La Cappella) e Alessandro Gogna (alpinista e storico dell’alpinismo). Le conclusioni saranno del Presidente generale del CAI Antonio Montani.

Il Club Alpino è impegnato nella difesa delle Apuane. La protezione di questo straordinario ambiente per noi è una priorità, siamo pronti a confrontarci con le istituzioni per studiare progetti alternativi, all’insegna dell’attenzione agli ecosistemi e la sostenibilità” spiega Montani.

Secondo il CAI, la manifestazione si lega alla Giornata Internazionale della Montagna di lunedì scorso, e al Decennio per il ripristino degli ecosistemi 2021-2030, co-guidato dalla FAO e dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite. Sabato, a Carrara, si riunirà la Segreteria Ambiente del CAI, con all’ordine del giorno la questione delle attività estrattive in Apuane.

Nel pomeriggio di sabato 16, un corteo in difesa delle Apuane traverserà il centro storico di Carrara, dallo Stadio dei Marmi a Piazza Alberica. Domenica 17, a cura dell’associazione Athamanta, si terranno otto tavoli di lavoro dedicati al futuro delle montagne. Tra i temi trattati l’Ecologia politica in montagna, le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, gli Usi civici, le Narrazioni della montagna.

Vorremmo provare a rispondere insieme a domande cruciali quali come stanno le montagne? Quali minacce gravano su di esse? Quali esperienze organizzative sono nate per difenderle? Quali economie non estrattive è necessario immaginare per questi luoghi?” si chiedono gli organizzatori.
Altre informazioni sul sito www.16dicembrecarrara.it.

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