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Kalymnos o Australia? Quando la Sardegna sbaglia foto

Nella promozione turistica della Regione Sardegna, pagata con fondi europei, compaiono una foto di arrampicata in Grecia e quella di una forra in Australia. La geografia è un’opinione. La protesta dei climber

Venite ad arrampicare in Sardegna! Lo slogan, per chi conosce la roccia di Su Gorropu, di Domusnovas e del Golfo di Orosei non è certo campato in aria. Nella locandina appena diffusa dalla promozione turistica regionale tutto sembra a posto. Si vedono uno strapiombo calcareo, una ragazza che scala e un’altra che le fa sicura, e poi la macchia mediterranea e il mare.

Raggiungi la vetta” dice uno slogan in mezzo alla pagina. A prima vista, sembra bizzarro solo l’uso delle lingue, con la Sardegna che diventa prima “Sardinia” in inglese e poi “Sardigna” in sardo. In basso, i loghi dell’Unione Europea, della Repubblica Italiana, della regione e del POR FESR 2014-2028 spiegano che quella pubblicità è pagata con soldi usciti dalle tasche di noi tutti.

Invece la magagna è più grossa, perché quell’immagine non è stata scattata in Sardegna. “La Regione promuove l’arrampicata sportiva in Sardegna con una foto di una via dell’isola greca di Kalymnos (per la precisione “Dolonas”, 7b)” scrive sui social Corrado Conca, speleologo, guida escursionistica, ideatore di vie ferrate, autore ed editore di guide residente a Sassari.

La misura è colma, è inammissibile, ci stiamo rendendo ridicoli agli occhi del mondo! Come se in Sardegna non avessimo uno spot decente, come se non fosse possibile reperire/scattare o acquistare una foto decente per una campagna di taglio regionale” prosegue Conca, che prima si definisce “infuriato”, e poi posta su Facebook una sua foto scattata proprio su quella via nell’isola della Grecia.

La figuraccia della Regione Sardegna (o Sardigna, o Sardinia che sia) è grossa, Corrado Conca in Sardegna è conosciuto, e i commenti comprensibilmente fioccano. “Non mi vengono parole per descrivere quel branco di gente incompetente” scrive Andrea, “agli incompetenti la promozione del turismo isolano” aggiunge Maria Laura, “non posso veramente credere che ci siano persone che lavorano con un pressappochismo così grossolano” prosegue Sara. E si potrebbe continuare a lungo.

Chi è cresciuto quando la scuola era nozionista, ricorda la geografia come una materia noiosa, con elenchi di affluenti del Po (Trebbia, Taro, Secchia, Panaro) o di settori delle Alpi (Graie, Pennine, Lepontine, Retiche). Da qualche anno, però, si è forse caduti nell’eccesso opposto.

In Sardegna, nel 1999, aver copiato il suo discorso di insediamento da quello del collega lombardo Formigoni è costato il posto a Mauro Pili, astro nascente del centro-destra isolano. A rivelare il pasticcio sono stati proprio gli errori geografici, dai “laghi” ai “ghiacciai” fino alle “undici province” (in Sardegna sono molte meno).

Nel campo della promozione turistica, nella scorsa primavera, la campagna “Open to meraviglia” del Ministero del Turismo ha messo insieme una lunga serie di strafalcioni geografici, foto sbagliate e video girati in Slovenia, prima di essere messa sotto inchiesta dalla Corte dei Conti e sparire in silenzio dal web.

Ma la storia continua. Quattro ore dopo aver svelato lo strafalcione sulla falesia di Kalymnos, Corrado Conca ha spiegato su Facebook che l’immagine di una discesa di canyoning (scritto canyoing, giusto per non farsi mancare niente)  con lo slogan “Immergiti nei nostri colori”, è stata scattata in una forra dell’Australia. Arriveranno spiagge della Thailandia spacciate per la Costa Smeralda, o il Grand Canyon del Colorado al posto di quello sardo di Gorropu? Restiamo in attesa.

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