Alpinismo

Andrea Lanfri, dal Piemonte all’Australia

Un anno e mezzo dopo aver salito l’Everest, sei mesi dopo l’uscita del suo libro, l’atleta paralimpico toscano riparte. Ecco il suo programma, i suoi pensieri, le splendide foto di Ilaria Cariello

Andrea Lanfri è di nuovo in partenza. Dopo tre giorni di eventi e di arrampicate in Piemonte, l’alpinista e atleta paralimpico toscano ha sta per lanciarsi in una nuova avventura. Il 4 dicembre, dall’aeroporto romano di Fiumicino, decollerà alla volta di Sydney. L’obiettivo è il Monte Kosciuszko, il “tetto” dell’Australia.

Dopo l’Everest, il Kilimanjaro e l’Aconcagua, sarà un’altra tappa verso le “Seven Summits”, la collezione delle vette più alte di tutti i continenti della Terra. In futuro, toccherà al Denali (o McKinley), in Alaska, e al Vinson, la cima più alta dell’Antartide. Rispetto a questi giganti, il Kosciuszko è una montagna priva di difficoltà tecniche e che culmina a soli 2228 metri di quota. Per aggiungere sale all’impresa, Andrea ha deciso di allungare il percorso.

La via normale del Kosciuszko è un sentiero, una passeggiata che si fa in meno di un giorno, non vale la pena di fare 24 ore di volo solo per quello. Arriverò in cima con un percorso di 130 chilometri, a saliscendi, in ambiente remoto e selvaggio. Ci vorranno 11 o 12 giorni” spiega il protagonista. “E’ un percorso dove occorre portare con sé tutto il cibo e dove non ci sono sorgenti. Dovrò filtrare l’acqua di laghetti e ruscelli”.

Andrea Lanfri, classe 1986, di Lucca, è stato colpito otto anni fa da una meningite da meningococco C, che gli ha causato la necrosi dei tessuti, e quindi l’amputazione delle gambe poco sotto al ginocchio, e di sette dita delle mani. Lui però non si è arreso, e dopo qualche mese di stop ha ripreso a camminare, a pedalare e a correre, stabilendo vari record italiani e vincendo una medaglia d’argento ai Mondiali paralimpici di atletica del 2017 a Londra.

Poi Andrea è tornato ad arrampicare su roccia, sulle Alpi Apuane e sulle Dolomiti, e a spingersi ad alta quota salendo il Monte Rosa, il Monte Bianco e il Chimborazo, un vulcano di 6300 metri in Ecuador. Un anno e mezzo fa, il 13 maggio 2022, ha raggiunto gli 8848 metri della cima dell’Everest insieme all’amico e guida alpina Luca Montanari.

Nello scorso gennaio, Andrea Lanfri è tornato a respirare aria sottile sull’Aconcagua, 6961 metri, la cima più alta dell’America del Sud. Ha continuato a correre, a camminare, ad arrampicare sulla roccia e sul ghiaccio. Ha rafforzato le collaborazioni con gli sponsor tecnici (Vibram, Grivel, La Sportiva, Ferrino) e con quelli che operano in settori diversi come Italiana Assicurazioni, Ilolex, Bonifanti, Evil Eye e Össur, la fabbrica islandese di protesi che dà un contributo fondamentale alle imprese e alla qualità della vita di Andrea.

Si è dedicato ad altri progetti, come il libro “Over. Il mio Everest e altre montagne”, scritto con Salvatore Vitellino e pubblicato nella scorsa estate da Solferino. In decine di incontri e conferenze (lo abbiamo incontrato a Trento, al Festival dello Sport, a fine ottobre) ha dimostrato di essere conosciuto e apprezzato in tutta Italia. Per la sua storia e i suoi risultati, ovviamente, ma anche per la sua gentilezza con tutti.

Nei giorni scorsi, in una breve tournée piemontese, Andrea ha partecipato all’inaugurazione del nuovo store Ferrino di Torino, ha visitato il Museo della Montagna, si è affacciato alle ATP Finals di tennis per applaudire Jannick Sinner e gli altri campioni. E poi è salito in Valle dell’Orco per arrampicare sul granito del Sergent, una delle pareti più belle della valle.

Ho salito Yoghi, una via multipitch con difficoltà fino al 5c obbligatorio. C’era anche la fotografa toscana Ilaria Cariello, che mi segue da anni. E c’era il mio amico Massimo Coda di Biella, che arrampica con una gamba di titanio. In passato abbiamo salito insieme il Kilimanjaro e il Monte Kenya, in futuro voglio tornare in Africa con lui”.

Ora l’attenzione di Andrea si concentra sull’Australia, sul caldo dell’estate agli antipodi, sull’impegno fisico e mentale di un trekking nella wilderness di quelle montagne remote. Poi, in un cassetto pieno zeppo di sogni, spiccano per impegno e per costo le due ascensioni mancanti per completare le Seven Summits. Il viaggio al Denali/McKinley è già previsto per giugno del 2024.

Poi resterà da fare solo il Vinson, la cima più elevata dell’Antartide. Una montagna che tocca i 4892 metri di quota, che si alza nel continente più freddo e inospitale della Terra, che si raggiunge con un viaggio interminabile e complicato, e che costa quasi quanto l’Everest. C’è ancora molto da fare, per arrivarci. Ma nessuno meglio di Andrea Lanfri sa che i sogni possono diventare realtà.

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