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Sport in montagna e sostenibilità: a Innsbruck c’è un manager (italiano) che se ne occupa

La capitale del Tirolo ha istituito una nuova figura professionale per attenuare i problemi derivati dalla frequentazione turistica. I progetti.

Flora e fauna da preservare, l’eccessivo inquinamento antropico provocato anche dalle auto, i nuovi scenari alla luce del cambiamento climatico. Sono solo alcune delle tante sfide che è chiamato a fronteggiare chi si occupa di turismo in quota. Le montagne sono ecosistemi fragili e il loro stato di salute condiziona anche chi vive in città. Basti pensare all’importanza dei ghiacciai per la fornitura d’acqua potabile e per l’agricoltura.

Con lungimiranza, l’Ente Turismo della città austriaca di Innsbruck ha scelto di dotarsi di un manager dedicato esclusivamente alle tematiche e ai prodotti dello sport con riguardo all’ecosostenibilità. È Guido Vianello, veneziano doc che vive da molti anni in Austria e che attualmente è responsabile marketing per l’Italia della regione di Innsbruck e in queste settimane sta passando il testimone per potersi occupare, da gennaio 2024, a tempo pieno del suo nuovo incarico. «L’Italia è un Paese importante per presenza turistica nella Regione di Innsbruck che include la città e una quarantina di villaggi limitrofi», racconta. Di questa intera, e vasta, area, Vianello si occuperà cercando di far andare a braccetto le esigenze di sviluppo economico con la tutela dell’ambiente.

È tempo di turismo invernale e alle porte di Innsbruck ci sono ben sette skiaree. Con un unico skipass, si può utilizzare un pullman navetta per fare esperienze in località differenti. Si può sciare al mattino partendo da un hotel in centro città dimenticandosi dell’auto e rientrare al pomeriggio per visitare un museo o recarsi a un concerto. Un paradiso per chi vuole abbinare lo sport alla cultura. «Abbiamo proposte di sci per famiglie e piste più impegnative, di cui due legate alle Olimpiadi invernali, che Innsbruck ha ospitato per tre volte: nel 1964, nel 1976 e nel 2012 come giochi olimpici giovanili», commenta Vianello. È proprio nel 2012 che Innsbruck mette a segno un primo risultato virtuoso dal punto di vista della sostenibilità. «All’epoca è stato progettato per gli atleti un villaggio ecofriendly nei materiali utilizzati. Si trova a circa due km dal centro storico, in prossimità di un torrente che si getta nell’Inn, in cui è stata posizionata una turbina per fornire energia idroelettrica pulita. Dopo i Giochi, i 700 appartamenti del villaggio sono stati assegnati a famiglie locali e sono tuttora abitati».

Turismo invernale: la partita più difficile

Dei progetti futuri è ancora presto per parlare con Guido Vianello, ma insieme possiamo ripercorrere alcune scelte già effettuate nella regione di Innsbruck, che testimoniano un’attenzione ecologica pionieristica. Soprattutto nell’ambito dello sport invernale, che può presentare più criticità rispetto al turismo estivo in montagna. «Dal centro storico di Innsbruck in venti minuti con una funicolare e due funivie si giunge a quota 2300 metri, passando per le stazioni progettate da Zaha Hadid. Siamo nel Parco naturale del Karwendel, il più grande dell’Austria, che nei suoi confini include parte della città. Lo sci sulla catena montuosa Nordkette è in simbiosi con l’ambiente: non è prevista neve artificiale sulle piste per non compromettere l’ecosistema, quindi si scia solo quando c’è neve a sufficienza». È una vera sfida, per una città di oltre 130 mila abitanti e circa 40 mila studenti universitari che amano svolgere attività outdoor, essere parte di un Parco che ha regole severe. «L’associazione dei Ranger del Parco anche d’inverno controlla che vengano rispettate le zone off limits per la tutela della fauna».
La presenza dei turisti ha inevitabilmente un impatto. «D’inverno non salgono in quota solo gli sciatori: con gli impianti si raggiunge una meravigliosa terrazza panoramica sulla città». Quanto al turismo estivo, il numero dei camminatori nel Parco appena alle spalle di Innsbruck resta limitato, perché i sentieri molto ripidi non sono per tutti. «Stiamo lavorando a un progetto per capire il numero delle persone che fanno trekking attraverso l’utilizzo di Google Maps», spiega comunque Vianello.

A circa 40 minuti d’auto o di pullman da Innsbruck, a quota 2020 m sorge Kühtai, la località sciistica più alta dell’Austria, che gode per lo più di un innevamento naturale. «Stiamo lavorando per una sempre maggiore sostenibilità di questo luogo», commenta Vianello. «Il primo passo è stato intervenire sull’uso di cannoni per la neve, ovviamente solo in caso di necessità, che sono alimentati solo da pannelli solari. Le strutture che noleggiano sci propongono solamente vestiario ecologico, realizzato con materiali riciclati, e per la ristorazione si punta su prodotti regionali o km zero, per minimizzare i trasporti. L’uso dell’auto è già limitato dalla conformazione della località: tutti gli hotel sono sulle piste da  sci».

La sfida (vinta) di Mieming

La storia più virtuosa è quella dell’Altipiano di Mieming, a quota 880 metri e a 35 minuti da Innsbruck. «Qui esisteva una funicolare che saliva fino a 1500 metri e che necessitava di un rimodernamento. Dagli studi fatti è emerso che gli investimenti non sarebbero stati recuperati. Il punto d’arrivo era poco elevato e le piste da sci avrebbero necessitato di neve artificiale. Quindi, oltre dieci anni fa la funicolare è stata smantellata». All’epoca, gli effetti del cambiamento climatico erano meno evidenti. La popolazione locale e gli operatori turistici non hanno gradito: temevano di veder sparire i turisti per sempre dalle loro montagne. Ma non è stato così. «Abbiamo in investito in un progetto di slow winter: ciaspole, parco invernale per i bimbi, sci di fondo. Insieme agli operatori si è lavorato alla creazione di un turismo alternativo, con strutture wellness, per un target d’alto livello che ama la quiete della montagna. I fatti ci hanno dato ragione: oggi la zona di Mieming è frequentata persino da svizzeri».

Fra le sfide del futuro, c’è l’obiettivo di sensibilizzare sempre di più i turisti a venire a Innsbruck in treno. Anche d’inverno: non serve per forza l’auto per raggiungere le piste. Con la Welcome Card, riservata ai soggiorni minimi di due notti, i mezzi pubblici sono gratuiti. E con la Welcome Card Plus (3 giorni), è gratis anche l’uso della funicolare per il Nordkette, mentre  per altri impianti ci sono sconti e sono incluse escursioni con guida.

Il cambiamento climatico ormai è realtà anche a nord delle Alpi. Innsbruck è vulnerabile sul fronte dell’acqua: non disponendo di sorgenti, la disponibilità di acqua potabile è legata alla pioggia. «Ogni goccia d’acqua che cade sulle nostre montagne impiega una decina d’anni a scendere penetrando nel terreno e a raggiungere i bacini che riforniscono la città», puntualizza Vianello. «L’estate scorsa abbiamo avuto poche precipitazioni: l’impatto di questo evento critico lo vedremo fra dieci anni. Anche l’innevamento inferiore contribuisce alla scarsità. L’acqua è una risorsa  preziosa e va protetta».

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