Itinerari

Escursione sul Monte Cucco, piccola grande montagna dell’Umbria

Alla scoperta di una cima poco nota fuori dai confini regionali. Perfetta meta per questa stagione

A nord del Monti Sibillini, sullo spartiacque tra Umbria e Marche, l’Appennino si alza con una serie di massicci isolati, dalla quota relativamente modesta (la cima più alta è il Catria, 1701 metri), che alternano paesaggi integri e solenni a zone deturpate da strade e da altri interventi dell’uomo.

Il Monte Cucco, che sorveglia la storica Via Flaminia, la cittadina marchigiana di Fabriano e i borghi umbri di Costacciaro e Sigillo, deve la sua fama a una grotta, che è stata visitata per la prima volta nel 1883 dall’industriale e politico Giovanni Battista Miliani. Da allora, per quasi un secolo e mezzo, speleologi arrivati dall’Italia e dall’Europa hanno continuato a esplorare pozzi e sale.

Oggi la cavità raggiunge i 922 metri di profondità, e ospita da qualche anno ospita un percorso di visita attrezzato. Le visite accompagnate da guide speleologiche si prenotano sul sito www.grottamontecucco.umbria.it. Il versante occidentale del massiccio, che comprende i 1566 metri della vetta, è tutelato da uno dei più importanti Parchi regionali dell’Umbria.

La vetta del Monte Cucco, ottimo belvedere, si raggiunge seguendo degli itinerari brevi ma ripidi che iniziano dal Pian delle Macinare, dal Pian di Monte o da Val di Ranco, raggiunti da strade che iniziano da Costacciaro e Sigillo, due borghi che meritano certamente una visita. Sul fondovalle, accanto alla Via Flaminia moderna, sono imponenti resti dell’omonima strada romana.

In autunno i colori delle faggete e i panorami verso il Catria, i Sibillini e le colline rendono ancora più affascinante la gita. La cresta sommitale è aerea ma elementare, e va seguita con prudenza se il vento è forte. Il sentiero che collega l’imbocco della Grotta alla vetta è ripido e su terreno roccioso (EE). Con la neve, che su questa cima isolata si trasforma rapidamente in ghiaccio, la salita alla cima diventa accessibile solo a esperti, attrezzati con piccozza e ramponi.

Dal Pian delle Macinare al Monte Cucco

(680 m di dislivello, 3.15 ore a/r, E)

Da Costacciaro o da Scheggia si percorrono in auto le strade che salgono al Pian delle Macinare. Si posteggia alla fine del tracciato (1134 m), nei pressi del rifugio Mainardi, aperto in estate con servizio di bar-ristorante.

A piedi si torna brevemente indietro fino a una sella (1150 m), dove dei cartelli indicano la Grotta ma non la vetta. Si imbocca il sentiero (segnavia 226) che sale nella ripida faggeta della Val Rachena. Un tratto in diagonale a sinistra e una rampa ripida portano a un bivio (1420 m, 0.45 ore) a poca distanza dai dossi della cresta Nord-ovest.

Si piega a sinistra sul sentiero (ancora 226) che traversa un ripido pendio e raggiunge un bivio (1470 m) a poca distanza dalla cresta Nord. Tralasciato il sentiero che la scavalca per scendere alla Grotta, si sale direttamente per la cresta erbosa, elementare ma un po’ aerea, che porta alla vetta (1566 m, 0.30 ore), magnifico belvedere in tutte le direzioni.

In discesa ci si abbassa per tracce sulla larga cresta Sud-ovest, alla prima selletta si piega a sinistra, e si scende direttamente sui prati fino a una croce di ferro (1435 m) affacciata su Costacciaro. Qui si ritrova il sentiero segnato. Lo si segue (segnavia 240), scendendo alla stradina utilizzata dai visitatori della Grotta. Verso destra si sbuca sui prati del Pian di Monte (1195 m, 0.45 ore) punto di decollo di parapendii e deltaplani.

Si continua per una strada asfaltata che sale a mezza costa e poi scende a dei cartelli. Proseguendo per poche centinaia di metri si può raggiungere il rifugio La Veletta (1180 m, 0.20 ore in più a/r), con servizio di bar-ristorante.

Dai cartelli si scende sul sentiero (segnavia 226), che percorre un crinale e raggiunge (1120 m) una carrareccia che proviene da Val di Ranco. La si segue a sinistra, scendendo nella faggeta alla Fonte Acqua Fredda (1011 m, 0.30 ore).

Si continua per il sentiero (ancora 226) che scende a mezza costa nel bosco, ai piedi del roccioso versante orientale del Monte Cucco. Dopo aver lasciato a destra (900 m) due sentieri che scendono verso il canyon di Riofreddo, si risale fino a scavalcare la cresta Nord della montagna. Subito dopo è il punto di partenza (0.45 ore).

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