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10 rifugi aperti a ottobre in Lombardia

Porte aperte anche in queste settimane in molti rifugi lombardi, dal Triangolo Lariano alle Orobie, passando per il Resegone, la Val Malenco e la Valtrompia

La natura si avvia verso il lento letargo dei mesi invernali, non però la voglia di camminare e di trascorrere un fine settimana in quota.  Non mancano, per fortuna i  rifugi  ancora accessibili, complici le vie d’accesso  agevoli e le quote non troppo elevate. In Lombardia le opportunità non mancano. Ne abbiamo scelte dieci spaziando tra le diverse aree montuose della regione. Vale sempre la pena verificare preventivamente l’effettiva apertura e la disponibilità di posti letto. E mettersi in cammino adeguatamente attrezzati.

Rifugio Cristina  (SO)

Collocato a 2287 metri di quota nella conca dell’Alpe Prabello, il Rifugio Cristina è sovrastato dalla piramide del Pizzo Scalino, montagna simbolo della Valmalenco. La storica struttura è a gestione familiare da oltre 100 anni e offre il servizio di ristorazione con cucina casalinga, potrete gustare moltissime specialità tipiche valtellinesi. Il pernottamento è garantito a 25 persone distribuite in 5 camere. È possibile raggiungerlo a piedi o con le biciclette percorrendo una strada sterrata, comoda anche per bambini, oppure seguire altri sentieri con varie difficoltà. Si raggiunge in 1.30 ore dal parcheggio nei pressi della diga di Campo Moro, oppure i 3 ore da Campo Franscia. Aperto nei fine settimana per tutto ottobre e, dopo un periodo di pausa, dal mese di dicembre.

Rifugio SEV-Pianezzo  (CO)

Una grandiosa vista sul Lago di Como e sulle Grigne accoglie chi arriva al Rifugio SEV-Pianezzo (1264 m), collocato nel Triangolo Lariano proprio ai piedi dei Corni di Canzo. La struttura, che nel 2024 ha festeggiato i primi 60 anni di vita, è raggiungibile da più località. L’accesso più rapido è dall’Alpe Oneda, sopra Valbrona (1.30 ore), mentre chi si mette in cammino da Valmadrera deve mettere in conto circa 2.30 ore. Il SEV dispone di 75 posti letto. Aperto nei fine settimana e il mercoledì.

Rifugio Cimon della Bagozza (BG)

Il Rifugio Cimon della Bagozza, in Val di Scalve, si raggiunge dalla strada che da Schilpario sale al Passo del Vivione. Dal parcheggio bastano una 40 minuti per raggiungerlo a quota 1.600 metri e gustare la famosa polenta “quel che c’è”, piatto forte della casa osservando lo spettacolo offerto oltre le finestre dalle cosiddette Piccole Dolomiti Bergamasche. Da qui partono numerosi itinerari, anche scialpinistici ed è un apprezzato punto di riferimento anche per gli arrampicatori diretti verso le pareti rocciose poco distanti. Anche in considerazione della facilità di accesso, è consigliabile prenotare. Disponibili 50 posti letto.
Aperto tutti i giorni.

Rifugio Frasnedo (SO)

Inaugurato nel 2010, il Rifugio Frasnedo si trova a 1287 metri di quota nella Valle dei Ratti ed è bene inserito in un borgo d’alta quota di notevole sugggestione. E’ raggiungibile tramite una mulattiera che parte da Verceia oppure facendo un permesso per l’auto si può proseguire tramite una strada carrabile fino al raggiungimento alla località San Schuch. Da qui il percorso è di circa un’ora, con possibilità di molti percorsi alternativi lungo il tragitto. Dal Rifugio partono numerosi sentieri. Belle ,ma esigenti, sono la salita al Bivacco Primalpia, oppure la traversata fino alla Val Masino passando dal Rifugio Omio.
Aperto tutti i giorni.

Rifugio Brasca (SO)

Lo storico punto d’appoggio per chi affronta il Sentiero Roma, sorge a 1304 metri di quota in
Alta Val Codera nei pressi dell’Alpe Coeder. Il Brasca, però, non è riservato gli escursionisti impegnati in lunghe traversate, ma è una piacevolissima meta anche di gite in giornata. Da qui infatti si possono godere interessanti vedute sulle Cime d’Averta e della Val Spassato, sulle pareti del Ligoncio e della Sfinge, del Pizzo dell’Oro Occidentale e sulle cascate dell’Arnasca. Il rifugio dispone di 45 posti letto e si raggiunge da Novate Mezzola. Dalla stazione ferroviaria si prende la strada per Mezzolpiano  dove inizia la mulattiera   che sale alla frazione di Avedè (791 m) dalla quale è possibile godere una meravigliosa veduta verso i laghi di Novate e Como, verso il Legnone e la testata di Val Codera. Superato il borgo di Codera, il sentiero prosegue pianeggiante fino all’Alpe Saline da dove si sale al rifugio (4 ore dalla partenza). Aperto nei fine settimana per tutto ottobre.

Rifugio Riella  (CO)

Frequentatissimo punto di riferimento degli escursionisti nel Triangolo Lariano, il Rifugio Riella è aperto il mercoledì e nei weekend da venerdì a domenica. Si raggiunge facilmente dalla Colma di Sormano in circa un’ora e mezza di camminata su sentiero escursionistico percorribile senza difficoltà anche in mountain bike. Il dislivello è di soli 250 metri, ragione per la quale è alla portata anche di chi è un po’ meno allenato. Il rifugio si trova a 1275 metri di quota, e può ospitare circa una sessantina di persone al tavolo, oltre a disporre di 30 posti letto. In posizione panoramica, con vista sul lago di Como, è un punto di appoggio anche per chi poi vuole recarsi sul Monte Palanzone che con i suoi 1.436 metri di altezza è la seconda vetta del Triangolo Lariano dopo il Monte San Primo. Agevole è anche l’accesso dall’Alpe del Vicerè, sopra il paese di Albavilla. In questo caso si cammina su strada cementata per 1.45 ore con un dislivello di 545 metri.

In ogni caso si tratta di una meta sicura anche per gli amanti dell’escursionismo invernale e, quando arriverà la neve, dei ciaspolatori.

Rifugio Azzoni  (LC)

Decisamente più impegnativo del precedente, per molti coincide con la vetta del Resegone. In realtà la cima della montagna che domina la città di Lecco si trova qualche metro più in alto, ben visibile dal rifugio, e contraddistinta dalla grande croce in ferro. Dai 1860 metri dell’Azzoni si gode di un panorama che spazia su tutto l’arco alpino occidentale. Gli accessi per i camminatori sono molteplici (sono una decina i sentieri tra cui scegliere) e con diversi gradi di difficoltà. A questi si aggiungono, per i più esperti e per coloro che possiedono l’attrezzatura, cinque vie ferrate. Tra i sentieri più comunemente percorsi ci sono quello che parte da Lecco e che permette di raggiungere la vetta in 3-4 ore (1200 metri di dislivello) oppure dai Piani d’Erna tracciato sullo stesso versante ma assai più corto, permette di ridurre il dislivello a 700 metri. Se invece si preferisce partire dalla provincia di Bergamo, il sentiero più battuto è quello che sale da Brumano (950 metri di dislivello). D’inverno si sale da Morterone e Brumano con sci, ciaspole o ramponi. Gli alpinisti più esperti prediligono però il versante sud e, dotati di piccozze, percorrono i canali che portano fino alla cresta.

Aperto nei fine settimana anche in inverno e in presenza di neve.

Rifugio Antonio Curò (BG)

Aperto nei weekend fino al 5 novembre e collocato a 1915 metri di quota, il Curò è stato il secondo rifugio inaugurato dal CAI di Bergamo. Era il 1886.  Dispone di 92 posti letto distribuiti in camere da 4 – 6 – 8 – 10 -12 persone. Snodo fondamentale del Sentiero delle Orobie, permette infatti di proseguire verso il rifugio Albani oppure in direzione del rifugio Tagliaferri. Da qui, inoltre, partono numerosi itinerari che portano ad alcune delle principali vette orobiche, come il Pizzo Recastello, il Monte Gleno, il Pizzo Tre Confini, il Pizzo Strinato, il Monte Torena, le Cime di Caronella, il Pizzo Diavolo di Malgina e il Pizzo Coca.
Si sale unicamente da Valbondione (Alta Valle Seriana), lasciando l’auto appena a monte del paese. Si cammina per un comodo e largo sentiero che non presenta alcun tipo di difficoltà, salvo qualche tratto lievemente esposto in prossimità dell’arrivo. La salita dolce e mai troppo ripida, è comunque adatta anche agli escursionisti poco esperti. Da tenere in considerazione, però, il dislivello è di circa 1000 metri.

Rifugio Longoni (SO)

Costruito nel 1938 a 2450 metri di quota si trova su una balconata panoramica con belle visuali sulla Valmalenco e sul Monte Disgrazia. Aperto tutti i fine settimana di ottobre (sabato e domenica), può accogliere più di trenta persone in stanze da 4 o 6 letti e in una camerata con 12 cuccette. La sua posizione è tattica: si trova infatti lungo l’itinerario  escursionistico dell’Alta Via della Valmalenco e del Tour del Bernina ed è la base di partenza per le vette della Sassa di Fora, Pizzo Tremogge, Pizzo Malenco, Sassa Entova, Piz Gluschaint. La salita più rapida e consigliata è quella che parte da Chiareggio (2 ore e mezza, dislivello 850 metri) passando per l’Alpe Fora. D’obbligo avere con sé almeno uno smartphone per immortalare la bellezza di questo angolo malenco. Il rifugio è raggiungibile anche in MTB dalla frazione di San Giuseppe (1 ora e mezza di pedalata e 850 metri di dislivello).

Rifugio Valtrompia (BS)

Punto di passaggio obbligato per chi risale le pendici orientali del Monte Guglielmo, il Rifugio Valtrompia è stato ricavato da un antico roccolo, ovvero una struttura tradizionale per la caccia e dispone di 60 posti letto. Si trova a 1259 metri di quota e si raggiunge in meno di un’ora dal paese di Pezzoro seguendo il sentiero n. 325. Da qui si raggiunge in circa due ore (670 metri di dislivello) la vetta della montagna simbolo degli escursionisti bresciani da dove si gode una vista straordinaria sul sottostante lago d’Iseo. In caso di neve, la cima è raggiungibile senza difficoltà anche con le ciaspole. Aperto da mercoledì a domenica per tutto il mese di ottobre.

Articolo scritto originariamente da Tatiana Bertera, aggiornato dalla redazione di Montagna.tv il il 30 settembre 2024.

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