Itinerari

Il Sentiero del Castagno: 90 km tra colori e sapori

Si cammina da Novacella a Vilpiano, in Alto Adige, accompagnati dal rosso intenso del fogliame e scoprendo borghi e masi animati dai festosi riti del Törggelen

Autunno, tempo di castagne e di castagni. Da assaporare (le prime) e da ammirare (i secondi),lasciandosi stordire da tutte le tonalità del rosso assunte dal fogliame.
In Alto Adige, il re degli itinerari autunnali è non a caso il “Keschtnweg”, il Sentiero del Castagno: un percorso di circa 90 chilometri, che da Novacella segue a mezza quota il versante occidentale della Valle Isarco per arrivare, attraverso castagneti centenari, all’Altopiano del Renon e spingersi infine a Terlano e Vilpiano. Situato tra i 700 e i 900 metri di quota, l’itinerario si sviluppa lungo terrazzamenti di media montagna, tra sentieri, prati e boschi inframmezzati anche da masi e aziende agricole. Lo si può percorrere integralmente in più tappe o decidere di conoscerne solo una parte, approfittando dei mezzi pubblici che raggiungono i villaggi attraversati dall’itinerario

Questa, inoltre, è la stagione del Törggelen: antica tradizione altoatesina per cui un tempo, a fine vendemmia, i contadini invitavano vicini, amici e viandanti ad un banchetto nelle proprie cantine per assaggiare il  vino nuovo e gustare cibi tipici. Quest’usanza è arrivata fino ai giorni nostri ed è stata aperta a tutti: oggi, infatti, da fine settembre fino ai primi di novembre è possibile fermarsi nei Buschenschank, i masi, che si incontrano lungo il Sentiero del Castagno e assaggiare il vino novello accompagnato da piatti tradizionali e naturalmente castagne arrosto. Incamminiamoci dunque. La festa è iniziata.

Tappa 1: da Novacella a Velturno

La prima tappa del Sentiero del Castagno parte dall’Abbazia dei Canonici Agostiniani di Novacella, sulle rive del fiume Isarco per arrivare Velturno, antica residenza estiva dei vescovi di Bressanone, attraversando piccoli villaggi, masi e monumenti culturali. Durante questo tratto si possono visitare tre caratteristiche chiesette: la Chiesa di S. Giorgio a Varna, la Chiesa di S. Cirillo e la Chiesa di S. Nicolò a Teccelinga oltre a Castel Velturno, un tempo dimora del vescovo di Bressanone Johann Thomas von Spaur, una delle residenze rinascimentali meglio conservate dell’arco alpino.

Lungo 17 km, richiede un tempo di percorrenza di circa cinque ore e trenta minuti.

Tappa 2: da Velturno a Chiusa

Giornata breve ( solo sei km, in buona parte in discesa) ma dalle forti emozioni. Per arrivare a Chiusa si passa dal Monastero di Sabiona, l’Acropoli del Tirolo, luogo di grando misticismo arroccato su uno sperone che domina la valle dell’Isarco. Altra sosta obbligata si fa al maso Radoar dove assaggiare l’acquavite di castagne accompagnato da caldarroste fumanti. A Chiusa, entrato nel ristretto gruppo dei Borghi più belli d’Italia, si celebra la fine dell’escursione al birrificio Gassl Bräu dove, giusto per rimanere in tema, si riempiono i boccali  con la gustosa birra di castagno.

Tappa 3: da Chiusa a Barbiano

Dal centro storico di Chiusa si inizia a prendere quota tra vigneti, frutteti e ovviamente castagni per giungere a Barbiano, preannunciato dal curioso il campanile pendente della parrocchiale di San Giacomo, dall’inclinazione superiore a quella della Torre di Pisa: è alto 37 metri con una pendenza di 1,56 metri Una variazione sul tema gastronomico dell’itinerario permette di assaggiare le pregiate prugne locali, autentica gloria di Barbiano. A monte del paese merita una visita Tre Chiese, la frazione così chiamata per le tre cappelle costruite tra il XII e il XV secolo connesse tra loro dai tetti in scandole. Il luogo è magico ma fuori mano, quindi conviene raggiungerlo in taxi.

La tappa misura circa 11 km da percorrere comodamente in quattro ore.

Tappa 4: da Barbiano a Bolzano

Tappa lunghissima (34 km), ma che si può spezzare sostando nei masi attrezzati che si incontrano lungo il percorso.  Da Barbiano si percorre una stradina asfaltata fino all’inizio del sentiero che porta alla chiesetta di Santa Verena. Avanti quindi, senza dislivelli degni di nota fino al maso Steidacher dove l’itinerario aggira la costa della montagna. In un continuo alternarsi di salite e discese si raggiunge il maso Schmaleich  per poi scendere alla volta dei masi di Leitach preceduti dallo spettacolare belvedere dell’Atzwanger Aussicht da cui si gode una grande vista su buona parte delle Dolomiti. E’ quindi la volta dell’Altopiano del Renon, punteggiato da insediamenti rurali ben tenuti, e per poi spingersi nella forra in cui si ammirano le Piramidi di terra di Auna di Sotto, spettacolari pinnacoli di argilla modellati dal vento e sovrastati da enormi pietre. Dopo Signato si scende a Castel Roncolo, il “maniero dipinto” con il più grande ciclo di affreschi a tema profano del Medioevo dell’Alto Adige.

Tappa 5: da Bolzano a Vilpiano

Lungo l’ultima tappa (27 km) si respira il piacevole sapore della novità, essendo stata aggiunta all’originario percorso solo di recente. Si riparte da Castel Roncolo per arrivare dapprima  al cospetto dei grandi castagni di Cologna, la località nota anche per i suoi mirtilli rossi.  Si scavalca quindi la montagna sopra la Val d’Adige per discendere fino a Terlano e a Vilpiano lungo sentieri e stradine che spesso alternano i castagni ai estesi vigneti. Strada facendo s’incontrano innumerevoli masi e micro insediamenti abitati a mezza quota che testimoniano del clima favorevole di questo versante della vallata e di conseguenza punteggiato da aziende agricole e aree coltivate. La giornata, per quanto lunga, permette di leggere un capitolo importante della storia dell’agricoltura altoatesina. Di cui, a sera, si apprezzeranno i prodotti nei ristoranti del paese.

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