Valle d’Aosta: ascensioni a tre cime sopra quota 3000
Emozioni uniche tra le vette della Valle d'Aosta: Testa Grigia, Becca della Traversière e Punta Basei. Panorami unici e sfide emozionanti oltre i 3000 metri
Ancora qualche passo, una semplice questione di attimi, momenti unici, a volte programmati da tempo e sognati da anni, ed ecco che davanti ai piedi non si vedono più la roccia, la neve o il ghiaccio, ma solo il cielo, con quella sensazione di infinito, di gioia, momenti in cui la stanchezza svanisce, come se non ci avesse accompagnato, passo dopo passo lungo l’ascensione.
È l’arrivo in cima, la meta di una salita, più o meno lunga, più o meno difficile, ma non è questo quello che conta. L’importante è che, per gli appassionati di montagna, il fascino della cima è unico. L’idea di trovarsi in alto, di ammirare un panorama a 360 gradi, di poter osservare valli, spartiacque, cime più basse o più alte, da un punto di vista privilegiato sono condizioni uniche che regalano attimi di felicità e sensazioni indelebili.
La Valle d’Aosta, per escursionisti esperti e per gli alpinisti, è lo scrigno delle vette più alte delle alpi, non è solo il regno dei 4000, ma anche una zona ricca di cime che toccano e superano abbondantemente i 3000 metri. Alcune sono montagne conosciute e frequentate, altre più isolate e, in alcuni periodi dell’anno, quasi solitarie. Sono molte le vette appetibili per un buon escursionista o per chi intenda avvicinarsi, gradualmente, al mondo dell’alpinismo.
È importante specificare che “ascensione semplice” non significa comunque per tutti. Il mondo dei 3000 metri, rientra appieno nel novero dell’alta quota. Le ascensioni descritte richiedono un buon allenamento fisico, attrezzatura adeguata e l’abitudine ad affrontare eventuali cambiamenti di tempo, sicuramente più repentini in alcune zone, durante il periodo estivo e più frequenti all’aumentare della quota.
La salita della Testa Grigia (3314 m) è una classica della Val d’Aosta. Si può salire sia dalla Val d’Ayas, sia dalla Valle del Lys. La sua forma e il suo colore inconfondibile la caratterizzano, come l’ampia vista dalla cima, non solo a ridosso del Monte Rosa, ma molto più ampia. La Punta Basei (3338 m), è un’ascensione che diparte dal Colle del Nivolet, tra Piemonte e Valle d’Aosta, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, in un ambiente paesaggisticamente unico. Alla Becca della Traversière (3337 m), invece, si accede dalla amena Valgrisenche, pernottando al rifugio Bezzi.
Itinerario 1: Testa Grigia dalla Val d’Ayas
Partenza: Stazione a monte impianti di Ostafa (2340 m)
Arrivo: Testa Grigia (3314 m)
Dislivello: 974 m
Durata: 4 ore
Difficoltà: EE/F, l’ultimo tratto
Periodo: da luglio a settembre
Segnavia: cartelli e segni gialli, ometti
Accesso: Autostrada A 5, uscita Verres. Poi si percorre la statale della Val d’Ayas sino a Champoluc e agli impianti del Crest.
L’itinerario di salita alla cima della Testa Grigia, presenta difficoltà alpinistiche solo nell’ultimo tratto. Fermandosi al sottostante bivacco Lateltin si può classificare il percorso come per escursionisti esperti. Dormire ai 3100 m del bivacco può essere una bellissima esperienza per ammirare l’alba e il tramonto in quota e anche per spezzare la lunghezza della salita alla cima, distante circa 40 minuti dalla struttura.
Dall’arrivo degli impianti di Ostafa (Champoluc) si scende leggermente sulla mulattiera e si imbocca il sentiero sulla sinistra, con indicazioni Colle di Pinter. Superata una caratteristica zona con grandi massi si prosegue sul piccolo sentiero, dapprima in piano e in seguito in ripida salita fino a un pianoro. Si continua sulla destra fino ad arrivare a un pianoro in vista del Colle di Pinter alla cui sinistra si innalza il muraglione della Testa Grigia (3314 m).
Camminando pochi metri si giunge al primo dei tre laghi (2690 m), e in seguito agli altri due. La vista spazia dalla vicina Testa Grigia al monte Pinter e, sul versante opposto, al gruppo del Tournalin e alla Gobba di Rollin. Dai laghi di Pinter poco prima del colle omonimo, si segue il sentiero sulla sinistra che sale sulle pendici del monte Pinter. Con numerosi tornanti, su terreno detritico, si guadagna velocemente quota fino a raggiungere l’ampia cresta rocciosa ove si scorge la parte finale della Testa Grigia, e in lontananza i ghiacciai del Monte Rosa. In pochi minuti sulla destra si raggiunge la costruzione in lamiera del bivacco Lateltin (3100 m) dalla quale si gode di una splendida vista sulle montagne delle valli d’Ayas e di Gressoney e sui sottostanti laghi di Pinter.
In una quarantina di minuti dal bivacco si raggiunge la cima della Testa Grigia, facendo attenzione ad alcuni passaggi esposti, attrezzati con catene metalliche (difficoltà grado alpinistico F). Si cammina inizialmente in piano, tornando verso il sentiero di salita dai laghi. Si prosegue lungo il sentiero sulla pietraia, in direzione dell’evidente vetta della Testa Grigia. Si supera un primo gradone, attrezzato con catene, per poi passare su una cengia pianeggiante, pure attrezzata con catene, superata la quale, con un’ultima salita si giunge in vetta. Dalla cima, nelle giornate serene, è possibile ammirare buona parte dell’arco alpino dal Monviso all’Ortles e soprattutto le vicine cime del Monte Rosa.
Itinerario 2: Becca della Traversière dal rifugio Bezzi, in Valgrisenche
L’itinerario di salita per la cima non presenta particolari difficoltà se non la lunghezza e la quota. Si consiglia di pernottare al Rifugio Bezzi, in modo da spezzare il percorso.
Primo giorno: Rifugio Bezzi
Partenza: Usellières (1785 m)
Arrivo: Rifugio Mario Bezzi (2284 m)
Dislivello: 499 m
Durata: 1 ora e 45 minuti
Difficoltà: E
Periodo: da giugno a settembre
Segnavia: segni in vernice e cartelli gialli, alta via n. 4
Accesso: Autostrada A 5, uscita Saint Pierre, dove si prosegue, seguendo le indicazioni per Valgrisenche. Si continua sino a Bonne, seguendo ora la strada che costeggia il lago artificiale di Beauregard fino alla frazione di Usellières
Si cammina sull’ampia sterrata che costeggia la Dora di Valgrisenche fino alle vicinanze dell’alpeggio Saxe Savoie, ove la strada diventa più ampia e il panorama più arioso. Ora si possono ammirare le ripide pareti rocciose che caratterizzano l’alta Valgrisa, come la chiamano i valligiani. In alcuni tratti, anche in periodo estivo, si notano sul torrente lingue di neve, residui delle valanghe invernali.
Superate un gruppo di spumeggianti cascate, il sentiero diviene a mano a mano più ripido, sino a raggiungere alcuni stretti tornanti. Si continua ora per pascoli e prati, in lieve salita, sino al piccolo laghetto e al Rifugio Bezzi (2284 m), situato su uno splendido pianoro erboso che culmina coi ghiacciai di Gliairetta e di Vaudet. Per gli appassionati di arrampicata sportiva, su un grosso masso nei pressi del Bezzi, sono stati attrezzati alcuni itinerari (5+/6a).
Vale sicuramente la pena proseguire verso la testata della valle (30 minuti in piano) per osservare il fronte dei ghiacciai di Gliairetta e Vaudet e le varie specie botaniche, favorite dall’abbondanza di acqua e dal terreno umido. Dal rifugio ci si dirige verso monte, attraversando il torrente mediante un comodo ponte in legno. Senza via obbligata, si punta verso la testata della valle, preferibilmente costeggiando il fiume. Avvicinandosi, si vede la notevole regressione che il ghiacciaio ha subito in questi ultimi anni, sia per la diminuzione delle precipitazioni nevose, sia per il continuo innalzamento della temperatura.
Secondo giorno: Becca della Traversière
Partenza: Rifugio Bezzi (2284 m)
Arrivo: Becca della Traversière (3337 m)
Dislivello: 1055 m
Durata: 4 ore
Difficoltà: EE / F (ramponi a inizio stagione)
Periodo: da giugno a settembre
Segnavia: 12 c, alta via n. 4, ometti
Accesso: Rifugio Bezzi
L’ascensione è semplice, anche se un po’ lunga; consente di vivere un’avventura in quota in una delle zone più selvagge e spettacolari della Val d’Aosta. Dal rifugio si prende il sentiero che, pianeggiante, costeggia il lato orografico destro della valle. Si sale ora lungo ripidi tornanti, scendendo poi in una conca erbosa sino a una zona pianeggiate, cosparsa da grossi massi.
Si continua in salita per sfasciumi e nevai, aggirando il crinale che scende dalla Grande Traversière e immettendosi in un pianoro dove appare l’imponente ghiacciaio di Gliairetta, con la Gran Sassière e la Becca della Traversière. Si prosegue, quasi in piano, sino alla base della ripida salita che consente di giungere al Col Bassac Deré (3082 m). Si prosegue ora sulla semplice cresta, sino alla vetta. Il colpo d’occhio è splendido sulle vicine Tsanteleina, Grande Sassière e, più in lontananza, su Gran Paradiso, Monte Bianco, Alpi Pennine e Delfinato.
Itinerario 3: Punta Basei, Colle del Nivolet da Pont Valsavarenche
Cima nel Parco del Gran Paradiso, partendo dal versante valdostano. L’avvicinamento consiste nel raggiungere uno dei rifugi presenti al colle, il Savoia e il Chivasso. I rifugi sono anche raggiungibili in auto, dal versante piemontese del parco, da Ceresole Reale.
Primo giorno: Colle del Nivolet
Partenza: Pont Valsavarenche (1960 m)
Arrivo: Colle del Nivolet e Rifugi Savoia (2532 m) e Chivasso (2604 m)
Dislivello: + 644 m
Durata: 2 ore
Difficoltà: E
Periodo: da giugno a settembre
Segnavia: cartelli gialli, segnavia
Accesso: Autostrada A 5, uscita Saint Pierre, dove si prosegue seguendo le indicazioni per Introd e Valsavarenche. Si percorre tutta la valle, sino a Pont, dove si parcheggia all’ultimo parcheggio
È l’accesso valdostano al Colle del Nivolet, ove si trova il rifugio Savoia, risalente al 1860, originariamente costruito come casa reale di caccia. Dal 1940 gli si affianca il rifugio città di Chivasso. Dal parcheggio di Pont Valsavarenche, cartelli gialli indicano l’inizio della mulattiera per il Colle del Nivolet. Il sentiero si snoda nel bosco di larici, supera una bella cascata e diviene via via più ripido, sino a passare per spazi aperti, con panorami sulla catena di ghiaccio del Gran Paradiso.
Con alcuni tornanti si raggiunge la Croce dell’Arolley (2310 m), interessantissima meta a sé stante (circa 1 ora). Proseguendo ancora si calca il terreno dell’ampio pianoro del Nivolet, un luogo ameno lungo ben 6 km. Lo si percorre interamente, costeggiando il torrente, sino al rifugio Savoia, posto nei pressi delle rive del Lago del Nivolet. Per giungere al rifugio Chivasso è necessario proseguire ancora per pochi minuti e salire il breve pendio ove è posta la costruzione, ben visibile.
Secondo giorno: Punta Basei
Partenza: Rifugi Chivasso (2532 m) e Savoia (2604 m)
Arrivo: Punta Basei (3338 m)
Dislivello: + 810 m
Durata: 3 ore
Difficoltà: EE/F. Gita comunque entusiasmante anche fermandosi poco prima del piccolo ghiacciaio e delle corde fisse che conducono alla vetta
Periodo: da luglio a settembre
Segnavia: cartelli, ometti in pietra, segnavia
Splendida ascensione, in una ambiente vario e panoramico sin dai primi passi. La gita è da considerarsi alpinistica solo nel tratto finale che richiede dimestichezza nella progressione su ghiaccio, neve e roccia e adeguata attrezzatura (corda, piccozza e ramponi, anche se il ghiacciaio è in forte regresso).
Si supera il dosso, dietro al rifugio Savoia, dirigendosi verso il lago di Leità (2700 m) e lasciando il Lago Rosset sulla destra. All’estremità di sinistra del lago Leità il sentiero sale ripido con brevi tornanti. A un bivio si segue il sentiero di destra. Superato un tratto su terreno detritico si giunge in una zona pianeggiante da dove si ammirano il vicino ghiacciaio di Basei e i sottostanti laghi del Nivolet.
Si perviene ora sulla morena del ghiacciaio dove ometti in pietra indicano la direzione. A seconda della stagione e dell’innevamento si decide se calzare i ramponi oppure proseguire seguendo le tracce di sentiero fino al Colle Basei. Si supera un ripido tratto su roccia transitando a fianco della caratteristica finestra sulla Val di Rhemes. In pochi minuti, aiutandosi con delle corde fisse, si raggiunge la croce posta sulla sommità della Basei, una delle più panoramiche del parco, con vista a 360 gradi su Gran Paradiso, Grivola, Levanne, Monte Rosa, Cervino, Gran Combin, Monte Bianco e Rutor oltre che sulla zona del Nivolet e sulla vicina valle di Rhemes.