Itinerari

Due balconi sulla pianura friulana

Tra Prealpi Carniche e Giulie, su due rilievi che guardano al Tagliamento

Quando la primavera è già arrivata da un po’ ma sulle cime più alte e nei versanti più in ombra dei rilievi alpini resiste ancora la neve. Quando le giornate lunghe offrono la possibilità di qualche uscita pomeridiana dopo il lavoro, ma anche l’alba prima di andare in ufficio è un obiettivo che dona luce a tutta la giornata. Quando si scalpita per i lunghi itinerari estivi, ma le montagne più alte sono ancora una meta impegnativa e lontana, le Prealpi Friulane offrono una buona palestra di allenamento con diverse possibilità di escursioni.
Sono rilievi vicini alla pianura, le prime barriere che la sovrastano e proprio questo aspetto di prossimità fa sì che la vista offra una particolare gratificazione, facendo percepire la bellezza di trovarsi sospesi tra terra e cielo, a poca distanza dalla città. Buone in ogni stagione, dolci – ma con qualche tratto aspro – ricoperte fino a una certa quota di vegetazione, le Prealpi si elevano a ridosso di piccoli centri che nel passato sfruttavano a pieno i boschi, i pendii e i rari altipiani soprastanti per fare fieno e legna, e per far pascolare gli animali.
Ecco due suggerimenti per escursioni di poche ore in provincia di Udine, tra Prealpi Carniche e Prealpi Giulie, su due rilievi che guardano al Fiume Tagliamento, da una sponda e dall’altra.

Da Braulins al Monte Brancot
(800 metri di dislivello, 4 ore a/r, E)

Non si tratta di una cima isolata ma di una dorsale articolata in più vette, dove la prima dà il nome a tutto il rilievo. Si parte dal borgo di Braulins (205 metri) dove inizia il sentiero indicato dai segnavia CAI 837. Lasciando da parte il ramo che va verso la chiesetta di San Michele dei Pagani e la palestra di roccia si prosegue in traverso in direzione nord fino a un tornante dove il sentiero inizia a salire.
Piacevole la camminata all’ombra del bosco per il primo tratto, che sale dolcemente poi, giunti a un bivio, la pendenza aumenta e il terreno si fa più scomodo e con il fondo più sdrucciolevole, sebbene trattenuto qua e là da radici.

In prossimità de La Forchia, una sorta di sella anch’essa rimboschita, si devia nettamente a destra per risalire gli ultimi duecento metri di dislivello e guadagnare il primo pulpito della dorsale del Monte Brancot, articolato in tre cime principali sopra i mille metri (Monte Brancot 1015 m, Monte Palantavins 1049 m, Tre Corni 1048 m e una quarta cimotta di 939 m, il Monte Naruvint). In realtà il panorama migliore verso la pianura si gode proprio dal Brancot, ma è pur sempre possibile proseguire il percorso in traversata con diversi saliscendi – e scorci verso il Lago di Cavazzo e il Fiume Tagliamento – e scendere poi a nord in località Interneppo, dove però è opportuno aver lasciato una seconda auto.

Da Montenars al Monte Cuarnan
(600 metri di dislivello, 4 ore a/r, E)

Rilievo prativo che si innalza sopra gli abitati di Montenars, Artegna e Gemona del Friuli, il Monte Cuarnan è un punto di riferimento dalla pianura assieme al più severo e impegnativo Monte Chiampon che gli sta esattamente alle spalle. È caratterizzato da una eminente e panoramica dorsale che va in direzione ovest-est (o viceversa) il cui punto più alto è dominato da una cappella intitolata al Redentore.
Ci sono diverse possibilità di accesso alla cima e anche un bell’anello panoramico che permette di percorrere il rilievo in due direzioni. I più pigri possono risalire in auto lungo la strada militare che dall’abitato di Gemona raggiunge con molti tornanti la Malga Cuarnan e dal parcheggio sotto la malga raggiungere a piedi la dorsale attraverso un tratto di pista forestale e il sentiero con segnavia CAI 717 che arriva all’altopiano dell’Ôrs di Cuarnan.

C’è poi il sentiero con segnavia CAI 716 che nasce in prossimità della galleria tra Montenars e Gemona (in località Sotto Castello) e ha un considerevole sviluppo partendo da quota 254 m, perché dopo i primi quattrocento metri di dislivello traversa con modesta pendenza tra i 600 e gli 800 metri di altitudine tutto il versante meridionale del rilievo fino a incrociare il sentiero con segnavia CAI 715.
Ma è proprio il sentiero 715 che consigliamo qui di percorrere, partendo dalla località Iòuf (598 m), sopra Montenars. Dal parcheggio il percorso sale dolcemente su una mulattiera (ma c’è anche una ripida scorciatoia) all’interno di un bosco inizialmente di castagni per poi fuoriuscire allo scoperto in un primo punto panoramico, denominato Zuc de Cros. Qui una panca e un crocifisso regalano un momento di meditazione.

Il sentiero prosegue nella vegetazione più rada e arriva ad un bivio che regala una duplice scelta. A destra il sentiero con segnavia CAI 714 traversa e risale la dorsale orientale fino in vetta, con qualche tratto moderatamente esposto (non adatto a chi soffre di vertigini). Da questo lato si incontra una sorgente di acqua potabile, quella del Torrente Orvenco.
Viceversa proseguendo per il 715 si esce in piena esposizione meridionale e si sale zigzagando abbastanza ripidamente fino a guadagnare il pianoro de l’Ôrs di Cuarnan – dove spesso si vedono parapendisti decollare e volteggiare assieme ai grifoni. Da qui inizia la panoramica risalita sulla dorsale toccando prima il Rifugio Pischiutti e poi la Cappella del Redentore. La quota massima raggiunta è di 1100 metri, la discesa si può affrontare per la stessa via di salita oppure si può percorrere l’anello, in una direzione o nell’altra.

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