Itinerari

3 itinerari in Piemonte adatti anche ai più piccoli, per sfuggire alla canicola

Bellezze naturalistiche, contrasti ambientali e notti sotto le stelle per vivere l'estate in alta quota

L’inizio dell’estate con la fine delle scuole può offrire un ottimo pretesto per spezzare la routine famigliare e pianificare una gita in montagna con i bambini, magari condita con un pernottamento nello straordinario scenario delle montagne piemontesi. Grazie alle temperature più elevate, è possibile salire in quota per sfuggire alla canicola che il riscaldamento climatico ci impone già a inizio stagione e godere dei paesaggi propriamente alpini. Senza dimenticare che le condizioni meteo possono ancora essere instabili e le escursioni termiche ancora significative: attenzione quindi ai bollettini meteo e a scegliere l’attrezzatura e l’abbigliamento adatti al periodo.

Proponiamo qui 3 escursioni in alta montagna verso i 2000 metri di quota, ma adatte ai bambini di tutte le età. Tra i maestosi scenari naturali dell’estremo nord Piemonte all’Alpe Devero, la straordinarie bellezze naturalistiche del Parco Nazionale del Gran Paradiso e i magnifici contrasti ambientali delle Alpi Liguri, con l’insolito consiglio di pernottare sotto le infinite stelle della volta celeste.

La montagna senza automobili

La piana dell’Alpe Devero è una splendida conca punteggiata di baite e pascoli che sorge intorno ai 1600 metri di quota nel comune di Baceno (VB). Tradizionalmente utilizzata per la monticazione estiva del bestiame, visse una fase di grande sviluppo all’inizio del ‘900 quando il bacino di Codelago, a monte della borgata di Crampiolo, fu sbarrato da una diga per innalzarne il livello e utilizzare l’acqua per la produzione di energia idroelettrica. Per facilitare l’accesso al personale della diga, nel 1936 l’Enel costruì una funivia che univa il Devero con la sottostante frazione di Goglio superando l’impervio vallone attraversato da una ripida mulattiera. A partire dagli anni ’70 furono iniziati i lavori per la realizzazione della strada carrozzabile che, anche grazie a una mobilitazione ambientalista, fu interrotta poco a valle della piana, preservando il Devero dall’invasione delle automobili. Nel 1990, infine, la zona fu posta sotto la tutela del Parco Regionale Veglia-Devero.

L’itinerario proposto prende avvio dal parcheggio da cui ci si inoltra a piedi attraversando le prime baite del Devero verso l’Oratorio di San Bartolomeo, per affacciarsi sulla piana in direzione della frazione di Crampiolo che si raggiunge in circa 45 minuti di cammino. Dopo aver superato l’abitato, si attraversa il torrente su un ponticello e si svolta a sinistra imboccando un sentiero che in pochi minuti conduce al magico Lago delle Streghe caratterizzato da acque limpidissime circondate da alti larici e cespugli di mirtillo.
Si narra che qui, una fanciulla abbandonata dal fidanzato incontrò una strega che le mostrò due volti riflessi in una pozza d’acqua. Il primo era quello del suo innamorato che in poco tempo iniziava a mostrare i segni dell’invecchiamento. L’altro era il ritratto dell’amore eterno. La strega allora creò uno splendido lago in cui si potesse specchiare la meraviglia delle montagne circostanti, che le due donne custodiranno per sempre.
I grandi massi che sorgono nei dintorni sono il luogo ideale per un pic-nic, ma la passeggiata può anche proseguire fino al Lago del Devero che si raggiunge con un’ulteriore mezzoretta di cammino tornando verso Crampiolo e imboccando il sentiero verso la Diga di Codelago. Attraversando lo sbarramento principale e costeggiando il lato meridionale del bacino, si raggiunge la dighetta da cui parte il sentiero in discesa che torna a Crampiolo e poi al Devero dal percorso seguito in salita.

Punto di partenza: Alpe Devero (1630 m)
Punto di arrivo: Lago delle Streghe (1780 m) o Lago del Devero (1860 m)
Tempo di salita: 1h al Lago delle Streghe o 1,30 h fino al Lago del Devero

Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso

Il Gran Paradiso è il primo parco nazionale istituito in Italia per “preservare la fauna e la flora, le speciali formazioni geologiche e la bellezza del paesaggio” come fu scritto nel Regio decreto-legge del 3 gennaio 1922 che costituiva il territorio protetto. Ma la sua storia è ben più antica e complessa perché, prima di essere un’area destinata alla difesa dell’ambiente, queste stesse montagne erano la Reale Riserva di Caccia di Casa Savoia, creata nel 1856 da Vittorio Emanuele II. In queste valli a cavallo di Piemonte e Valle d’Aosta, infatti, sopravvivevano gli ultimi esemplari di stambecco rimasti nelle Alpi che il Re cacciatore voleva riservare alle proprie personali e frequenti battute. Paradossalmente, la passione venatoria del sovrano consentì di salvare il grande ungulato dall’estinzione e ne permise, in anni più recenti, la diffusione in ampie aree dell’arco alpino.

Il percorso che proponiamo si svolge quasi interamente all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso nel territorio a monte dell’abitato di Ceresole Reale, il versante più selvaggio dell’area protetta. Si parte dal parcheggio nei pressi del Posto Tappa delle Fonti Minerali in borgata Brengi e si imbocca la strada che conduce alla diga di Ceresole e all’omonimo lago che si costeggia sul lato meridionale fino a Villa Poma dove inizia il sentiero vero e proprio. In salita ci si addentra in uno splendido bosco di conifere dove, nelle giornate più tranquille, è possibile imbattersi in timidi caprioli o rari camosci. Seguendo i segnavia che indicano il Lago di Dres, si prende quota superando i resti dell’alpeggio Loslà e dell’Alpe Foppa dove il bosco lascia spazio ai prati. Dopo un leggero tratto in piano, si giunge all’incantevole Lago di Dres (2000 m), le cui acque riempiono un bacino glaciale al cospetto dell’imponente parete est delle Levanne, percorsa dal ripido e innevato canale del Col Perdù. Sul versante opposto della Valle dell’Orco si possono ammirare i ghiacciai e le cime che conducono alla vetta del Gran Paradiso. Sulle sponde del lago e nella torbiera che lo circonda, si possono avvistare esemplari di rana temporaria e dei suoi girini che arrivano a popolare gli specchi d’acqua anche oltre i 2500 m di quota.
Il ritorno avviene lungo il medesimo percorso di salita.

Punto di partenza: Posto tappa delle Fonti Minerali in borgata Brengi (1510 m)
Punto di arrivo: Lago di Dres (2000 m)
Tempo di salita: 2h

Hotel a infinite stelle

Le Alpi Liguri rappresentano un ecosistema unico al mondo dove gli ambienti tipicamente alpini incontrano il clima mediterraneo con cime di oltre 2800 metri di quota situate a poche decine di chilometri dal Mar Tirreno. Queste caratteristiche, unite a una geologia calcarea di tipo carsico creano paesaggi particolarmente interessanti con contrasti tra una flora molto variegata, conformazioni rocciose imponenti e grotte tra le più profonde d’Europa.

L’itinerario che suggeriamo qui si snoda sul versante meridionale delle cime Mongione e Saline, per raggiungere il rifugio Mongioie a monte dell’abitato di Viozene in alta Val Tanaro. Dopo aver lasciato l’auto nei pressi della chiesa, si sale lungo la strada asfaltata che passa a fianco del forno del paese e si svolta a destra su una stradina che diventa ben presto una mulattiera e poi un sentiero. Dopo circa un’ora di cammino compare il maestoso pianoro di Pian Rosso con al centro il rifugio.
Per regalare un’esperienza indimenticabile ai bambini si consiglia di prenotare il pernottamento in una delle magiche Starsbox, piccole capanne di legno con il tetto apribile che consentono di addormentarsi ammirando i miliardi di stelle che, lontano dall’inquinamento luminoso della pianura, da qui si possono osservare con nitidezza.

Punto di partenza: Viozene (1248 m)
Punto di arrivo: Rifugio Mongioie (1520 m)
Tempo di salita: 1 h

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