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Cervino: lo scioglimento dei ghiacciai all’origine del crollo

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AOSTA — Stop alle salite sul Cervino. Almeno dal versante italiano. L’ordinanza che vieta le scalate sulla spettacolare montagna valdostana (nella foto scattata ieri da Alberto Cortinovis del Comitato Ev-K²-Cnr) ha fatto il giro del mondo, rimbalzando di giornale in giornale e destando un certo "allarmismo". Giustificato? Oppure il crollo dell’altro giorno è il sintomo di fenomeno ben più vasto e complesso? 

”Sono diverse settimane che lo zero termico è al di sopra dei 4 mila metri – ha spiegato il geologo del Comitato Ev-K²-Cnr Michele Comi – ciò vuol dire che tutte le fratture della roccia generalmente tenute dal ghiaccio che fa da collante, ora cedono a causa dello scioglimento di questo ghiaccio innestando una situazione di instabilita".
 
In altre parole, un po’ quello che è accaduto sull’Eiger non più tardi di una settimana fa. Quando lo scioglimento del permafrost ha provocato una fessurazione di 300 metri che, a sua volta, ha fatto crollare una parte della parete Est della celebre montagna svizzera.
 
Eppure "dal punto di vista geologico – tiene a precisare Comi – si tratta di un processo normale. Quello che non è normale invece è l’accelerazione di questi fenomeni”.
 
La prova, secondo il geologo, sta nelle mutate condizioni degli itinerari alpinistici. "Gli itinerari classici caratterizzati da neve e ghiaccio – conclude Comi – a luglio spesso non sono più percorribili. Oggi lo sono e questo è assolutamente anomalo".
 
"In questo periodo è necessario non sottovalutare i rischi in montagna – aggiunge Karl Unterkircher, uno degli alpinisti più famosi al mondo. ”I ghiacciai si ritirano e il pericolo di scariche diventa piu’ frequente”.
 
Montagna sempre più calde, aerosol sempre più in alto, Pm10 fino a 5 mila metri. L’analisi di ciò che sta accadendo per effetto dell’inquinamento e del relativo clima bizzarro sono ben messi in luce da Agostino Da Polenza, alpinista e presidente del comitato Ev-K²-Cnr. ”C’e’ un’erosione formidabile dei ghiacciai – spiega Da Polenza – che certamente  è problematico per come e dove viviamo noi”.
 
"La scienza però – conclude Da Polenza – ha già detto quel che doveva dire e ha indicato quali sono i problemi di clima e inquinamento. E’ ora che qualcuno faccia qualcosa anche dal punto di vista delle politiche ambientali”. Dunque, secondo Da Polenza, ”bisogna cominciare a governare questi fenomeni, partendo dalle cause e dagli effetti”.
 
Una prima risposta è arrivata ieri dal Plateau Rosà, proprio di fronte al Cervino. Dove è stato presentato un rivoluzionario smaltitore di riifiuti d’alta quota frutto delle ricerche del Comitato Ev-K²-Cnr e di Actelios, società del gruppo Falk.
 
Il dispositivo (nella foto), nato da 3 brevetti che sfruttano con grande intelligenza princìpi di base, consente di smaltire le decine tonnellate di rifiuti che si trovano, per esempio, nel parco del Karakorum o nel Sagarmatha (il parco dell’Everest), senza produrre emissioni di rilievo.

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