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Norvegia: deposito biologico a prova di Apocalisse

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NORVEGIA – In caso di Apocalisse, il mondo ricomincerà dalla Norvegia. Nel Paese scandinavo infatti è stata costruita la banca mondiale delle sementi.

 

Due milioni di sementi, praticamente tutte le varietà commestibili e officinali saranno gelosamente custodite nell’isola di Spitzbergen, a 1000 chilometri dal Polo Nord, su un’altura arenaria. Scavata in profondità nel permafrost, con muri di cemento di un metro di spessore e due portelloni a tenuta d’aria e a prova di esplosione. Un’Arca di Noè concepita per durare in eterno.
 
I semi saranno surgelati. E gli operatori contano di cambiare l’aria all’interno una volta l’anno, durante l’inverno. Ma se ciò risultasse per qualche ragione impossibile, il gelo del permafrost basterebbe comunque a tenere i semi in stato vitale. Nemmeno un riscaldamento drammatico e improvviso del pianeta non potrebbe nuocere: le sementi sono protette dalle mura e dalla profondità dello scavo.

 

Le dimensioni del “Deposito dell’Apocalisse” (che dovrebbe essere pronto entro la fine del 2007) saranno infatti di 5 metri per 5 metri per 15 metri. E i campioni conservati saranno tirati fuori e fatti germinare solo se, la semente corrispondente sarà sparita dalla faccia della Terra.

 

Il progetto costerà tre milioni di dollari. Ad occuparsene è il Global Crop Diversity Trust (Fondo mondiale per la diversità delle colture) istituito dalla Fao nel 2002. La Norvegia aveva già delineato il progetto negli anni ottanta. Ma l’aveva sospeso perché la marina sovietica aveva allora accesso allo Spitzbergen.

 

Milioni di colture utilizzate per l’alimentazione umana e animale potrebbero sparire. Fantascienza? In realtà sono tante le cause di una loro possibile distruzione: una guerra atomica, un cambiamento climatico catastrofico, un sollevamento del livello del mare. Ma soprattutto sarebbero le sementi geneticamente modificate – e dunque sterili – le maggior imputate a far scomparire le fragili colture naturali.

 

Elisa Lonini

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