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Marcialonga 2023, un avvio tra camion di neve e polemiche

Domani in Trentino andrà in scena la 50esima edizione della Marcialonga, la “regina” delle Granfondo italiane di sci di fondo in tecnica classica che si svolge annualmente l’ultima domenica di gennaio nelle Valli di Fiemme e Fassa. Per celebrare l’importante traguardo dei 10 lustri, giovedì sera è stata organizzata una cerimonia d’apertura in grande stile, che ha visto Piazza Duomo trasformarsi in uno “stadio” con una pista da fondo che partiva da Via Belenzani e faceva il giro della fontana del Nettuno illuminata, così come le facciate del Duomo su cui campeggiava lo stemma dorato della Marcialonga “The Number 50 Edition”. Un tracciato di circa 200 metri, largo 3,5 metri, approntato trasportando in città via camion circa 200 metri cubi di neve artificiale.

Una cerimonia ricca di luci e suoni, con il coro Sosat che ha intonato canzoni montanare e l’inno della Marcialonga, datato 1971, accompagnate dallo scorrere di immagini in bianco e nero e a colori, a ripercorrere la lunga storia della Marcialonga. Sulla pista hanno sfilato protagonisti delle passate edizioni e giovani fondisti provenienti da alcuni sci club locali che hanno portato le 36 bandiere in rappresentanza delle varie nazioni iscritte alla 50esima edizione. Sul palco sono saliti il sindaco di Trento Franco Ianeselli e il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ha definito la Marcialonga “patrimonio di tutto il Trentino, oltre che delle Valli di Fiemme e Fassa”.

Grande la soddisfazione da parte della città di Trento e della Provincia. Altrettanto grande il disappunto del mondo ambientalista, sconcertato di fronte alla scelta di ricostruire una pista da fondo in piena città, in tempi difficili per le Alpi, alle prese con inverni sempre più di frequente caldi e avari di precipitazioni.

Una sceneggiata anacronistica

Luigi Casanova, Presidente onorario di Mountain Wilderness, ha invitato a una riflessione collettiva su una simile scelta, attraverso una lettera inviata al Direttore de L’Adige, che riportiamo di seguito:

“Ho avuto modo di leggere le dichiarazioni del sindaco di Trento Franco Janeselli a proposito della iniziativa di ospitare nel centro città la miserevole striscia di neve della Marcialonga. E’ il sindaco delle capriole. Dapprima afferma di capire il dibattito sul tema dei cambiamenti climatici. Si è anche accorto che è in corso una discussione sul tema di profilo internazionale e conclude “è bene che ci sia”. Grazie per la concessione, era attesa. Poi passa a sostenere gli interessi dell’industria dello sci. Un’industria che va ridimensionata perché oltremodo energivora, costosissima sia in termini economici che ambientali, distruttiva del turismo di qualità, in grande sofferenza e alimentata da indicibili sostegni finanziari pubblici. Decida il sindaco da quale parte stare. Se investe nel futuro o rimane uomo del passato. Oggi non è più tempo di equilibrismi tattici. Ci si deve schierare. E specialmente si deve agire. Possibilmente per preparare anche nella nostra Provincia, anche in Fiemme, anche sul Bondone, una offerta turistica diversa. Per dare fiducia alle giovani generazioni. Le istituzioni come il Comune di Trento, la stessa Marcialonga, con il loro agire e le dichiarazioni dei loro rappresentanti costruiscono cultura. Per i 50 anni della Marcialonga ci aspettavamo di assistere a un investimento di immagine rivolto al futuro, non alla sceneggiata che ripercorre culture e prospettive di sviluppo antiche, tipiche degli anni ‘70“.

Della medesima opinione, di aver optato per una scelta anacronistica, è Marco Albino Ferrari, Direttore editoriale e Responsabile delle attività culturali del Club Alpino Italiano, che scrive in un post Facebook: “Peccato per la Marcialonga, una delle gran fondo di sci nordico più famose al mondo, che si snoda tra le valli di Fiemme e Fassa, tra paesi festanti, mani che si allungano porgendo ai ritardatari bicchieri di vin brulé in un clima di grande festa popolare. Peccato per la Marcialonga e soprattutto per la sua immagine. Gli organizzatori, e i politici locali, hanno scelto di celebrare il 50esimo della manifestazione nel modo più anacronistico e insensato che si possa immaginare. Dieci camion carichi di neve sono scesi dalle valli e hanno depositato la preziosa massa bianca in piazza Duomo. La scorsa notte un gatto delle nevi ha spianato la pista che si snoda tra la fontana di Nettuno e via Bellinzani per la sfilata delle 36 bandiere delle nazioni partecipanti e per altre eccentriche esibizioni in programma oggi. Mancano solo le majorette sugli sci a tecnica classica e un pupazzo di neve doc delle valli trentine con la carota al posto del naso.”

“Dico anacronistica – prosegue Ferrari – ma si potrebbero usare ben altri aggettivi, perché la trovata appare soprattutto fuori tempo massimo. I politici trentini, in coro, sostengono il solito mantra dei giorni nostri: senso del limite, stop agli sprechi, viabilità sostenibile, la forza responsabile del PNRR. Da quelle parti, a Natale è stata allestita una pista da ghiaccio in polimeri sintetici per abbattere i consumi e dare messaggi positivi. E poi? Una notte, dieci camion scendono come in processione portando la materia salvifica di ogni economia montana nel centro cittadino. Dire anacronistico sembra poco, ma per un politico non saper leggere il proprio tempo è uno dei difetti più gravi.

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2 Commenti

  1. Sempre a criticare tutto e tutti…. ma basta.
    Hanno fatto bene a fare cosi, è una manifestazione storica e va festeggiata.
    Anche il Germania precisamente a Veltins Arena di Gelsenkirchen fanno il biathlon challenge con neve portata, e allora? Vogliamo vedere solo il calcio e nulla più???
    Finitela di criticare il mondo intero.

    1. Ti dò quasi ragione, faccio solo una piccola considerazione: tutto deve essere spettacolarizzato, altrimenti solo i partecipanti sarebbero interessati.
      E’ un modo per svuotare di significati impegnativi e rendere tutto condivisibile da tutti.

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