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Il Cai rientra nell’UIAA: per guardare al futuro non si può essere un presidio isolato

Il Club alpino italiano ha deciso di rientrare nell’Unione internazionale delle associazioni di arrampicata e alpinismo, l’UIAA, di cui era membro fondatore. Associazione che il Sodalizio aveva lasciato nel 2019 in aperta polemica sulla gestione e le priorità.

“È arrivato il momento di potenziare le relazioni internazionali, con una serie di rapporti bilaterali con le principali organizzazioni alpinistiche e non solo. Oggi, l’attenzione dell’Unione è rivolta verso i temi ambientali, lo sviluppo della montagna, l’inclusione e la valorizzazione delle giovani generazioni” ha spiegato Pier Giorgio Oliveti, delegato dalla Presidenza generale all’UIAA, che durante la sua assemblea generale, che si è tenuta a Banff, in Canada, ha approvato il reingresso del Club alpino italiano.

“Il reingresso del Club alpino italiano nell’UIAA, rappresenta il primo passo di una strada che attraversa i confini italiani e punta verso un orizzonte di relazioni internazionali che guardano al presente e al futuro delle Terre alte. Il CAI per guardare al futuro non potrà più considerarsi un presidio isolato, al contrario per poter raggiungere gli obiettivi prefissati, avrà bisogno di una fitta rete di collaborazioni e rapporti sia sul territorio italiano che in ambito europeo. Le difficili sfide che ci si pongono davanti sono quelle poste in essere dai cambiamenti climatici e interessano lo sviluppo sostenibile della montagna. Da questo punto di vista, ogni aiuto risulterà fondamentale per dare una possibilità alla montagna di domani”, sono state le dichiarazioni del Presidente generale Antonio Montani.

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